DIRITTO DI SCIOPERO? SACROSANTO! CHIAMIAMOLO ANCHE “DIRITTO DI POTER LAVORARE MENO PER PRATICARE SPORT…”

“Potete scioperare dalle 7:34 alle 10:43…” Allora sciopero anche se non c’è un motivo per scioperare, per il gusto di scioperare. E ad oltranza, non solo fino alle 10.43…

Il diritto di sciopero è sacrosanto e se viene leso è la chiara espressione di un regime dittatoriale che non considera le istanze dei più deboli.

In una società dove si lavora decisamente troppo, più o meno tutti malati di stress e con squilibri economici macroscopici (ma ammettiamo che lavorano troppo pure i più ricchi e talvolta in modo ancor più patologico dei meno abbienti) lo sciopero è l’unica ancora di salvezza per poter provare a lavorare in modo più umano.

Ieri ero ad una cena con miei ex compagni di classe, geometri. Sanno che insegno attività motoria per la terza età ed uno mi ha chiesto perché non organizzo un corso di ginnastica per loro, ormai si sentono di terza età.

Nessun problema, posso proporre della ginnastica anche per loro, anche se non sono propriamente in terza età ma visto che non hanno ambizioni di partecipazione olimpica posso proporre cose interessanti per loro.

Il problema è un altro, e non è solo un problema dei miei ex compagni di classe geometri perché lo è pure dei miei colleghi diplomati all’Isef e penso che se facessimo pure le cene dei compagni delle elementari sarebbe uguale: il problema è che mi hanno chiesto di fare il corso alle 9 di sera (in lettere: ore ventuno…). Questi prima devono lavorare ed hanno tutti passato i 60 anni non è che siano giovani ventenni che devono piazzarsi sul mercato del lavoro, a sessant’anni suonati sono lì a rompersi le scatole dieci-dodici ore al giorno come se fosse una cosa normale, come se fosse una cosa inevitabile, come se l’unica scappatoia fosse la famigerata pensione che per molti (idem per il sottoscritto) non arriverà proprio mai.

Stiamo a contrattare se si può andare in pensione a 65 o a 67 anni, ma andiamoci anche a 70 ma non a 60 ore di lavoro alla settimana perché dopo i 60 anni quando lavori 30 ore alla settimana basta e avanza, ed in una società evoluta oltre le 40 ore la settimana non ci lavori proprio mai

Forse per poter praticare sport tutti quanti, vivere una vita dignitosa e riprenderci il tempo libero che una società folle ci ha sottratto, l’unica possibilità è tornare al baratto. La società del danaro ha fallito, ormai dobbiamo valere per quello che siamo in grado di dare e non per quanto danaro abbiamo accumulato. Se chi ha accumulato tanto danaro riesce a comandare la società e la porta verso un’ottica dove il danaro conta sempre di più e i diritti essenziali vengono calpestati, tanto vale che facciamo un unico mega sciopero contro il danaro. Chi ne ha tanto che viva il suo mondo, chi ne ha meno abbia il diritto di lavorare quanto vuole e si riprenda la possibilità di sopravvivere grazie al baratto.

E’ chiaro che è un cambio di paradigma, una presa in giro per chi ha dedicato la vita ad accumulare danaro.

Ma non saltano teste, nessuna rivoluzione violenta, solo gli appassionati di danaro si ritirino, lavorando dieci-dodici ore al giorno con gli altri appassionati di danaro ma che non abbiano più la possibilità di condizionare l’esistenza di chi vuole lavorare per vivere e non vivere per lavorare.

Il corso alle ventuno di sera non lo farò. Ma non perché non mi vada di farlo, talvolta soffro di insonnia ed un bel corsetto lo condurrei anche dalle 2 alle 3 di notte. Il problema è che chi arriva a fare ginnastica alle nove di sera dopo dieci-dodici ore di lavoro arriva decisamente rincoglionito e la ginnastica anche se ha grandi capacità di ristabilire un buon equilibrio psico fisico non è che abbia la possibilità di fare miracoli.

Quello che faceva i miracoli era uno che ci diceva di dare il giusto peso al danaro che non era certamente il valore più importante dell’esistenza e che probabilmente avrebbe detto che se uno non ha il tempo di fare nemmeno un po’ di sport il problema non è lo sport ma ben altro. Io mi limito a dire che lo sport è necessario e bisogna trovare il tempo per praticarlo a tutte le età ed in orari umani. Le altre sono insinuazioni nemmeno troppo velate.

A chiare lettere se lo sport ci serve per lavorare di meno è già importantissimo per quello perché il primo problema è proprio che lavoriamo troppo. Geometri, insegnanti di educazione fisica, imprenditori vari e forse pure politici. I primi a lavorare di meno forse dovrebbero essere proprio i politici. Dovrebbero dare l’esempio e dimostrare che loro non sono lì per fare gli eroi ma semplicemente per aiutare la società a migliorare, che vuol dire vivere meglio, non produrre di più…