Questa è la triade che va contro il sistema del danaro. Purtroppo ai giorni nostri è di moda il ricco ignorante che dell’attività fisica se ne sbatte e rinuncia al tempo libero pur di continuare a “coltivare” le sue ricchezze.
Il sistema del danaro, ancora tanto furiosamente di moda, si può scardinare solo dando ampio spazio a cultura, sport e tempo libero ma allora il PIL va a farsi benedire e da questo punto di vista bisogna ammettere che è una vera e propria guerra. Qual’è quel politico che viene riconfermato se fa crollare il PIL del proprio paese? Non siamo assolutamente sulla lunghezza d’onda di una rivisitazione dei principi dell’economia e pare che non ci siano dubbi che fra i principi per migliorare salute e benessere e quelli per sostenere l’economia questi ultimi abbiano la precedenza.
Siamo costantemente nell’ottica che bisogna aumentare la ricchezza globale e quindi la produzione invece che in quella del risanamento degli squilibri economici che grazie alle aberrazioni del sistema liberista hanno assunto contorni patologici in tutti i paesi della terra.
Cultura, sport e tempo libero sono legati da un unico filo conduttore perché non può esistere lo sport senza un certo tipo di cultura come non può esistere senza il tempo libero. Il tempo libero uno se lo cerca perché vuole fare sport e perché ha un certo tipo di cultura. Un certo tipo di cultura può essere accettata solo se abbiamo spirito sportivo che è quello di includere tutti e non solo di far partecipare chi conta e chi detiene il potere economico.
In questo senso io sostengo che la cultura dello sport sia determinante perché se lo sport è solo quello televisivo non c’è cultura ma solo l’accettazione della legge del più forte dove chi può permetterselo partecipa e chi non può guarda per televisione, se invece lo sport è quello per tutti allora c’è inclusione e rispetto anche per chi non ha tempo per fare sport perché deve lavorare un infinità di ore per tirare su i soldini per sopravvivere.
Si può pensare che un mondo dove tutti hanno un certo tipo di cultura, possono praticare sport ed hanno tempo libero sia un mondo utopistico che non esiste e non ha nemmeno possibilità di esistere. Diciamo che è utopistico con questo sistema economico che prevede ancora che una grande quantità di schiavi devano servire padroni sempre più ricchi.
Per certi versi siamo ancora un po’ nel medio evo e lo siamo perché il sistema del danaro continua a trovare le strategie per perpetuarsi.
Chiaro che in una situazione così una rivoluzione culturale può portare anche a mutamenti drammatici del quadro politico ed allora la sobrietà di chi ha i numeri per portare qualcosa di nuovo e scardinare la cultura finta del danaro è fondamentale per non rischiare di passare da una dittatura all’altra. Difficile che possa esistere una dittatura della cultura così come attualmente esiste quella dell’informazione deviata ma chi vuole incominciare a ragionare diversamente deve pur capire che nella cultura deviata ci siamo immersi. Così come lo sportivo non diventa sportivo da un giorno all’altro non ci si libera da certi cliché culturali da un giorno all’altro.