COS’E’ LA CONOSCENZA?

E’ una domanda piuttosto banale che dovremmo porci un po’ più spesso, almeno nella scuola italiana dove si pratica un finto utilitarismo culturale sistematico che alla fine tende a limitare la conoscenza.

Lo definisco “finto” utilitarismo culturale perché se fosse autentico non sarebbe neanche una brutta cosa anche se può sopire l’autentica passione per lo studio. Perché finto? Per il semplice motivo che decidono dall’alto cosa deve essere utile per lo studente quando la realtà delle cose dimostra che poi nella pratica quotidiana le cose utili sono altre. Pertanto se proprio vogliamo essere pratici e concreti e lasciare poco spazio all’estro creativo, al virtuosismo ed alla vera passione per lo studio almeno tentiamo di essere concreti con le cose davvero utili e non con quelle “fintamente” utili.

L’emblema della scuola italiana modello “presa in giro” è l’esame di maturità dove lo studente tenta di raccontare in poche ore ad un insegnante, che proprio non conosce nemmeno, cosa ha combinato in cinque anni di scuola. Anzi no, non è proprio così perché a quell’insegnante, che del ragazzo non sa proprio nulla, di cosa ha combinato in quei cinque anni di scuola non gliene frega proprio niente. Ciò che interessa è che ad una serie di domande abbastanza stereotipata venga data una risposta altrettanto stereotipata e per convenzione accettata più o meno su tutto il territorio nazionale.

La cultura è un altra cosa e se al ragazzo interessa in modo fantastico e piuttosto imprevedibile purtroppo è un problema perché lo studente normale non ha il tempo per interessarsi davvero ad una certa materia del suo corso di studi in quanto le materie nelle quali deve prepararsi in un certo modo sono più o meno una decina e basta che anche in una sola di quelle sia un po’ deficitario per avere seri problemi di valutazione che possono dare vita ad un debito. Il ragazzo deve ancora cominciare a lavorare è ha già un “debito”. Praticamente si allena per quando sarà inserito nel mondo del lavoro e con paghe da fame quali sono quelle normalmente proposte ai giovani d’oggi dovrà davvero dar vita a dei debiti per poter vivere in autonomia oppure, molto semplicemente, rinunciare ad essere autonomo fin tanto che non trova un lavoro retribuito decentemente.

Potremmo chiederci cos’è la conoscenza più volte e magari discuterne a scuola con quei professori che appoggiano la scuola arcaica, la scuola dell’esame di maturità che non misura certamente la maturità di un ragazzo ma solo la sua capacità di adattamento e sottomissione alle regole di una scuola che non vuole evolversi.

Molti professori che lavorano all’interno di questa scuola non la capiscono del tutto e vorrebbero cambiarla ma non ci provano nemmeno perché… così fan tutti e pertanto il tentativo di rivedere questa scuola non è uno sport nazionale, anzi non è nemmeno riconosciuto come sport ma solo come insopportabile moto di ribellione evidentemente ascrivibile a bassi istinti di soggetti anarchico insurrezionalisti o similari. Soggetti comunque pericolosi ed in grado di destabilizzare la società fondata sulla buona scuola che non insegna praticamente nulla se non l’obbedienza.

Cos’è la conoscenza forse è anche una domanda piuttosto stupida, fondamentalmente una domanda di filosofia. Nel concreto la conoscenza è quella serie di informazioni, comunemente accettate e riconosciute dai programmi ministeriali che consentono allo studente di conseguire un diploma o una laurea possibilmente con il massimo dei voti.

Così abbiamo studenti che hanno sviluppato memorie a breve termine da fare invidia ad un computer ma non hanno una grande capacità critica, almeno non tale da far invidia ad un computer.

Ci si domanda perché in questa scuola esistono ancora gli insegnanti e non ci sono solo dei computer, bravissimi a codificare un certo tipo di valutazione e abili pure nel mettere in riga orde di ragazzi pericolosamente potenziali anarchico insurrezionalisti.

Cos’è la conoscenza è la domanda più pericolosa che può destabilizzare la scuola italiana. Penso che si potrebbe partire da lì per scardinare il sistema del telefonino. Ma siccome nessuno ha interesse a scardinare il sistema del telefonino teniamoci la cultura dello smartphone e cerchiamo su Google la risposta a tutto.