Il sotterfugio. La storia della ragazzina veneta fatta bendare durante l’interrogazione in didattica a distanza non è servita a niente.
E’ finita che siccome succede in tutta Italia e non solo nel Veneto e certamente non solo in quella scuola, che ha rischiato di diventare famosa in tutta Italia per colpa della rivelazione di quella “sprovveduta e polemica” ragazzina, allora non è il caso di fare tanto caos e facciamo i seri e rimettiamoci sui libri a pensare alle cose serie, che non abbiamo l’intenzione adesso di voler cambiare la scuola per una stupidata del genere…
Così non gliene frega più niente a nessuno e pochi giorni dopo, nella stessa città, anche se non nella stessa scuola, sento di un ragazzo che non può andare a scuola (adesso per fortuna la didattica a distanza sta mollando la sua pressione) per il semplice motivo che c’è un professore che vuole assolutamente interrogarlo in una materia nella quale il ragazzino non è ancora preparato. Siccome per quel professore quell’interrogazione è un’esigenza improcrastinabile (ma non manca ancora più di un mese alla fine delle lezioni?) al ragazzino, continuando il gioco della benda, del libro di testo imparato a memoria, delle formule scritte sul palmo della mano invece che liberamente consultate sul manuale, non resta che disertare la scuola quel giorno facendo finta di avere il mal di pancia quando non ha nessun mal di pancia e vorrebbe anche presenziare alle altre lezioni e vorrebbe pure presenziare a quella lezione dove dovrebbe essere interrogato per sentire una spiegazione su un argomento importante… ma non può altrimenti verrà di certo interrogato e, visto che non è preparato, rimedierà quasi di sicuro un brutto voto che andrà a complicare ulteriormente la sua già faticosa vita di studente.
Non c’è dialogo e se non c’è dialogo schietto e sincero non si può fare scienza e soprattutto non si può fare educazione che è la cosa alla quale pare proprio che la scuola italiana abbia rinunciato.
Vige ancora la logica del voto come minaccia. Un ragazzo non può andare a scuola a dire: “Professore, abbia pazienza, per una serie di motivi oggi non sono ancora preparato, ero addirittura tentato di stare a casa per evitare l’interrogazione, capisco che è un atteggiamento insulso ed inopportuno, sono venuto a scuola perché ho bisogno di imparare e non di scappare ma, per favore, non mi crei situazioni dalle quali posso tentare di uscire solo con il sotterfugio.”
Se la storia della ragazzina bendata fosse stata sufficiente ad innescare una sincera lotta al sotterfugio per migliorare il rapporto fra studenti e professori e renderlo più autentico sarebbe stato da fare un monumento a quell’ insegnante che ha avuto un’idea un po’ bizzarra che chissà quanti altri suoi colleghi hanno avuto in giro per l’Italia. Invece quella storia non è servita a niente. Qualcuno ha pure detto che la ragazzina ha tentato di farsi un po’ di pubblicità gratuita ma non ci è riuscita perché in una città perbenista e fortemente conservatrice quell’episodio è stato rapidamente dimenticato ed archiviato.
Ecco, queste sono le cose della scuola italiana che non capisco e alle quali non riesco a rassegnarmi. Tutto continuerà come prima. Se non sei pronto in una materia salti quel giorno di scuola, salti tutte le ore di lezione di quel giorno perché l’unica soluzione è quella e abbi cura di creare una motivazione attendibile alla tua assenza altrimenti l’insegnante se la intaglia e ti mette un brutto voto anche se non ti ha interrogato, sulla “sfiducia” (sì, proprio sulla “sfiducia” avete letto bene, di solito si usa scrivere sulla “fiducia” che si fa una certa cosa anche senza aver verificato, qui è proprio il contrario…). Per esempio potresti tornare a scuola con una benda sull’occhio ma devi spiegare che non è la benda della didattica a distanza, è un’ altra perché ti sei scheggiato un occhio, hai perso un sacco di tempo al pronto soccorso e poi avevi mal di testa e non riuscivi a studiare. Poi, però, se viene fuori che non ti sei fatto niente non è che dicano: “Uff, ci avevo creduto, per fortuna che non ti sei fatto niente…” No, è pure facile che ti sospendano. Anzi no, non ti sospendono perché hanno una fifa blu che si torni a parlare di bende, sia mai che ci tocchi cambiare questa pantomima che diverte tutti quanti.