CORSE DI VELOCITA’, MEZZOFONDO, FONDO E… OSTACOLI

Ho assistito ad una conferenza sulla disciplina delle corse con ostacoli ieri e mi ha portato a fare delle considerazioni che riguardano tutto il mondo della corsa, non solo quello delle corse con ostacoli. Intanto devo precisare che ci sono andato perché anche a me capita di allenare dei velocisti, anche se provengo dal settore del mezzofondo e partendo dal presupposto che fra velocità e corse con ostacoli un minimo di relazione di parentela esiste ho deciso di andare a curiosare.

Ebbene questa relazione di parentela mi pare di capire che sia molto forte. Pare che soprattutto a livello giovanile non si possa prescindere per il futuro velocista da un contatto con il mondo degli ostacoli e pertanto l’argomento è di portata più vasta di quanto si possa pensare.

Allora faccio un passo indietro scrivendo che volevo titolare questo articolo in altro modo più o meno così: “Preparazione alle gare di mezzofondo: ideale e reale”. Altra premessa che devo aggiungere è che io tendo ad aver a che fare con atleti che pur non essendo nel pieno della maturità atletica non sono più ragazzini da poliedricità e gioco con tutte le discipline dell’atletica, al contrario sono ragazzi che pur con un trascorso in atletica non molto consistente hanno già deciso di concentrarsi esclusivamente solo sulla corsa lasciando qualche dubbio solo sul fatto che possa essere su distanze più o meno lunghe. E’ in quel senso che talvolta mi rendo conto di aver a che fare con soggetti che più che dei mezzofondisti sono dei veri e propri velocisti. La faccenda non mi da per niente fastidio perché come mi piace allenare i soggetti con propensione alle lunghe distanze mi piace allenare anche i personaggi cosiddetti “veloci”.

Ed è in questo senso che sono andato ad ascoltarmi la relazione sulla preparazione agli ostacoli che scopro, come già sospettavo, avere molta attinenza con il mondo della velocità. Allora altra premessa e spero ultima perché qui ci sono un mare di premesse (ma è l’allenamento per l’atletica leggera ad essere così…) è che io temo di essermi reso conto come anche all’interno del mondo della velocità si trovino realtà diverse. Così come esiste il mezzofondista di tipo veloce e quello di tipo resistente che hanno caratteristiche molto diverse anche se talvolta finiscono per fare la stessa preparazione, così anche fra i velocisti esistono dei velocisti cosiddetti “esplosivi” ed altri che, strano ma vero, sono veloci pur non essendo esplosivi.

A questo punto devo aggiungere un tassello alle mie schematizzazioni in tema di tipi di corridori e mentre prima dicevo che il mondo della corsa era spartito essenzialmente in velocisti, mezzofondisti e fondisti adesso aggiungo una quarta categoria che è quella dei “velocisti esplosivi” che a mio parere potrebbero essere quelli che più sono imparentati con l’ostacolista tipo che se non è molto reattivo, con i piedi elastici ed una grande agilità non può pensare di emergere nelle discipline di corsa con ostacoli.

Allora, quasi sinteticamente, passo ad illustrare il mio nuovo anatema che presenta ancora una semplificazione forse inaccettabile ma che fa indubbiamente i conti con la realtà sociale, più ancora che con quella di campo. Se da un punto di vista teorico sono perfettamente convinto (ma lo ero già prima) che tutti i podisti, pure i maratoneti, dovrebbero avere un approccio più o meno approfondito con gli ostacoli e pure con la tecnica degli ostacoli, da un punto di vista pratico mi tocca ammettere che tale onere deve essere soprattutto del preparatore dei ragazzini ma quando ho a che fare con l’allievo (sedici-diciassette anni) che ha deciso di correre senza ostacoli purtroppo può venire a mancare il tempo per fare questo lavoro. Mi spiego: siamo immersi in un’altra urgenza che io oso definire un problema sociale che è quella di motivare la carriera agonistica di un giovane che ha già impegni scolastici di una certa importanza e se non ottiene risultati stimolanti entro due o tre anni è molto tentato di mollare la pratica dell’atletica anzitempo per concentrarsi sugli studi. Questo, per conto mio è un flagello sociale più che una realtà di campo ma è comunque un qualcosa di terribilmente concreto con il quale dover fare i conti.

Per assurdo io potrei dire al giovane, stritolato dagli impegni scolastici: ” Adesso intanto vediamo che tipo di atleta sei e cosa sei in grado di combinare, poi vediamo se sarà il caso, quando ti allenerai un po’ di più, di riprendere anche la preparazione con gli ostacoli anche se non sei un ostacolista ma per integrare una preparazione che se vuoi che sia completa deva comprendere anche il lavoro con gli ostacoli.”

Insomma il risultato finale é che a sedici-diciassette anni rischiano di non aver tempo per questo tipo di preparazione che c’è da sperare che abbiano già fatto prima e che forse potranno riprendere più avanti se troveranno gli stimoli ed il tempo per allenarsi tutti i giorni.

La mia vecchia battaglia in realtà è un’ altra e spiega perché mi fa scoprire più velocisti di quanti sarebbe lecito attendersi. Io lotto con l’altro flagello sociale che è la tendenza a spedire nell’ambito delle corse amatoriali su strada tutti quegli atleti che non si allenano con impegno e non riescono ad avere nelle corse su pista risultati di un certo significato.

E’ tollerato il maratoneta che corre la maratona in più di cinque ore (guardate che oltre le cinque ore anche se l’impresa merita il rispetto di tutti gli sport di questo mondo, non si sa nemmeno se definirla corsa o meno perché é un’andatura di oltre sette minuti al chilometro che vuol dire poco più di 8 chilometri all’ora. Il sottoscritto quando va così’ si sente dire “Ma stai marciando, non stai correndo…”) ma non è tollerato il centometrista che fa 14″ sui 100 come se correre i 100 metri in 14″ fosse peccato mortale.

Ho capito che un ragazzo che ha giocato un po’ a calcio e che è normalmente veloce il 14″ sui 100 dovrebbe offrirlo senza problemi ma sappiate che tecnicamente fra 14″ sui 100 metri e 5 ore sulla maratona c’è un abisso e per tragedia e sconforto dello sterminato popolo dei maratoneti mi tocca dire che l’abisso è in favore del 14″ sui 100 metri. Correre i 100 metri in 14″ tecnicamente vale almeno come correre la maratona in meno di 4 ore. Peggioro il brodo dicendo che, dal punto di vista dell’allenatore di lunghe distanze, quando un podista è pronto per correre i 100 metri in 14″ teoricamente dovrebbe essere pronto per correre la maratona in meno di due ore e 20 minuti cosa che pochi maratoneti italiani riescono a fare alla faccia dei 40 mila che ogni anno corrono almeno una maratona.

Allora torno al quesito iniziale: perché c’è in giro una marea di maratoneti che si fanno il mazzo per correre la maratona in meno di 5 ore come se fosse chissà quale impresa quando un ragazzo che corre normalmente i 100 metri in 14″ invece di darsi da fare per correrli in breve tempo in 13″ molla la carriera agonistica per darsi alla corsa su strada come i quarantenni che devono buttare giù la pancia?

L’ideale è preparare tutti anche con gli ostacoli, la completezza della preparazione richiede questo. Nel reale dobbiamo affrontare delle battaglie piuttosto assurde e mi capita spesso di dire che anche se l’ottocentista che si allena già da un po’ non corre vicino ai due minuti se questo corre i 100 metri in 12″ netti ha comunque già le basi per correre vicino a 1’50” sugli 800 o anche 3’40” sui 1500. L’alternativa è dirgli di andare a correre la maratona. Come fanno tutti.