CONSIGLI PER LA MISURAZIONE DEI PERCORSI

éMolti mi chiedono come fare per capirci qualcosa sulle andature di corsa visto che non possono disporre di un percorso misurato per l’allenamento. A queste persone il consiglio che do è “contachilometri da bicicletta anche di quelli da dieci euro purché sia ben tarato”. Per una buona taratura dello stesso è inutile che seguiate i consigli delle istruzioni perché il metodo migliore è andare su un percorso qualsiasi ben misurato e tarare sulla base di quello. Ma il soggetto che non ha il percorso per il podismo ben misurato non ne ha nemmeno uno neanche per la bicicletta. Allora s’impone un passaggio in più. Se il soggetto in questione come la maggior parte degli italiani ha un’autovettura dovrà partire da quella. Se non conosce nemmeno la taratura del contachilometri della sua vettura gli consiglio di indagare per arrivarci perché a prescindere dall’utilità che ne avrà dopo per misurare i percorsi da podismo è sempre bene sapere cosa vi racconta la vostra automobile. Ne ho avuta una (era pure una buona autovettura che non ha creato grandi problemi di manutenzione) che sbagliava sul contachilometri addirittura del 12%. Questo scarto veniva riportato fedelmente anche dal tachimetro che segnava una velocità superiore del 12% di quella che facevo realmente. Praticamente quando mi segnava i 100 chilometri all’ora stavo facendo gli 89 chilometri all’ora. Era giusto saperlo non solo per calcolare bene i tempi di percorrenza dei viaggi ma anche per fare i conti con i limiti di velocità. I miei amici se ne accorgevano, la chiamavano “l’imbrogliona” e dicevano che andavo troppo piano perché consideravo i limiti di velocità sulla base di quel tachimetro decisamente sballato. In realtà io sapevo benissimo della franchigia di sicurezza garantita nel rispetto dei limiti da quello strumento e ci marciavo per essere prudente. Come si fa a controllare il tachimetro di un auto? Non solo sulla base delle indicazioni degli amici ma con percorsi di medio-lunga percorrenza su tratti autostradali o altri tratti sicuramente ben misurati (per esempio dove ci sono i riferimenti molto precisi delle case cantoniere sulle strade statali). Dalla buona misurazione del contachilometri dell’auto che è un giochino semplice semplice si passa ad un tratto qualsiasi non troppo breve che sia percorribile in bicicletta. E’ evidente che se si vuole una misurazione discreta si parla di almeno dieci chilometri. Bisogna un po’ mediare fra le proprie esigenze di precisione assoluta e le proprie capacità di cicloturista. Misurando un tratto di venti chilometri difficilmente sbaglierete di percentuali significative. A quel punto con la bici ben tarata si vanno a misurare i percorsi da fare a piedi. Se avete fatto un lavoro fatto bene sbagliate al massimo di venti o trenta metri su un percorso di dieci chilometri che vuol dire una cifra poco significativa per valutare bene i tempi di allenamento. L’errore più grosso lo si può fare nell’ultimo passaggio quando con la bici ben tarata andate su un percorso un po’ dissestato dove la ruota tende a saltellare e si fa pure fatica a tenerla dritta. Su quel tipo di percorsi mi permetto di osservare che un’ottima misurazione è difficile ma anche poco utile perché non è su quei percorsi che vi dovete testare. Il percorso sul quale fare i test dovrà essere simile ad una pista, piatto con un’ottima superficie di appoggio senza troppe curve e pertanto perfettamente misurabile con una bici ben tarata. E se uno sta preparando le corse campestri? Allora sa bene che il discorso specifico relativo alla campestre è ben diverso da quello che riguarda le gare su pista e la necessità di ottime misurazioni può anche passare in secondo ordine.

A tal proposito do un’indicazione anche per chi non ha l’automobile e nemmeno una bicicletta sulla quale applicare un trappola di contachilometri da dieci euro. A quel personaggio non consiglio assolutamente di comprare un aggeggio da polso di ultima generazione di quelli che oltre che le misure del percorso ti danno anche le previsioni del tempo e gli indici di borsa. No, molto semplicemente do il consiglio di vedere dov’è la pista di atletica più vicina a casa perché tale mossa oltre che essere valida per capire e conoscere l’ambiente dell’atletica è un’ottima strategia per diventare buoni misuratori di percorsi pure… senza contachilometri. Questa può sembrare assurda ma non lo è come pare. Se un atleta acquisisce una certa sensibilità di corsa su certe andature e le impara a riconoscere poi può riportate quelle intensità uguali e diventare addirittura un misuratore di percorsi. Anche qui si tratta di misurare percorsi piatti e regolari perchè se uno passa dalla pista alla scalata del monte Everest non potrà certamente avere la sensibiltà che gli consente di fare la misurazione attendibile sul monte Everest ma se uno ha imparato bene il ritmo in pista e lo stesso giorno, nella stessa seduta di allenamento va fuori a misurare in percorso piatto, vi dico che se è concentrato e poi fa pure la controprova con il rientro finale in pista, sbaglia al massimo di 10 metri al chilometro ottenendo risultati più precisi di quelli che può garantire un fantastico aggeggio da polso di quelli che costano un occhio ed hanno una tecnologia talmente evoluta ma talmente evoluta che riescono tranquillamente a sbagliare anche di 20-25 metri al chilometro da tanto che è evoluta.

Per cui la mi scaletta è questa per una buona misurazione dei percorsi: 1°) Contachilometri da bicicletta di quelli a buon mercato (che può essere applicato su qualsiasi bicicletta) ma che sia ben tarato e dunque non seguendo le istruzioni ma sulla base di altri percorsi misurati, pure speculando sulla taratura del contachilometri dell’auto se necessario. 2°) In alternativa ma altrettanto interessante ed efficace: andare in pista a provare le andature, impararle e poi sulla base di queste a sensazione andare a misurare altri percorsi (ovviamente scorrevoli e lineari quasi come la pista altrimenti il giochino diventa impossibile). Questa seconda opzione è indubbiamente un po’ più difficile da applicare e richiede indubbiamente una certa sensibilità sul ritmo da parte dell’atleta cosa che, soprattutto trattando di principianti, non è da tutti. Allora come terza ed ultima opzione vi consiglio di provare i nuovi supporti tecnologici. E quella è la strada più impervia perchè non vi consiglio di acquistarli: costano troppo e sono pure imprecisi. E allora cosa fate? Visto che cominciano ad essere piuttosto diffusi ve ne fate prestare uno oppure chiedete che un amico vi faccia una misurazione su un vostro percorso. A quel primo sarete solo al primo round e ne occorrerà anche un secondo e quasi di sicuro un terzo prima di mettere K.O. i vostri dubbi perché vi garantisco che i vostri dubbi resisteranno molto bene nel senso che ogni contachilometri da polso dice la sua e pare che più sono costosi e meno siano attendibili. Insomma vi toccherà fare una media dei risultati fra le varie misurazioni. Chiaro che questa è la strada più difficile e, se non ce l’avete, vi verrà voglia di comprare una vecchia bici alla quale applicare uno straccio di contachilometri da bici molto più economico ma anche più preciso se ben tarato.

In ogni caso il giretto in pista ve lo consiglio sempre perché anche se non è lì che diventerete ottimi misuratori di percorsi potrete confrontarvi con gente che vi può dare ottimi consigli per preparare la corsa su tutte le distanze. Ricordatevi sempre che la corsa non si fa solo su strada ma si fa anche nei parchi, in campagna e pure molto bene anche su pista visto che la pista per l’atletica è fatta proprio per correrci sopra.