“Praticamente tu sostieni che visto che la televisione ci racconta un sacco di balle non tutto è proprio così nero e dunque si può anche essere ottimisti.
Sul fatto che la televisione racconti un sacco di balle penso che non ci siano dubbi. La tv non vuole fare informazione ma semplicemente audience, funziona così. Purtroppo di queste grandissime balle che ci racconta mentre è vero che alcune sono peggiorative della realtà (la paura fa audience ed una notizia terrificante adeguatamente caricata fa più telespettatori di un ottimo film del terrore…) è anche vero che molte notizie, nemmeno riportate ma semplicemente omesse, sono molto peggio di quelle riportate.
Insomma è un po’ difficile essere ottimisti solo perché ci siamo resi conto per l’ennesima volta che la tv dice un sacco di balle. Tutto sommato questa non è una notizia nuova e non ci voleva certamente il Covid per farci capire questa cosa.
Dal tuo punto di vista noti continuamente che non si è fatto nulla in tema di mobilità urbana, nonostante il Covid. Hai forse altri motivi per essere ottimista?…”
Non è per niente facile essere ottimisti ed anzi guardando la televisione il compito non è per niente facilitato, tutt’altro.
La mia osservazione in effetti era piuttosto grossolana e si presta proprio ad una miriade di critiche. In sintesi io ritengo che quando tutti si rendono conto che la tv le spara troppo grosse forse arriva il momento che la gente reagisce, spegne la televisione e comincia a ragionare con la propria testa invece che con quella della televisione. La buona novella potrebbe essere proprio questa. Il Covid potrebbe essere il detonatore che ci fa cambiare davvero atteggiamento nei confronti dell’informazione.
Quando dico che c’è gente che si è fatta influenzare più dalla tv che dal proprio medico (attenzione che qui non sto assolutamente sposando nessuna causa né di tipo “si vax” e tanto meno di tipo “no vax”) dico una terribile realtà incontestabile che fa capire il peso dell’informazione televisiva.
Mi pare evidente che la trasfigurazione dell’informazione avvenga proprio sulla base delle informazioni omesse più che su quelle trasferite. Insomma noi sappiamo un sacco di cose sulla percentuale dei vaccinati in Italia ma magari non sappiamo che in certe zone del mondo la vaccinazione è quasi a zero perché non sono disponibili i vaccini. E allora crediamo che la diffusione della pandemia dipenda più dalla necessità politica di convincere chi non vuole vaccinarsi (e ci torturiamo sulle motivazioni di chi ha deciso di non vaccinarsi) quando ci sono milioni e milioni di persone che vorrebbero vaccinarsi ma non possono perché non hanno il vaccino disponibile.
Il catastrofismo è certamente orientato in alcune direzioni e praticamente soppresso in altre. I morti per inquinamento non fanno notizia, i morti per fame non l’hanno mai fatta e il bollettino giornaliero delle vittime per fame non l’hanno mai inventato e non lo inventeranno mai perché quel giorno che lo inventano si capisce chiaramente che è il sistema economico che non funziona e non la pandemia che l’ha messo in crisi. Se il problema dell’umanità fosse solo la pandemia potremmo anche dire che stiamo vivendo un’ epoca serena. C’è una sola malattia che ci devasta la vita e stiamo tentando di tenerla sotto controllo diffondendo un vaccino che qualcosa fa di sicuro (i dati parlano chiaro) e studiando nuovi farmaci per combattere questa nuova malattia. Magari fosse così. C’è un disastro ambientale in atto nella lotta contro il quale siamo in ritardo almeno di mezzo secolo e non facciamo proprio nulla o quasi. Ci sono malattie quali il cancro per le quali invece è da tantissimo tempo che stiamo studiando rimedi ma i progressi sono proprio lenti e continuano a sterminare la popolazione di tutte le età in modo ancora più significativo del Covid e poi ci sono problemi politici assolutamente ingiustificabili in una società civile che provocano ancora un numero stratosferico di vittime per fame. Insomma non ci sarebbe proprio nulla da essere ottimisti ed anzi da essere definiti scemi a provare ad esserlo.
Il fatto è che la politica è bloccata anche per colpa di un mondo dell’informazione che perpetua sé stesso e fa in modo che i cambiamenti epocali nello stile di vita e nelle scelte politiche ai quali siamo chiamati urgentemente, siano continuamente rimandati. Nel momento in cui questo sistema dell’informazione collassa anche per uno stramaledetto virus che proprio non ci voleva ma mette a nudo i problemi di una informazione deviata e funzionale a mantenere solo certi equilibri ormai insostenibili, quella non è una cattiva notizia, anzi. Per restare in salute e salvaguardare quella del pianeta dovremo usare la nostra testa e non fare ciò che ci dice la televisione, questa è la lieta novella. Da automi non ci salviamo certamente, mai come ora il genere umano ha in mano il suo futuro, usare la testa è un imperativo non un opzione.
Capisci che l’orticello dell’attività motoria in un contesto simile è ben poca cosa e comunque qualcosa è accaduto pure lì perché per colpa del Covid la gente si è resa conto di quanto sia importante muoversi all’aria aperta. Si è pure resa conto di quanto siano devastate le nostre città dalle auto perché in pochi momenti sono riuscite a vederle senza. Se le piste ciclabili prima potevano apparire un capriccio radical chic adesso più o meno tutti hanno capito che invece sono un’ urgenza non procrastinabile. La televisione ovviamente su tutte queste cose glissa perché deve rispondere essenzialmente ai suoi sponsor. In breve la tv ti racconta solo quello che le fa comodo per la sua sopravvivenza. E questa non è certamente una novità ma forse ce ne stiamo rendendo conto solo adesso. La prossima volta che ci chiudono in casa, se dovesse succedere, in primo luogo bisogna capire se ci fa davvero bene alla salute consultando il proprio medico (e non il telegiornale) e se fossimo davvero costretti a stare a casa per motivi sanitari sarà proprio il caso di tenere la tv spenta. Di disinformazione ne hanno passata già abbastanza.