Riporto per integrale (non lo faccio praticamente mai anche per problemi di brevità ma quando ce vò ce vò…) un commento di un impegnato operatore sportivo che si spacca in quattro da molti anni per portare avanti l’attività sportiva di base. Il suo è uno sfogo garbato ma preciso e ben più chiaro del mio articolo. Non sono necessarie repliche se non che sono contento di aver scritto quell’articolo almeno per il fatto che ha provocato questo commento.
“Al di là della libera scelta dei singoli che va sempre e comunque rispettata, quello che il governo sta continuando a fare con il lasciapassare è semplicemente inaccettabile e irrispettoso. Ma parlando di sport lo è ancora di più visto che si “puniscono” ragazzini di 12/13 anni impedendo loro di fare sport e di avere una vita sociale normale. Ma a questi “personaggi” non interessa se un ragazzino deve rimanere a casa e non può correre su una pista di atletica o in un campo da calcio, per loro è certamente più accettabile permettere a 60.000 persone munite di lasciapassare di andare allo stadio, senza mascherina nel mese di gennaio, non è che alla fine la salute non c’entra nulla ed è solo una questione di soldi, maledetti soldi. Il ragazzino avrebbe compromesso il “bene collettivo” distruggendo il mondo. I 60.000 invece lo avrebbero salvato. Federazioni ed enti di promozione sportiva tacciono, perché c’è del grasso da spartire ed è meglio allinearsi.
Altro che salvaguardia di chi fa sport (a meno che non si voglia ancora credere alla bugia dell’untore per decreto… che ultimamente si sente sempre meno). Questi non si sono mai nemmeno posti la domanda (parlo per esperienza personale) su quanti abbiano abbandonato lo sport a causa del lasciapassare e delle assurde regole imposte.
Ho viaggiato per quattro mesi da ottobre a gennaio e posso parlare per esperienza personale in merito alla desertificazione dell’Italia e delle sue attività produttive. Sconsolante e deprimente. Ho viaggiato all’estero questo inverno e in nessun posto il cittadino è maltrattato come in Italia, quando parlavo del lasciapassare mi guardavano stupiti dicendo che non ce n’era bisogno né per muoversi, né per mangiare, ancor meno per lavorare. Hanno creato lacerazioni che non si rimargineranno presto.
Obiezione di coscienza e resistenza civile sono le uniche armi contro questo scempio!”
Ora qualcuno potrebbe obiettare che sono un coniglio perché faccio dire ad un mio collega in un commento ad un articolo cose che non ho il coraggio di scrivere io, però mi tocca ribadire, a costo di creare attriti con chicchessia, che sono decisamente dello stesso parere anch’io: o la nostra classe politica si sveglia in tempi rapidi o la scelta dell’obiezione di coscienza e della resistenza civile resta l’unica perseguibile perché, anche se non ci si pensa mai a sufficienza, lo sport è salute e la salute non può essere minata da politiche idiote e irrispettose delle esigenze della collettività.