“Ho letto l’articolo sui gruppi di cammino, abito nella tua stessa città ed ho capito che quando hai accennato al ciclista che prende la multa assurda perché manca la pista ciclabile alludevi ad un fatto concreto che ha fatto molto scalpore in città. Il ciclista poi pare che la multa se la sia tenuta e la pista ciclabile non c’è ancora anche se probabilmente i vigili faranno attenzione a non dare altre multe simili per non fomentare un’insurrezione popolare dei ciclisti che si sentono veramente presi per i fondelli in queste situazioni…”
Effettivamente quella del ciclista multato è proprio vera ed ha pure trovato chi ha sostenuto l’operato del vigile perché anche i ciclisti devono avere delle regole. Non c’è dubbio che anche i ciclisti devono avere delle regole ed io predico sempre che devono essere educati altrimenti fanno fare brutta figura a tutta la categoria e si mettono su un piano peggiore di quello degli automobilisti. Però il buon senso deve informare tutte le situazioni e per capire che in una strada ad altro traffico senza uno straccio di pista ciclabile il ciclista non ci va volentieri e se trova una stradina di quartiere secondaria che permette di bypassare la percorre per salvarsi e non per commettere una terribile infrazione al codice della strada, a mio parere, non occorre una gran fantasia. La soluzione non sarebbe poi molto complessa, visto che non si può trasformare (anche se sarebbe la vera mossa risolutiva…) in pista ciclabile l’importante arteria di scorrimento automobilistico, si mette ai 30 km/h la stradina di quartiere, viene resa transitabile con le autovetture solo dai residenti e si invitano caldamente i ciclisti ad usarla come pista ciclabile evitando di rischiare la vita sulla strada per le auto. Niente multe, niente polemiche, le auto dove devono andare le auto, le bici dove devono andare le bici ma non prendeteci in giro con il senso vietato per le bici sulla pista ciclabile perché ci devono passare le auto ai 50 km/h perché allora vuol dire che è veramente la dittatura delle auto.
Il caso mi ricorda un po’, facendo un parallelismo con lo sport, quello del marciatore Schwazer che beccato positivo, chissà per quali motivi, all’antidoping ha fatto capire che c’è un problema colossale nell’antidoping ed il vero problema non era la sua positività (sulla quale fatti successivi fanno scatenare dei dubbi…) ma il fatto che i controlli non funzionano assolutamente. E così quel ciclista ha fatto capire che il vero problema non era lui ma il fatto che non esisteva una pista ciclabile che potesse evitare di farsi assassinare sulla via principale.
Il marciatore Schwazer è stato condannato praticamente all’ergastolo per aver sollevato il problema, il ciclista è stato multato come se avesse messo a repentaglio la salute di chissà chi tentando di salvare la sua dalla strada per le auto. Un antidoping che funziona davvero non esiste ancora, una vera pista ciclabile su quella strada nemmeno. Praticamente protestare è vietato, bisogna pagare e stare zitti perché il vero problema non lo vuole risolvere nessuno. Per quanto riguarda l’antidoping mi spiace che ogni tanto facciano pagare uno per tutti per far finta che i controlli funzionino, per quanto riguarda le piste ciclabili la cosa la ritengo ancora più grave perché riguarda la salute di tutti i cittadini e non l’esito di una competizione sportiva.