Commento a “I negazionisti del clima”

Del tuo ultimo articolo salvo il “freddo calcolo” con il quale ti tratterresti dal mollare un pugno ad un negazionista del clima. In un’estate rovente come questa il “freddo” calcolo ci sta bene. In effetti tu hai la percezione di trattare argomenti che sono decisamente più grandi della portata media dei discorsi del tuo sito, però, giustamente, dici che anche chi fa sport è “allenato” a percepire l’ambiente e pertanto ‘sta balla colossale che “non è vero che il clima sta cambiando” non si può sostenere.

I negazionisti del clima non esistono perché si divertono a fare figure di merda sostenendo tesi che anche i bambini capiscono che sono insostenibili ma per un motivo piuttosto drammatico.

Dopo il sistema comunista sta lentamente e inesorabilmente crollando anche il sistema capitalista, fondato sull’esasperazione dei consumi. Non esiste sul pianeta un sistema economico alternativo a far andare avanti la baracca. Tu stesso nella tua delirante analisi politica ammetti che la Cina è il paese più capitalista che ci sia. Ed in effetti per dichiarare guerra alla Cina non occorrerebbe nessuna arma strategica, basterebbe tornare a consumare ciò che abbiamo bisogno di consumare. In pochi decenni la Cina si trova in ginocchio perché sta producendo tutto ciò di inutile che il sistema capitalista ha indicato come necessario per vivere.

Le automobili funzionano con carburanti antichi perché c’è una necessità di consumare petrolio dettata da questo sistema economico. Di fronte a questi problemi l’effetto serra sembra il male minore e quando dici che la deflazione ne ammazzerà meno dell’inquinamento sei un ottimista perché forse in qualche modo potremmo anche far fronte all’effetto serra, soprattutto se non verticalizza in modo improvviso i suoi effetti mentre non siamo per nulla pronti ad affrontare una deflazione drammatica che sconvolga il sistema economico. I due problemi sono collegati e se davvero la gente percepisce che l’effetto serra è un problema attuale e non si può continuare a rinviare la sua considerazione ci troviamo in piena deflazione grave. Inquinamento e crisi del sistema economico sono due aspetti dello stesso problema. Se qualcuno urla “State calmi, non sta succedendo nulla!” non lo fa per idiozia ma solo perché spera di limitare l’effetto panico che può portare a mutamenti repentini. Probabilmente non resteremo senza petrolio come qualcuno immaginava ma resteremo senza motivi sostenibili per continuare a comprarne e ciò da un punto di  vista economico è probabilmente più grave della fine del petrolio. Per un commerciante la tragedia non è quando finisce il prodotto ma quando questo resta sul banco e questa è la situazione, contornata da una situazione ambientale che è sotto gli occhi di tutti, non solo di chi va a correre…”

 

Questo è certamente un discorso di macropolitica ed io non ho ne le basi culturali né la volontà di affrontarlo. Mi scandalizzo semplicemente quando qualcuno che riesce pure ad avere il risalto dei sistemi di informazione si mette a sparare cagate pazzesche del tipo “Il clima non sta cambiando” e pretende che la gente stia lì a bersi questi discorsi. Viene da pensare che chi riesce a pubblicizzare questi discorsi abbia interessi in multinazionali che certamente avranno problemi a confrontarsi con problemi legati all’inquinamento crescente. In Italia abbiamo avuto problemi esemplari all’Ilva di Taranto dove da una parte esiste un colosso che provocava un danno ambientale mostruoso e dall’altra parte una popolazione che in gran parte vive grazie all’esistenza di quel colosso. Sono problemi che vanno affrontati certamente con scelte politiche forti e che non possono essere ignorati dicendo che il danno ambientale è sotto controllo. Il danno ambientale in quelle situazioni non è mai sotto controllo così come è inestimabile il danno sociale patito da popolazioni che vivono su quegli impianti.

Esiste un problema economico grave, per fortuna il sistema capitalista si sta sgretolando in modo più lento di quanto abbia fatto quello comunista. In questo panorama la questione ambientale non è irrilevante perché arriva a minare la salute dei cittadini. Che sia opportuno far finta di nulla per dar modo all’economia di reagire con i suoi tempi questo non lo so. Certo c’è davvero il rischio che qualche negazionista improvvisamente cambi idea e dica: “Scusate no, siamo nella merda fino al collo, ci siamo sbagliati, adesso vediamo cosa si può fare.” Penso che essere onesti con i cittadini sia sempre la cosa migliore, come economisti, come politici, come giornalisti.

Il clima sta cambiando, non ci sono balle. In attesa di direttive ben chiare pare evidente che l’unica soluzione possa essere solo ridurre i consumi, soprattutto dei prodotti che aumentano notevolmente l’inquinamento. Poi c’è ancora un sistema economico che ha bisogno di produrre di più e di vendere di più ma non può farlo senza regole.