“…non si capisce se il tuo è il Manuale del Giovane Sovversivo o un sito che tratta di attività motoria. Cosa c’entra la scontatissima critica alla società fondata sul danaro con l’attività motoria? Questa volta non hai osato inserire questo articolo altamente politicizzato nella sezione “Attività motoria per tutti” ma l’hai messo solo fra gli “aneddoti” ma non è un aneddoto il fatto che tu non riesca a sopportare gli effetti collaterali dell’economia di mercato. Non vedo il nesso, un conto è la visione politica delle cose ed un conto è la convinzione su un certo modo di intendere l’attività motoria…”.
Il nesso c’è eccome.
L’economia di mercato sta stritolando tutto e tutti, non solo la scuola, non solo i giovani, non solo il modo di intendere l’attività motoria ma addirittura il modo di intendere la politica e questa osservazione ne è un esempio lampante. La Politica con la “P” maiuscola, quella che non esiste più tanto per intenderci, quella degli ideali e non quella che serve solo per fare danaro in modo illecito è la peggior nemica di un sistema economico fallimentare e tenuto in piedi a stento da pochi burattinai che non hanno nessun interesse a cambiare radicalmente le cose.
Se si è capito che nesso c’è fra un certo modo di intendere la scuola dove lo studente è protagonista ed un altro modo di intendere la scuola dove il “verbo” è trasmesso per bontà divina dai professori mi fa piacere altrimenti non ho i numeri per spiegare meglio questo concetto che è probabilmente più semplice ed immediato di quanto si possa pensare pure se sconcertante.
Il nesso fra attività motoria e sistema economico al collasso è fin troppo evidente e si spia molto bene, per esempio, in Italia valutando le possibilità pratiche di movimento offerte al cittadino a livello istituzionale. La più concreta è quella offerta dalla scuola che finisce con la scuola superiore (all’Università già non esiste più) per il resto con un’ espressione tipicamente italiana ci tocca dire “nebbia in Val Padana”. Ma in questo caso è proprio nebbia fitta su tutto il territorio, pure su Alpi, Appennini ed Isole.
Laddove non arriva il pubblico arrivano i privati ma ci arrivano con scelte che sono tipicamente orchestrate dall’economia di mercato e quando qualche privato prova a fare l’eroe, rischiando il fallimento e rifiutando la logica delle mode per venir incontro alle vere esigenze del cittadino quell’eroismo è visto con sospetto da chi muove i capitali e non vuole interferenze “metodologiche” pericolosamente devianti.
L’economia di mercato ha prodotto i supermercati del fitness. Siete liberissimi di amarli, foraggiarli ed incentivarli nella loro entusiasmante missione di diffusione di un certo tipo di attività fisica. Ma se avete un minimo di spirito critico andrete a trovare un professionista serio tre volte l’anno se vi costa troppo e se non avete i soldi per frequentare la sua palestra farete a casa vostra quanto vi consiglia di fare lui. Se è serio non può certamente dirvi di andare dove vi prendono in giro.