Riporto integralmente un commento ad un mio articolo su Gianfranco Sommaggio. L’articolo non è proprio recente ma ogni commento di questo tipo è sempre attuale, gradito e mi pare più che doveroso trascriverlo integralmente. Grazie
– Volevo fare un breve commento sull’articolo che riguarda Gianfranco Sommaggio. Quello che ha rappresentato per molte generazioni di persone è stato molto di più di quello che gli è stato riconosciuto come tecnico, perché, si sa, lo sport agonistico non dura per sempre, ma la vita cerca sempre nuovi stimoli. Non era un uomo che amava la retorica (purtroppo io invece ne farò un po’) e molti scambiavano i suoi discorsi con delle semplici invettive e considerazioni di chi non ha altri argomenti che escano dalla noiosa ripetizione di correre invece che pensare alle cose serie. Ma il suo intuito, la sua scaltrezza, la genialità che se lo conoscevi ti trasmetteva in ogni momento non hanno rivali su di una finale olimpica o record del mondo, imparavi a vivere quei momenti di sogno tramite l’entusiasmo che trasmetteva. Magari non subito, ma nel corso degli anni. Tutti abbiamo sognato alle sue parole: “Te si dotà par fare atletica ma bisogna che te te alleni”. Nel frattempo molto si perde per strada e alcuni perdono la strada ma sapevi che se andavi all’Arcella o Voltabarozzo o al Cus, insomma da qualche parte dove si corre, trovavi Franco che ti ascoltava e ti parlava. Non trasmetteva pietà ma sapeva che, ascoltando con pazienza, trovava spunti per la sua vita di allenatore e di uomo e non ti lasciava di certo nel limbo dell’oblio perché, quando meno te lo aspettavi, al tuo passaggio sentivi l’inquietudine del richiamo alla vita: “Zo i brassi, cori cazzo, no dormire!!!”. –