“Si chiamano App e anche se non vuoi nominarle in inglese perché non ti abbassi ad usare l’inglese nel tuo sito “snob radical chic” devi arrenderti al fatto che è il presente e probabilmente anche il futuro di buona parte del concetto di autogestire la propria attività fisica che tu invece proponi con tutt’altri canoni. Ci guazzano dentro anche multinazionali dell’abbigliamento sportivo ed è difficile che per il solo fatto che tu le paragoni alle bambole gonfiabili qualcuno possa pensare che non vanno prese molto sul serio. Tu hai questo vizio di non prendere sul serio la realtà che ti circonda e così quello fuori dalla realtà finisci per essere tu.
Non puoi continuare ad ignorare ciò che è di moda e se ti chiami fuori da quelle che sono le principali tendenze in fatto di distribuzione del movimento finisci per scrivere ad una elite di disadattati. Quanto all’immagine della bambola gonfiabile, complimenti, ne hai dato una bella immagine, potresti proporti come collaboratore per una ditta che le produce…”
Bene (in inglese si direbbe ok…) faccio parte di una elite di disadattati e spero che questa elite non si estingua. Ti dirò che a me chi segue troppo le mode fa un po’ pena ma questi sono discorsi un po’ troppo complessi per cercare spazio su un sito che tratta essenzialmente di attività motoria. Quanto al fatto che ditte che producono anche un buon abbigliamento sportivo si siano abbassate e a considerare l’argomento quello non è un mio problema. Ti dirò che non boicotto quelle ditte per quella scelta e se trovo un articolo interessante della loro produzione lo acquisto, non certamente (non so nemmeno se siano gratis o a pagamento) le App per gestire la preparazione fisica.
Sulla bambola di gomma ne ho una: non ho scritto quell’articolo per esaltare il prodotto “bambole di gomma” ma solo per dissacrare tutto ciò che sta attorno alla preparazione fisica artificialmente standardizzata e computerizzata. Poi ti dirò che quell’immagine della bambola di gomma quasi umana mi è piaciuta e l’ho scritta proprio con gusto. A volte se scriviamo le cose con entusiasmo (ma il mio entusiasmo era indirizzato a convincere le persone a pensare all’attività fisica che fanno…) con le parole finiamo per dipingere dei quadretti che possono avere anche più colori di quelli che può fare un pittore per il semplice motivo che questi quadretti hanno tutti i colori di chi vuole immaginarli.
Forse con questa storia della bambola di gomma sono riuscito a dimostrare che anche una semplice bambola di gomma può stimolare la fantasia più di una app per la standardizzazione della preparazione fisica. Senza tirare giù dal piedistallo la mia splendida bambola di gomma pensate che una preparazione fisica libera di essere sperimentata senza standardizzazioni sceme non possa essere ancora meglio?