Purtroppo un mio lettore segnala che ha sempre pensato quello che ho scritto su quell’articolo. Dico purtroppo, avrei preferito vedere una realtà tutta mia, distorta e che quell’articolo non fosse stato altro che l’ennesima corbelleria di tante che scrivo sul mio sito. Almeno per quel lettore pare che non sia così.
Ho scritto più volte che sono contrario al reddito di cittadinanza nella sua filosofia. Però devo ammettere che questa trovata raggiunge obiettivi che in Italia non si riescono a raggiungere in altro modo. Il reddito di cittadinanza fondamentalmente è stato sconfitto da imprenditori che si alzano alle cinque di mattina e si ammazzano di lavoro fino alle 10 di sera per sfruttare giovani che non vorrebbero essere sfruttati. Lo so che quegli imprenditori fanno aumentare il PIL ma io avrei la perversione di vivere in un paese dove quegli imprenditori sono costretti a migrare per buttare dentro i loro 50 o 100 euro all’ora che gli consentono una vita dignitosa.
Follia, sarei a confermare il reddito di cittadinanza per quei giovani che non riescono a trovare più il tempo per fare sport. Ma alla fine dovremmo dare anche il diploma di cittadinanza a quegli studenti di quarta e quinta superiore che non riescono a trovare più il tempo di fare sport altrimenti rischiano la bocciatura.
La festa del primo maggio mi urta un po’ i nervi perché pare diventata la festa degli sfruttati. Forse sarebbe il caso di inventarsi la festa del tempo libero che è quella cosa molto importante che i lavoratori di tutto il mondo dovrebbero avere e così festeggiando il tempo libero si potrebbero contemporaneamente festeggiare i lavoratori, se questi sanno cos’è il tempo libero.
Non manca il lavoro, è solo distribuito male perché c’è chi ci mangia su che ha deciso che deva essere distribuito male. Il lavoro distribuito male fa la fortuna di alcuni gruppi dirigenziali. Non bisogna mandare a casa i lavoratori, bisogna mandare a casa i dirigenti che sfruttano i lavoratori. I fannulloni da 12.000 euro al mese. Vuoi vedere che se mandiamo a casa quelli il mondo del lavoro cambia? Ma il PIL scende… Pazienza, ci arrendiamo a vivere in un paese con il PIL più basso e dove chi sfrutta la gente è costretto a scappare all’estero invece di stare qui a cambiare semplicemente le pedine da sfruttare.
La scuola dell’obbedienza che salva l’imprenditore, perché senza di lui l’Italia non va avanti e altrimenti è costretto a “delocalizzare”, è la stessa scuola che ti fa mollare lo sport a sedici anni. In quel paese dove se vai in piazza a manifestare ti infiltrano dentro un po’ di scalmanati che fanno saltare tutto e poi dimostrano che sei un folle sovversivo violento invece che un ragazzo che ha aperto gli occhi e chiede che cambi qualcosa.
Bisogna decidersi se ripetere la filastrocca a memoria o se inventare qualcosa di nuovo che possa migliorare la società ingessata nella quale viviamo, se la via più opportuna è questa seconda allora bisogna indubbiamente alzare gli occhi dal telefonino perché il telefonino è quel narcotico che la classe dirigente ha dato ai giovani (e non solo…) per non cambiare niente.
Capite che in un contesto simile, lo sport per tutti, anche per chi non ottiene grandi risultati, è una cosa anche abbastanza marginale e pure il reddito di cittadinanza non è che la punta dell’iceberg di un qualcosa che deve essere modificato nelle sue basi altrimenti il fannullone continuerà ad essere considerato chi non vuole lavorare a tre euro all’ora pure alla domenica e non chi si annoia a dover cercare nuovi adepti per tenere in piedi la sua attività che gli frutta si e no 100 euro all’ora, magari pure lordi… (e su questo lordi si gioca tutto il senso del discorso).