“Con riferimento all’articolo “Cammino, cammino a braccia alte e marcia” mi permetto di dissentire quasi in toto sulle opinioni esposte ed in particolare: 1°) Non penso che i 55 milioni di italiani che camminano (temo che siano di meno) non possano migliorare le loro abitudini di cammino. Penso che esista anche una tecnica di cammino, non solo di marcia e che possa essere migliorata anche quella. 2°) Con riferimento ai marciatori Tallent e Diniz, anche se non sono un giudice di marcia, ritengo che entrambi possano essere considerati degli ottimi marciatori visti i risultati da loro conseguiti e, pertanto, escludo a priori che possano essere accusati di marciare in modo non corretto. 3°) E poi, soprattutto, trattando quei molti italiani che hanno preso l’abitudine di camminare a braccia alte a ‘mo di marciatore, non vedo per quale motivo non dovrebbero farlo se si trovano bene a camminare in quel modo.
Ciò per precisione e… correttezza (visto che si parlava di correttezza della marcia). Buon lavoro.”
Il mondo è bello perché è vario ed io mi permetto di dissentire quasi in toto su tale commento anche se comunque ringrazio perché arricchisce sempre ospitare chi la pensa in modo diverso e tale commento mi permette di tornare sull’argomento.
Posso concordare, anche se parzialmente, solo sul primo punto del commento, nel senso che sono d’accordo sul fatto che gli italiani devono camminare di più (è questo il grande “cambio di abitudine” che occorre) ma per far ciò, a mio parere, non hanno alcun bisogno di mettere a punto una fantomatica tecnica del cammino, molto discutibile, visto che si impara a camminare a poco più di un anno senza lezioni di tecnica e si disimpara solo quando le gambe non ce la fanno più a reggerci in piedi. Il grande cambio di abitudine necessario come premessa per camminare di più è cominciare ad usare di meno l’auto. In tal modo si contribuisce anche a portare avanti la lotta contro l’inquinamento che è un tema importantissimo dei nostri tempi. Uno studio, mai troppo pubblicizzato, svolto in Germania, ha dimostrato che l’inquinamento da gasolio dei gas di scarico delle auto è devastante e decisivo anche per l’incremento delle allergie, sempre più diffuse fra la popolazione. Alla faccia del terribile inquinamento da carbone presente nella ex Germania Est ai tempi della DDR le allergie si sono diffuse in modo clamoroso su quei territori solo dopo la caduta del muro di Berlino, quando i tedeschi dell’est hanno iniziato ad utilizzare il gasolio per autotrazione come gli occidentali. Non a caso nei restanti paesi europei le allergie hanno avuto una grande diffusione ad inizio anni ’80 quando gli automobilisti hanno cominciato a scegliere il gasolio come carburante preferenziale per le auto. Gasolio o non gasolio in ogni caso le auto inquinano e andare a piedi è certamente un’ottima strategia anche per affrontare quel problema.
Pertanto sono d’accordo che il cammino deva essere pubblicizzato in tutti i modi perché fa doppiamente bene alla salute. Il fatto sul quale non sono d’accordo è che per camminare sia opportuno mettersi in tuta e scimmiottare in modo maldestro i marciatori agonisti.
E’ molto più “sportivo”, a mio parere, chi rinuncia ad utilizzare l’auto per andare in ufficio e ci va in giacca e cravatta camminando con le braccia assolutamente rilassate di chi usa l’auto tutta la settimana, anche per le cose per le quali non sarebbe necessario usarla e poi, ogni tanto si mette in tuta per andare a camminare con le braccia rigorosamente alte e facendo finta di andare veloce. A certe andature (sotto i 7-8 chilometri all’ora che sono comunque andature molto rapide di cammino) non è assolutamente produttivo per la tecnica di cammino alzare esageratamente le braccia e viene da chiedere a coloro che lo fanno se questo per loro è un gesto istintivo o è dettato da chissà quali convinzioni.
Per quanto riguarda Tallent e Diniz siamo semplicemente di parere opposto. Mi permetto solo di far notare come non sempre tecnica e valore dei risultati vadano di pari passo. Michael Johnson, grandissimo atleta appena detronizzato del record del mondo dei 400 metri è ancora l’unico atleta della storia che sia stato capace di correre l’accoppiata 200-400 metri in meno di 1’02″5. Ebbene, la sua tecnica di corsa, per quanto efficace, non può certamente essere presa come modello. Se parliamo di modelli di tecnica nella marcia io sono ancora a sperare che reintegrino il nostro Alex Schwazer e poi vediamo se marcia meglio lui o Diniz e Tallent.