COME LA VALUTAZIONE HA ROVINATO ANCHE L’APPROCCIO ALL’ATTIVITA’ FISICA

Fuggite dai plicometri. E’ il nuovo strumento che chi fa una pubblicità del tutto scriteriata all’attività fisica brandisce per convincervi a praticare un certo tipo di attività. Invece di decantare l’aspetto ludico, emotivo e di svago dell’attività fisica vogliono convincervi che l’importanza della vostra sana attività fisica è determinata dalle risultanze del plicometro e così rischiano di rovinarvi il gusto per l’attività fisica veramente salutare e spensierata.

Nell’ultimo articolo, partendo dalla diversa considerazione fra lo sport professionistico e quello amatoriale nelle direttive per il contenimento della diffusione del Covid, con un volo pindarico sono arrivato perfino a dire che la scuola potrebbe anche considerare di limitare le verifiche visto che non c’è tempo da perdere e bisogna pensare alle cose essenziali da far andare avanti con priorità assoluta. Visto che i tempi sono ristretti perché bisogna pensare anche al problema dei trasporti ed è il caso che gli studenti non li intasino quando li intasano anche tutti gli altri allora inventiamoci una scuola più snella dove si insegna ma non si verifica perché non c’è tempo di farlo. Ovviamente mi sono allargato troppo come al solito e sono stato ammonito ad occuparmi del mio orticello che è l’attività fisica e non la scuola ed è stato portato alla mia attenzione il fatto che se le verifiche a volte abbondano nella scuola e possono anche essere un po’ criticabili, nel mio orticello, che è l’attività fisica, la valutazione ha letteralmente devastato la materia ben peggio di quanto abbia fatto la scuola con le sue proverbiali verifiche. In breve se la scuola riesce a sopravvivere nonostante le verifiche noiose e talvolta inopportune l’attività motoria è letteralmente assassinata da alcune valutazioni che con la salute non hanno nulla a che fare e che vogliono giustificare approcci all’attività fisica del tutto irrazionali. Insomma quelli che hanno giocato male e continuano a giocare male con la valutazione non sono gli insegnanti di matematica o di italiano ma siamo proprio noi, esperti del movimento, che con criteri di valutazione del tutto sconsiderati abbiamo stravolto il modo di intendere l’attività fisica portandolo su binari che con il divertimento e lo svago non hanno nulla a che spartire.

Praticamente vediamo la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave nel nostro.

Tutti sbagliamo ed indubbiamente anche gli esperti del movimento sbagliano. Io dico che quelli meno abbagliati dal business sbagliano meno ed hanno il coraggio di dirvi che l’attività fisica non si sceglie in base alle risultanze del plicometro. Quando io sbaglio perché critico un modello di scuola che considero arcaica, troppo legata alla competizione sui voti piuttosto che al vero apprendimento, sbaglio perché mi rendo conto che questo atteggiamento condiziona troppo gli stili di vita degli adolescenti italiani. Quando un adolescente sentenzia che ha abbandonato la pratica sportiva perché non ce la fa a portarla avanti con la scuola gli insegnanti si dividono fra quelli che apprezzano con simpatia questo atteggiamento maturo e quelli che dicono “Non è vero, è solo una scusa perché non hanno voglia di fare nulla”. Vi garantisco che vi sono ragazzi che davvero fanno fatica a conciliare l’attività sportiva con la scuola e non prendono in giro nessuno e sono semplicemente scandalizzato del fatto che quando un ragazzo di 15, 16 o 17 anni abbandona la pratica sportiva invece di tentare di capire cosa è successo si commenti che quella è una scelta di maturità. Quella non è una scelta di maturità ma una scelta di rassegnata disperazione in un sistema che non funziona.

Ha ragione chi afferma che si sta usando la valutazione (pure in modo pseudo scientifico…) in modo maldestro anche nell’attività motoria con la scusa di proporre in modo convincente piani di preparazione fisica consistenti a potenziali nuovi utenti delle palestre private, purtroppo è anche vero che la valutazione inquina anche altri ambiti del nostro vivere e pare quasi che il mondo dell’attività fisica si sia adeguato a questo andazzo. Invece che vivere dobbiamo porre pezze a valutazioni allarmanti. L’esistenza non è più un percorso libero ma una continua rincorsa a tamponare falle di valutazioni che ci segnalano che ci sono buchi dappertutto. Forse è giusto che cominciamo proprio noi esperti del movimento a rifiutare questa moda della valutazione a tutti i costi ed allora a chi vi propone una certa attività fisica brandendo il plicometro vi consiglio di farvi prestare il plicometro e dimostrare che siete abilissimi atleti specializzati nel lancio del plicometro, recente disciplina olimpica che può dare grandi soddisfazioni ai colori azzurri, nella dimostrazione state però attenti a non colpire qualcuno perché il plicometro è pericoloso in tutti i modi, anche lanciato con una grande maestria.