Premetto che non sono obiettivo nel trattare di cicloturismo perché essendone un accanito sostenitore ne vedo solo i pregi e non i difetti. Ritengo che il cicloturismo sia il turismo del futuro ed il tipo di turismo più sensato, intelligente ed auspicabile per ogni turista che ama e rispetta l’ambiente che vuol visitare. Il cicloturismo permette di vivere il posto che si va a visitare ma non solo, anche di vivere il viaggio, vivere le differenze fra un posto e l’altro e comprendere la gradualità di sfumature del cambiamento fra una località e l’altra. Questa è la grande cosa che manca al turismo di tipo tradizionale e soprattutto a quello aereo dove, con poche ore di viaggio ti trovi catapultato in una realtà che è decisamente differente dalla tua.
C’è da dire che, per chi è corroso dallo stress e non può contare certamente su tempi molto dilatati per “staccare” e fuggire in vacanza, l’opzione “fuori dalle scatole subito e più distante possibile con l’aereo” è l’unica perseguibile. Ma per chi non è corroso dallo stress e può permettersi il lusso di una vacanza senza stress e con tempi umani l’idea di pigliare la bici ed allontanarsi pian piano da casa è la cosa più entusiasmante che ci sia. C’è gente che ha visto luoghi distanti un’infinità da casa sua ma non ha mai visto i dintorni di casa sua, ciò non è possibile con la bici che ti costringe ad assaporare il lento allontanamento da casa. Oppure, se proprio uno è preso dalla smania di fuggire quanto prima può sempre aiutarsi con il treno o addirittura diventare cicloturista dall’altra parte del mondo fuggendo prima in aereo.
L’opzione di aiutarsi con il treno obiettivamente non è una cattiva idea, soprattutto in Italia dove, a volte, rischi di lasciarci le penne prima di aver lasciato il Paese perché la rete di piste ciclabili non è di ‘sta gran qualità.
L’Italia è un Paese bellissimo, fra i più belli al mondo ma non è molto facile da visitare in bicicletta, non per le continue ondulazioni (con la bici elettrica si affrontano senza problemi anche le continue ondulazioni) ma proprio perché la rete ciclabile non è efficiente e non da sufficienti garanzie al cicloturista.
A livello di cicloturismo siamo una specie di Paese del Terzo Mondo. Bellissimo, per carità (pure certi paesi del Terzo Mondo sono incantevoli…) ma non troppo facile da visitare.
Così accade spesso che il cicloturista italiano vada in giro per l’Europa a fare il cicloturista ma l’Italia se la visiti prudentemente in auto. E’ un peccato perché, così come gli italiani, anche altre centinaia di milioni di europei potrebbero visitarsi l’Italia in bicicletta se solo fosse dotata di una rete ciclabile capillare, sicura ed attrezzata.
La vacanza in bicicletta non è detto che debba essere la più economica ma anche lì si tratta di scelte e di capacità organizzativa. Se uno vuole improvvisare ed essere libero di cambiare programma quando vuole chiaramente sarà costretto a spendere qualche euro in più per alloggiare in posti non preselezionati. Se invece accetta di programmare un po’ si può studiare per tempo il pernottamento in posti abbastanza economici. Non c’è dubbio che il lusso di potersi fermare dove si vuole a seconda della propria stanchezza, dei propri capricci e pure delle condizioni meteorologiche è un lusso che può essere molto apprezzato.
Cosa importante è prevedere un quantitativo di chilometri giornalieri che sia abbastanza razionale e non esagerato. A tal scopo per chi è un po’ giù di allenamento e vuol comunque sostenere delle tappe di una certa lunghezza, l’impiego della bici elettrica non è per nulla una cattiva idea. Si tratta, ovviamente, di poter ricaricare la bici ad ogni tappa ma questa non dovrebbe essere una cosa problematica, a meno che uno non voglia addirittura arrangiarsi con la tenda. La bici elettrica consente di sviluppare l’idea del cicloturismo anche a chi non ha grandi capacità prestative e, su una bici normale, dovrebbe limitarsi a tappe di poche decine di chilometri al giorno. Con una bicicletta elettrica di normalissima concezione uno ha già 50-60 km praticamente “gratis” al giorno, se a quelli ne aggiunge qualche decina pedalando con le proprie forze, può tranquillamente arrivare a tappe di 80-90 km al giorno senza grosse fatiche, senza contare che ormai in commercio esistono bici elettriche anche abbastanza economiche che quei chilometri te li fanno tutti con una carica senza mai dover pedalare a bici “scarica”. E’ ovvio che anche la bicicletta a pedalata assistita richiede un certo impegno ma si può tranquillamente dire che il grado di fatica di 80 chilometri di bici elettrica è paragonabile si e no a 40 chilometri di bici tradizionale. Praticamente con la bici elettrica si possono sostenere tranquillamente chilometraggi doppi a quelli della bici normale. Quanto ai tempi di percorrenza invece non si può ragionare in quei termini. E’ vero che con la bici elettrica si possono sostenere medie un po’ più veloci, soprattutto con riferimento ai percorsi che prevedono molta salita, ma c’è anche da dire che se si vuole davvero fare i turisti e non gli agonisti del “Giro d’Italia” bisogna prendersela con calma. Tanto più che la carica stessa della bici elettrica ti dura di meno se la sfrutti a fondo per produrre velocità superiori.
Un discorso a parte riguarda i bagagli del cicloturista. Il cicloturista deve riuscire a contenere i propri bagagli, se non ha questa grande capacità parte con il piede sbagliato e rischia di crearsi dei problemi di non facile gestione. Chi non ha la capacità di contenere i bagagli o si arrende al camper, che con la bicicletta c’entra gran poco (salvo che ce la metti su ed ogni giorno vai a farti un giretto nei dintorni della località che hai raggiunto con il sudore… del tuo camper) oppure si procura uno di quei carrellini molto diffusi nel nord Europa ma che da noi sono praticamente vietati perché con le piste ciclabili che ci ritroviamo diventano un pericolo pubblico. Certamente riuscire a ridurre i bagagli ed evitare il carrellino è la scelta migliore. Poi però non siamo tutti uguali e c’è chi pur di non rinunciare a certe cose è disposto a fare tutta la vacanza con il traino. Chi parte così deve stare attento a non tornare particolarmente appesantito: il traino è una tentazione a comprarsi il mondo e a metterlo sul carrellino. Ma il vero cicloturista non si compra il mondo, lo visita e basta.