CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO

“…chi va forte va alla morte.” recitava un antico adagio che è troppo antico per poter condizionare il disastro che c’è sulle strade delle nostre città di oggi.

E disponibile sul mercato (in vendita davvero, stranamente) una vettura che più che un’automobile sembra un giocattolo per bambini. In effetti si può guidare addirittura a 14 anni e ci manca solo che possano guidarla anche i bambini che vanno alla scuola primaria e se tutti gli automobilisti fossero educati e rispettosi del codice della strada potrebbe pure essere così, invece questa è pura utopia e finisce che pure chi la vende te la sconsigli.

Il prezzo è basso, non è un lusso per pochi snob, forse è anche per questo che chi te la vende non la pubblicizza tanto, spera di venderti un’altra auto “vera” dello stesso marchio con la quale spera di incassare molto di più. E’ pure economica perché consuma poca elettricità e pertanto inquina mediamente molto meno di tutte le altre auto tradizionali. In effetti questa vettura per le altre è un vero e proprio incubo perché in città può sostituirle tutte con grande successo e… rallentarle.

Rallentarle, quello è il vero incubo perché questa vettura al massimo fa i 45 chilometri all’ora (così adesso sto pure facendo pubblicità perché non ci vuole molta fantasia a capire che auto è visto che sul mercato di così lente ce ne sono praticamente zero) e quindi nessuno può sfanalarti spazientito sperando che tu aumenti la velocità perché se stai andando su quella vettura proprio non puoi aumentare velocità. Questa vettura è amica dei pedoni, amica dei ciclisti ed è semplicemente nemica di chi pretende ancora di andare a 55 chilometri all’ora nei centri urbani nel ventunesimo secolo come in troppe, ma veramente troppe strade, è ancora possibile fare ancora nel ventunesimo secolo.

Questa vettura non ci arriva ai 55, occupa lo stesso spazio di una vettura vera anche se è piccola e anche se è abbastanza bassa non ci si può passare sopra, è assolutamente omologata, regolare e pertanto la si può usare senza infrangere la legge però infrangi uno dei miti del nostro tempo che è quello dello stress e forse è anche per quello che forse addirittura chi la produce non vuole nemmeno che venga molto diffusa. Se accedesse così sarebbe la rivoluzione del traffico urbano perché se hanno rotto le scatole i monopattini (come se la colpa del caos fosse loro) figuriamoci cosa succede se si diffonde questa. I monopattini in qualche modo li superi perché occupano meno spazio di una bici, questa proprio non la superi, ti tocca stare in coda e rinunciare agli splendidi 55 chilometri all’ora.

Citta à a misura di pedone e di bicicletta. La rivoluzione epocale che nessuno in realtà vuole per non turbare l’economia.

Non c’è bisogno di vendere alcuni milioni di quelle vetturette anche se a chi l’ha progettata io glielo augurerei perché per conto mio è stato un genio, basterebbe che facessero delle leggi molti semplici per cui nei nostri centri urbani si può davvero andare in bicicletta anche dove non c’è la pista ciclabile (praticamente dappertutto in Italia, anche perché la maggior parte delle piste ciclabili sono finte, per “bellezza”, per far vedere che hanno provato a fare la pista ciclabile ma non la usa nessuno…). A quel punto la vetturetta si può facilmente sostituire con delle fantastiche bici elettriche che si possono pure coprire per ripararsi dalla pioggia (per chi non lo sapesse con pochi soldi c’è pure un kit per coprire la bici elettrica e visto che è elettrica, anche se si fa più fatica a pedalare perché è poco aerodinamico, l’elettricità ti aiuta a procedere ad andature dignitose) oppure con i risciò che anche se non molto economici possono offrire più o meno lo stesso servizio della vetturetta elettrica ed in più ti fanno fare movimento fin che lo usi invece di stare fermo come nelle auto tradizionali.

Insomma il vero problema è che non c’è la volontà politica di fare leggi che privilegino davvero l’uso della bici perché essenzialmente non si vuole turbare l’importantissimo mercato dell’auto. Allora se non vogliono fare le leggi c’è da sperare che faccia successo questo fantastico “cavallo di Troia” che sembra un’ auto ma praticamente non lo è, ha tutto il diritto di viaggiare nel normale traffico e tutto il sacrosanto diritto di rallentarlo. A quel punto può partire la vera rivoluzione delle biciclette perché andare in bici non è più pericoloso e come per incanto quella vettura sfigata, impacciata che facendo solo i 45 era sempre in mezzo alle balle a rallentare il traffico, diventa la più veloce perché oltre una certa velocità non ci può più andare nessuno.

Se il traffico urbano diventa quello delle bici, dei monopattini, dei pedoni allora quella vetturetta (francese, così è proprio pubblicità spudorata…) diventa fin troppo veloce nel traffico a misura d’uomo. A quel punto io propongo il cargo bike ed il risciò per tutti oltre alle bici normali, alle bici elettriche ed ai monopattini, perché, se non lo avete capito, non sono un dipendente di quella nota casa francese e non mi interessa il successone di quel pur geniale mezzo ma solo che nelle nostre città ci si riesca a muovere senza auto e senza rischiare la vita. Lentamente, anche più lentamente di quanto possibile con quella “finta auto rivoluzionaria”.