Stamattina esco dal cancello con l’auto, mi sporgo un metro di troppo, non bruscamente ma comunque un po’ troppo avanti e rischio di sbilanciare un ciclista che arrivava più o meno ai 25 chilometri all’ora che era coperto nella visuale (come me) perché ho il cancello su una stramaledetta curva.
Non si è sbilanciato, non ha nemmeno rischiato di cadere, era giovane e perfettamente padrone del mezzo. Poteva benissimo mandarmi a quel paese e ne aveva tutte le ragioni. Invece ha sorriso come a dire “Eh lo so, vado forte in bici… è difficile vedermi…” Insomma ha quasi chiesto scusa come se la colpa fosse sua. Andava ai 25, non ai 50. E’ l’andatura di uno che va un po’ in fretta al lavoro non di uno che sta facendo una gara ciclistica. Ripeto, aveva tutte le ragioni di questo mondo per arrabbiarsi sono io che non devo sporgermi troppo dal cancello perché può arrivare anche il ciclista che va un po’ più veloce di me anche senza essere un professionista del ciclismo…
E allora questo atteggiamento del ciclista simpatico e per niente prepotente mi ha punito più di uno che mi avesse insultato aspramente. Intanto vista da un’angolatura tragicomica può essere vista come un “Sta tranquillo lo so che c’è pieno di beoti come te con i riflessi completamente andati….” e poi, ciò che è peggio, è che ho capito che questo era semplicemente un normalissimo ciclista italiano continuamente vessato dal comportamento prepotente ed arrogante della maggior parte degli automobilisti che se dovesse arrabbiarsi tutte le volte che un automobilista commette una scorrettezza nei suoi confronti si farebbe il sangue marcio e arriverebbe a sera con il fegato spappolato.
Il problema è che la normalità è ancora l’automobile e l’eccezione è la bicicletta e questo è ben stampato nelle menti di tutti gli automobilisti italiani.
Invece sarebbe pronto il momento per dichiarare l’automobile un “esperimento”, non una cosa normale. L’esperimento è vedere se di questi tempi possiamo ancora permetterci il lusso di usare l’automobile. In questa società l’automobile è indubbiamente un lusso anche se un catorcio usato te lo tirano dietro e il carburante costa molto meno del pane. E’ un lusso in tema di sostenibilità ambientale e di sicurezza per tutti gli altri utilizzatori della strada. La normalità dovrebbe essere la bicicletta, il monopattino oppure andare a piedi e/o con i mezzi pubblici. Invece la normalità è ancora portarsi dietro un mezzo che pesa dieci o quindici volte il peso del nostro corpo e che se investe un altro corpo ne fa polpette. A parte la pericolosità anche se il carburante costa meno del pane un mezzo così, per evoluto tecnologicamente che sia, ne consuma sempre troppo e allora viene il sospetto che l’uso diffusissimo di questo mezzo obsoleto dipenda anche dal fatto che c’è necessità di bruciare petrolio perché se da un lato lato l’ambiente chiede proprio di dimenticarsi del petrolio e far finta che non esista più, dall’altro lato c’è ancora un’ economia che si regge sul petrolio e quando questo cala di prezzo si scatena il finimondo, si fanno guerre e ci si inventano tutte le scuse possibili ed immaginabili per far risalire il prezzo del barile.
Il rapporto ciclista-automobilista è la cartina al tornasole del nostro grado di educazione ambientale ed in un paese dove un ciclista chiede scusa all’automobilista che si è sporto troppo dal cancello perché è normale che un automobilista non deva fare i conti con i ciclisti vuol dire che siamo messi ancora molto male.
Dovevo fermarmi un metro prima, non per evitare spaventi a quel ciclista che proprio non ne ha presi, ma per evitare di pensare tutte queste cose che se fossi assessore al traffico mi farebbero prendere provvedimenti che dopo gli automobilisti mi incendierebbero la casa, ma siccome non sono assessore al traffico, da comune cittadino, tutta questa serie di ragionamenti potrebbero solo che portarmi dallo psichiatra che potrebbe propormi di cambiare paese oppure delle pastigliette miracolose che mi fanno vedere tutto con più tranquillità. Ridiamo per non piangere….