In tempi ipertecnologici molto spesso ci manca carta, penna e calamaio o, ancora più semplicemente e “modernamente” un foglietto ed una biro.
Un po’ come i i cuochi si scrivono le ricette, pur essendo degli artisti, anche chi è un artista dell’attività motoria o della riabilitazione (anche quella è un’arte) farebbe bene ad usare carta e penna.
Abbiamo tutto registrato su file e chissà dove ma poi quando dobbiamo riprendere delle informazioni essenziali abbiamo perso tutto e non sappiamo dove andarli a recuperare.
La rapidità, la capacità di sintesi e l’immediatezza del classico foglietto sono insostituibili.
Eppure ci sono delle informazioni che se non trascritte tendono a perdersi nella memoria dopo un po’ di tempo. L’abitudine di servirsi di un semplice “diario di allenamento” è andata persa, soppiantata dalle applicazioni che ci promettono un’utilità ed una comodità insuperabili ma in realtà ci fanno solo caos e non ci danno un quadro immediato e chiaro della situazione.
Quasi sempre a chi comincia un piano sistematico di attività motoria io consiglio una sorte di diario di allenamento ma tale consiglio pare una cosa d’altri tempi, una cosa che non può tornare utile adesso dove nell’immaginario collettivo i dati da memorizzare sono una quantità infinita.
Ed invece i dati importanti da immagazzinare non sono una marea ed i più significativi hanno bisogno di essere riportati proprio per iscritto per aver una qualche possibilità in più di essere memorizzati.
Siamo nell’era dove per ricordare il centesimo ci dimentichiamo il decimo ed a volte anche il secondo ci sfugge nella marea dei troppi numeri da considerare.
Ma così avviene dappertutto, è la nostra moda ed il dettaglio supera quasi ovunque la sostanza.
Nell’era dell’intelligenza artificiale che dicono così sofisticata da poter arrivare a superare la nostra come nei film di fantascienza ci manca troppo spesso un foglietto di carta ed una penna per poter trascrivere dei dati che sono troppo importanti per essere dimenticati e che non necessitano di chissà quale aggeggio per poter essere trascritti.
Forse si potrebbe porre il quesito all’intelligenza artificiale: “Cara intelligenza artificiale, devo trascrivere pochi importanti dati da rivedere in tempi successivi per riformulare la preparazione, cosa mi consigli?” E se è davvero intelligente e non ci imbroglia ci dirà “Un bel foglietto di carta ed una penna”. Se invece è corrotta, irrazionale ed intortata da tutti quelli che vogliono complicarci la vita con l’eccesso di tecnologia forse ci consiglierà di usare un app e consultare sempre lo smartphone oppure di portarci sempre dietro il computer. Queste cose ce le può raccontare anche l’intelligenza artificiale, non ce le può dire il foglietto di carta oppure noi con la nostra testa, capace di decidere anche senza intelligenza artificiale, possiamo capire che in certe circostanze il classico foglietto di carta con biro è ancora decisamente insostituibile.