La disputa cammino o corsa è una falsa disputa che molte volte viene posta ignorando le esigenze di chi pone il quesito. Dire “Cammino o corsa?” è un po’ come dire “Panino con la bondola o con la soppressa?”. Non si può dire se sia meglio uno o l’altro. C’è chi digerisce meglio la bondola, chi la soppressa, chi nessuno dei due e chi, nonostante non digerisca la bondola non vuole assolutamente rinunciare al panino con la bondola. E così c’è chi fra cammino e corsa sceglie il nuoto perché proprio non ha passione né per il cammino e tanto meno per la corsa e poi c’è pure chi pur di continuare a praticare la corsa si fa anche tanta noiosa ginnastica preparatoria alla corsa perché ha visto che quello è l’unico sistema per continuare a correre senza dolori articolari.
La passione, l’entusiasmo verso una certa attività fisica, come sempre, gioca un ruolo determinante nella scelta. Poi è chiaro che se l’aspetto psicologico innesta la problematica, l’aspetto fisico è molto importante perché è quello che fa capire al soggetto se quella passione è una passione sana o meno. Diciamo che chi ha vera passione per il cammino difficilmente passa alla corsa come chi ha vera passione per la corsa difficilmente passa al cammino. Da un punto di vista fisico non c’è praticamente nessun motivo per cui un camminatore di lungo corso deva trasformarsi in un “runner” mentre potrebbe sembrare lecito pensare che per sopraggiunti limiti di età o altri problemi un “runner” possa essere costretto a trasformarsi in un “camminatore”. Ma anche questa cosa non è del tutto vera e spiace citare il sottoscritto che non è un buon esempio, ma non sono l’unico, io in certe situazioni faccio meno fatica a correre che a camminare, a volte ho dei problemi articolari che si manifestano di più a camminare che non a correre. Qualcuno dice che non è possibile e che sono mie fantasie per trovare scuse per continuare a correre, io dico che, entro certi limiti l’insinuazione può anche essere fondata perché è vero che ho un grande entusiasmo verso la corsa e, al momento, non ce l’ho altrettanto grande per il cammino ma è anche vero che certe patologie sono inequivocabilmente scatenate di più dal cammino che dalla corsa e per citarne solo tre cito la classica tallonite “sottocalcaneare” che tradisce il camminatore (soprattutto quando cammina in discesa) ma che può risparmiare almeno parzialmente il corridore, poi l’infiammazione del tibiale anteriore che è quel fascio muscolare che può essere molto dolente nei camminatori, soprattutto quelli che camminano su superfici dure (asfalto o, peggio ancora porfido) e che può anche risparmiare il corridore, per ultima pure la tendinite del tendine d’Achille che a volte, per motivi insondati, pur essendo la tipica patologia del corridore può essere addirittura più avvertibile quando si cammina che non quando si corre.
Quest’ultima cosa è molto strana, che una patologia che si prende correndo alla fine faccia più male a camminare che a correre ma è altrettanto strano che l’unico modo per curare questa patologia che si prende correndo sia correre perché si è visto che il riposo protratto troppo a lungo è quello che fa i danni maggiori ed indebolisce ulteriormente la struttura.
Alla fine, in un semplicismo un po’ disperato, si può giungere alla conclusione che chi ama il nuoto si cura i dolori con il nuoto, chi la corsa se li cura con la corsa e chi ama il cammino è ben attrezzato ad evitare tutti gli inconvenienti che può dare il cammino e mantiene un buono stato di salute proprio grazie al cammino.
Quello che pare accertato è che chi è appassionato di sedentarietà non ha nessuna buona premessa per mantenere un buono stato di salute e fa bene a cambiare passione prima di diventare un malato grave di sedentarietà.
Dunque, tornando alla disputa cammino o corsa si può tranquillamente considerare la motivazione personale come fatto più che sufficiente per operare una scelta o un’altra. Poi è anche giusto analizzare questa motivazione e c’è anche da ammettere che in un mondo dove la corsa è decisamente di moda ci sono certi presunti corridori che si mettono a correre solo perché si sentono obbligati a a farlo dagli “usi e costumi”. Tutti corrono, bisogna mettersi a correre. Questa motivazione, può reggere poi se uno non prende entusiasmo per la corsa è assurdo che continui a correre solo perché “Così fan tutti”.
Ed allora, tanto per inoltrarsi in un po’ di pericolosi “Pro e contro”, si può pure dire che, se uno è costretto a farlo per motivi di salute perché non fa nessunissima altra attività fisica, quasi certamente è più facile camminare che correre, come minimo è potenzialmente meno traumatico per chi è sempre stato un sedentario. Correre può essere più entusiasmante e poi… è alla moda. Con riguardo al costo in termini di tempo qualcuno sostiene che correre può anche far risparmiare tempo nel senso che se uno è in buone condizioni fisiche per dare uno stimolo sufficientemente allenante al suo fisico già preparato è costretto a camminare letteralmente delle “ore” mentre per quanto riguarda la corsa che può essere fatta anche a buon ritmo può essere sufficiente anche una mezz’ora. C’ è da dire che chi va a correre per mezz’ora a buon ritmo non lo fa certamente in abiti borghesi e deve cambiarsi e fare la doccia mentre chi cammina può accumulare chilometri di cammino anche durante le normali faccende della giornata senza per questo dovere continuare a cambiarsi ogni volta che inizia a camminare. Per cui anche sul dispendio in termini di tempo sono questioni organizzative personali, alla fine a determinare quale possa essere la scelta migliore.
Alcuni dicono che correre è potenzialmente più traumatico e ciò è almeno parzialmente vero, altri affermano che camminare soprattutto se non a ritmi un po’ elevati è troppo poco stimolante soprattutto per i soggetti più giovani che hanno bisogno di far funzionare il cuore anche in fuori giri per tenerlo ben allenato. Io continuo a riportare l’intera problematica sull’aspetto motivazionale e sostengo che anche un vecchio rudere come me se ha vera passione per la corsa riesce a correre in qualche modo e trova le strategie per combattere gli eventuali problemi da sovraccarico articolare. D’altro canto un giovane in odore di sedentarietà che ha passione per belle camminate nella natura a ritmo assolutamente normale e non controllato non può essere assolutamente essere violentato ad iniziare a correre per tenere il suo cuore pronto alle frequenze del fuori giri. E’ chiaro che quel giovane, se pratica anche una disciplina sportiva dove la frequenza cardiaca oscilla su range più elevati di quelli di una normale camminata offre un buon servizio al suo fisico, ma rispetto a chi si chiude in palestra solo per “diventare grosso e definito muscolarmente” ha comunque molte più possibilità di mantenere una buona efficienza organica del miope che pensa solo ai muscoli.
Insomma i pro ed i contro dal punto di vista fisico sono piuttosto discutibili, vanno messi in relazione indubbiamente con le caratteristiche del soggetto e si può certamente dire che il soggetto più in forma è portato anche per la corsa così come quello meno in forma può trarre beneficio dal cammino senza assolutamente correre. Visto che entrambe le attività fanno bene alla salute c’è solo da ragionare attorno alla motivazione che spinge alla scelta della corsa o a quella del cammino. Io sostengo che se uno lo fa solo per la salute tutto sommato può anche accontentarsi di camminare, se invece lo fa per altri motivi allora fa bene anche a porsi il problema senza restare terrorizzato dall’idea che la corsa possa essere pericolosa perché troppo sovraccaricante. Se c’è l’entusiasmo, praticamente a qualsiasi età si riesce a continuare a correre chiaramente non la Maratona che è lunga 42 chilometri e che un ultraottantenne si è sognato di correre in meno di tre ore ed un quarto ma le distanze più brevi si possono correre pure fino a cent’anni se uno sta bene (esiste un record del mondo dei 100 metri della categoria dei 105 enni: è corsa, non cammino), se invece l’entusiasmo è per il cammino fa benissimo alla salute pure quello. L’unica cosa che non fa bene alla salute è la sedentarietà ma questa cosa mi pare di averla già scritta in qualche altro articolo…