Nell’immaginario collettivo la bici elettrica è la bici degli anziani, di chi non ce la fa più ed ha assolutamente bisogno dell’elettricità per riuscire ancora a pedalare.
Nell’immaginario collettivo la bici elettrica è anche una specie di scooter, un mezzo che ti consente di andare via rapidamente anche se le tue gambe non te lo consentono più.
Entrambe le immagini sono limitanti e non rendono giustizia al mezzo che può tranquillamente essere definito il miglior strumento esistente per combattere la sedentarietà.
La bici elettrica non è uno scooter, se non pedali non si muove e non è un mezzo indicato solo agli anziani. Per far capire una cosa subito un consiglio a chi vuole acquistarne una adesso magari tentando la lotteria dei bonus (non sentitevi certi di poterlo “vincere”…): pur senza cercare bici spaziali con optional sofisticati che non servono a nulla spendete pure qualche euro in più per una buona batteria. Può anche essere un mezzo economico ma osservate che abbia una buona batteria. Per buona batteria intendo che abbia una buona autonomia, se non abitate in montagna non serve una grande potenza. La potenza della batteria serve solo a chi deve affrontare quotidianamente grandi salite, in quel caso diventa importante la potenza, ma se il vostro uso sarà soprattutto in piano o su percorsi moderatamente ondulati guardate soprattutto all’autonomia. All’acquisto l’autonomia viene spesso sottovalutata: “Fa 30-40 chilometri con una carica…” – “Ah, bastano e avanzano, non sono mai andato in bicicletta cosa vuoi che mi metta a fare più di 30-40 chilometri al giorno…” E invece dopo succede che ti penti di non aver preso quella con la batteria che fa 50-60 chilometri con una carica e alcuni addirittura pensano che quella da 100 chilometri con una carica poteva tornare utile.
Perché succede questo? Perché quando uno inizia ad usare la bici elettrica non la molla più. La condizione necessaria è che ci siano i percorsi per poterla usare, per quello io predico che il bonus andava affiancato ad una energica campagna per la segnatura delle piste ciclabili post-covid, quelle che in teoria avrebbero dovuto aiutare a tenere gli autobus non troppo pieni visto che per il distanziamento sociale questa è un’ evenienza da evitare. Non sono a fare l’ennesimo articolo sulla necessità di attuare davvero la fantasia della “casetta avanzata per i ciclisti” ma il senso è proprio quello. L’automobile ha dilagato negli anni ’60 anche perché hanno costruito le strade per le automobili, la bicicletta può dilagare nel terzo millennio solo se costruiscono le strade per le biciclette. Chi crede che sia un tornare indietro probabilmente ha sbagliato pianeta e non ha mai provato la bici elettrica.
La bici elettrica è alleata della bici tradizionale in questa battaglia perché si usa decisamente sulle piste ciclabili. Ripeto, non è uno scooter, è una bicicletta con la quale riesci a limitare e se vuoi anche di molto la fatica ma non è studiata per andare veloce. Chi la usa per andare veloce tradisce il suo spirito e farebbe bene ad acquistare una bici da corsa. Il discorso dell’autonomia è fondamentale perché diminuendo la fatica apre nuovi orizzonti. Quei soggetti che rimpiangono di non aver acquistato quella con la batteria che fa anche 100 chilometri con una carica sono quelli che pur non essendo mai andati in bici si rendono conto che su una bici elettrica possono pure mettersi a fare turismo ed organizzare una vacanza. In effetti un’autonomia di circa 100 chilometri è indicata soprattutto per chi abbia di quei progetti ma l’autonomia di 50-60 chilometri, che ad alcuni sembra già una cosa inutile, si dimostra importante per molti nell’utilizzazione comune. E’ questo il motivo per cui la bici elettrica è il miglior mezzo per combattere la sedentarietà: siccome è facile da usare, la si usa in tutte le circostanze e si finisce per fare chilometraggi quotidiani assolutamente impensabili. Del resto è la stessa cosa che succede con l’auto. Chi usa l’auto si rende conto che anche sommando piccoli spostamenti totalizza grandi chilometraggi ed è portato a spostarsi molto di più di chi usa il mezzo pubblico che è costretto a organizzare le uscite in modo un po’ più difficoltoso.
Sull’autonomia della batteria è giusto fare chiarezza visto che i negozianti sono spesso un po’ vaghi nel riportare quel dato: dipende effettivamente dall’utilizzazione della bici ma, in ogni caso il negoziante sa se vi sta vendendo un mezzo di quelli con una buona autonomia rispetto agli altri o con un’autonomia ridotta. Due cose da precisare: chi utilizza la bici in piano come va usata e quindi con un livello basso di erogazione dell’energia elettrica perché vuole risparmiare fatica ma non vuole correre riesce ad avere una buona autonomia anche con batterie normali: i 50 chilometri per carica in condizioni di utilizzo tranquillo si fanno anche con batterie modeste. C’è un tipo di bici elettrica che deve essere segnalata: quella pieghevole con ruote piccole. quella merita un discorso a parte perché è concepita per essere usata assieme all’auto. In quel caso fate molta attenzione all’autonomia perché potrebbe essere che anche in condizioni di utilizzo “economico” di quel tipo di bici il chilometraggio per carica non sia molto alto. Chiaro che se uno ha necessità di fare pochi chilometri ed inserire agevolmente la bici nel bagagliaio dell’auto allora la situazione cambia. Il vero utilizzo della bici elettrica, potendo disporre di percorsi sicuri, è quello su tratte piuttosto lunghe ed è lì che se ne apprezzano i vantaggi e il poterla usare anche su distanze sulle quali non avreste il coraggio di usare la bici normale.
Insomma la bici elettrica è il mezzo del futuro. Bisogna riuscire a comprenderla e così come diventa un ottimo alleato per gli spostamenti casa-lavoro diventa anche un ottimo strumento per combattere la sedentarietà e alla fine può diventare pure un occasione per fare un tipo di vacanze che non avreste mai osato fare. L’Italia da un punto di vista turistico pare un paese fatto proprio per la bici elettrica purtroppo se ne sono accorti ancora in pochi e non si rendono conto che anche i turisti stranieri sarebbero ben contenti di poterla visitare in bici invece che immersi nel traffico infernale delle auto. Si inizia da problemi di organizzazione del tragitto casa-lavoro e si finisce per proporre un nuovo tipo di turismo, tutto su questo fantastico mezzo del futuro che è la bici elettrica.