Benigni presidente: chiarimenti

A bocce ferme, a partita conclusa, posso finalmente commentare la mia uscita su “Benigni presidente”.

L’articolo ha avuto un successone incredibile e mi ha fatto capire alcune cose.

In primo luogo la politica, che è trattata da tantissime persone su Internet e che desta la curiosità e l’attenzione di tutti. Se si vuole apparire è utilissimo mettersi a disquisire di politica. Quella che era una mia supposizione, che un articolo di politica scritto da uno che di politica non ci capisce niente possa catalizzare l’attenzione più di altre cose scritte con almeno un minimo di competenza, si è dimostrata una realtà.

Nell’era dove apparire è fondamentale essere criticati da mille è più costruttivo che essere approvati da cento. L’importante è destare attenzione, non scrivere cose sensate.

E allora una confessione su questo mio “Benigni presidente” l’ho già fatta: avevo anche la curiosità di vedere quanto un articolo “minimamente politico” possa far pubblicità ad un sito che la politica la sfiora in un ambito abbastanza marginale che è quello degli investimenti sull’attività motoria.

Detto questo posso avventarmi “politicamente” su quello che è veramente il mio commento politico a tutta questa faccenda e che rivendico, come qualunquissimo cittadino, di poter fare anche su un sito che tratta l’attività motoria.

Mi auguro che il prossimo Presidente della Repubblica, certamente meno stravagante del mio Benigni, sappia stare dalla parte degli ultimi, e questo è un commento certamente politico che posso fare anche da insegnante di educazione fisica.

Quando accompagno un gruppo di camminatori opero una scelta politica nel momento in cui decido di avere maggior attenzione per i camminatori più lenti del gruppo. Decido “politicamente” che i più lenti sono quelli che hanno più bisogno di attenzione. Altri miei colleghi seguono più volentieri la testa del gruppo, altri ancora hanno la capacità di seguire in ugual modo tutti i partecipanti e sono, probabilmente, gli insegnanti più bravi e democratici. Non siamo tutti uguali. Questo mio “scegliere” di offrire più assistenza a chi, secondo me, ne ha più bisogno è una scelta non casuale. Se avessi qualcuno che comanda le mie scelte dovrei probabilmente “per contratto” obbedire ad un certo comportamento, nella mia professione queste scelte sono libero di farle io e pertanto posso permettermi il lusso di agire così.

Questa mia filosofia emerge più o meno da tutti i miei articoli e così quando sono a reclamare che lo sport degli ultimi per certi versi è più importante dello sport dei primi dico cose contestabilissime che non hanno una base scientifica. Non c’è nessun trattato scientifico che rileva la maggior importanza dello sport degli ultimi su quello dei primi.

Nel mio articolo “pseudo umoristico” sul possibile Benigni presidente ipotizzavo il nostro Roberto a colloquio con la Merkel e lo immaginavo in modo piuttosto imbarazzante.

Questa Europa a due velocità per certi versi è politicamente imbarazzante e forse c’è poco da ridere. Io mi auguro che gli ultimi abbiano sempre gli stessi diritti dei primi e, se possibile, anche maggior attenzione per fare in modo che il loro essere ultimi non diventi troppo pesante.

Così la “locomotiva d’Europa” ci fa molto piacere che riesca a viaggiare velocemente se riesce a tenere attaccata a se tutti i vagoni dell’Europa ma se alcuni di questi si staccano perché il ritmo impresso dalla locomotiva è troppo elevato allora bisogna chiedersi se è davvero la locomotiva d’Europa o la locomotiva di se stessa.

Questa è politica, che la possa fare un insegnante di educazione fisica è piuttosto curioso che la possa fare un comico lo è altrettanto. Da oggi almeno una certezza ce l’abbiamo: il comico continuerà a farla da comico e l’insegnante di educazione fisica tenta di farla meno possibile altrimenti non sa più se è consultato come tecnico dell’attività motoria (che vuole continuare ad essere) o come politico dalle competenze del tutto inattendibili.

Grazie per l’attenzione, vi prego, se avete letto questo articolo leggetene almeno un altro che riguarda la mia professione più da vicino.