BAMBINI CAPRICCIOSI E VIZIATI

Secondo alcuni amministratori locali l’idea di avere città nelle quali si può tranquillamente andare in bicicletta e che questo sia il mezzo normalmente adottato per gli spostamenti quotidiani è non solo un vezzo radical chic ma pure una presunzione da bambini cappricciosi e viziati. In breve, così facendo si blocca l’economia non solo per il grave danno che si reca all’industria automobilistica ed al suo indotto (ogni italiano spende mediamente sui 2000 euro all’anno fra carburante, tasse, manutenzione e costi di ammortamento per un giro d’affari che supera i 100 miliardi l’anno) ma anche per tutta una serie di cose legate a questa economia.

In effetti questa accusa può essere anche fondata ma è un’accusa legata esclusivamente a “questo” tipo di economia. Se partiamo dal presupposto che “questa” economia è l’unica possibile per far andare avanti la baracca allora in effetti la rivoluzione green dell’ipotetica mobilità urbana in bici è un lusso improponibile, una spallata che questo tipo di economia già agonizzante non sarebbe in grado di incassare.

Si tratta di vedere se l’accusa non può essere rispedita al mittente perché qualcuno potrebbe anche sostenere che questo tipo di economia è un lusso che non ci si può più permettere, se vogliamo è lo stesso sistema economico dell’Italia del boom economico degli anni ’60 e non a caso si può ancora sfrecciare per le strade della città ai 50 chilometri all’ora in automobile che tanto è concesso pure dal codice della strada.

Il problema è che non siamo più nell’Italia del boom economico, si può anche far finta di niente ma forse non è il sistema migliore per affrontare le cose.

Una città dove si può andare in bicicletta è un lusso per certi versi ma una necessità per certi altri. Se analizziamo solo i costi della rivoluzione verde sono indubbiamente costi esorbitanti, si pensi solo ai mancati introiti per i comuni derivanti dalla necessaria soppressione di un gran numero di stalli auto a pagamento. Alcuni lamentano che in bici non si riescono nemmeno a fare gli acquisti che si fanno normalmente ma questa è una mezza verità perché se la città è veramente ciclabile la gente si dota pure di carrellini da attaccare alla bici pur di andare a fare la spesa nei posti migliori. E’ certo che la sfilata del lusso ne risente perché purtroppo la bici fa fatica a rivestire il ruolo di status symbol quanto è ancora in grado di farlo l’automobile, ma questi tutto sommato sono dettagli in un sistema che ha bisogno di una profonda revisione perché non sta più in piedi.

Forse è proprio uno scontro fra bambini viziati. Dove da una parte ci sono quelli che pretendono che la città diventi improvvisamente un gigantesco campo giuochi accessibile senza pericoli ad anziani e bambini e dall’altra ci sono altri bambini viziati che pretendono di portare avanti un sistema economico che ha portato molta ricchezza ma che adesso sta facendo altro che danni in primo luogo al sistema sanitario nazionale che non ce la fa più a mettere le pezze sull’assenza totale di una prevenzione sanitaria che esiste solo a parole, e poi a livello sociale in termini di disuguaglianze patologiche.

E’ difficile quantificare quanto possa costare in termini di danno alla comunità non poter usufruire della possibilità di muoversi in sicurezza in bici nelle città. Sono conti che anche l’economista più attento fa fatica a fare. Molto più immediato e facile è quantificare i danni derivanti da una politica ostruzionista nei confronti del traffico privato di tipo tradizionale e forse è soprattutto per quello che fino ad ora non si è fatto praticamente nulla.

Io sono decisamente di parte e sto dalla parte dei bambini viziati che vogliono la città campo giuochi. Purtroppo politicamente la mia parte conta gran poco perché i bambini non votano e gli anziani non sono mai disponibili ad accettare alcun tipo di rivoluzione anche se questa potrebbe portare loro dei vantaggi.

Non c’è dubbio, comanda ancora il partito dei cinquanta all’ora che è quello delle persone di successo che si fanno carico di portare avanti questo sistema economico. Smettiamola di pensare che l’Italia sia sostenuta solo da questi.