AVEVA RAGIONE TILLI

Per televisione (quella televisione che ci tiene troppo sul divano…) l’aveva detto Stefano Tilli: “Questa Italia può fare ancora meglio” ed alludeva all’Italia della staffetta 4 x 100 maschile che avendo appena siglato il record nazionale (giusto precisare che ci è riuscita anche la staffetta femminile anche se non è riuscita ad acciuffare la finale) portandolo per la prima volta nella storia sotto ai 38″. Io ho fatto quattro conti ed ho pensato “O Stefano Tilli non è molto bravo in matematica oppure questa è la solita trovata pubblicitaria per tenere tutti incollati davanti allo schermo…” Vabbè in ogni caso l’atletica per tele me la guardo perché è da quando sono bambino che la guardo e non c’è bisogno che l’Italia deva essere favorita per tenermi incollato davanti allo schermo. Guardo e vedo che Stefano Tilli aveva perfettamente ragione. L’Italia vince e vince massacrando il record italiano appena ottenuto in questi giochi olimpici segnando quel tempo che effettivamente io pensavo che occorresse per vincere (37″5) ma che non ritenevo possibile per la staffetta azzurra. Allora qui la matematica non conta più niente perché anche se metti tutti i cambi perfetti e tutti che fanno il loro record personale sui 100 quel 37″5 faceva fatica a venire fuori.

E questa è la magia della staffetta 4×100 e di questi giochi olimpici dove ci sta andando tutto bene e dove se per esempio la Palmisano poteva anche avere delle ambizioni di vittoria nella marcia è inutile che mi vengano a raccontare che anche Stano poteva vincere perché forse ci credeva solo lui. In effetti la cosa principale è che ci creda l’atleta perché se anche ci crede tutta Italia ma non l’atleta che può vincere allora il risultato non viene fuori.

Devo ammettere che anche se provengo dal mezzofondo questa della staffetta 4 x100 mi ha stupito ed entusiasmato più di una gara di mezzofondo. Forse è perché di velocità non ci capisco un cavolo e non pensavo minimamente che potesse vincere, invece altre volte, quando abbiamo vinto nel mezzofondo, anche se il commentatore non era accorto come Stefano Tilli, sapevo quando avevamo possibilità di farcela. Salvo il giorno che a Praga Venanzio Ortis (qualche annetto fa, nel 1978…) che non era dotato di un finale di gara irresistibile vinse i 5000 metri agli Europei in una gara lanciata su ritmi nemmeno impossibili. Anche lì fu un errore di valutazione della velocità. Non sapevo che anche su una gara lanciata a ritmi normali Venanzio Ortis poteva giocare una gran volata.

L’imprevedibilità dell’evento lo rende più entusiasmante. E allora l’atletica deve essere tutta entusiasmante perché di veramente prevedibile non c’è proprio un cavolo.