AVAMPIEDE… ED ECCESSO DI COMPETIZIONE SCOLASTICA

C’è una inquietante diffusione di miocarditi in giro fra i giovani e pure fra i giovani sportivi. Sarà opportuno capire se fra le cause di queste ci sono più complicanze tardive da Covid o effetti collaterali postumi da vaccino perché se l’ipotesi è la prima allora non c’è nulla da dire, perché tutto quello che si poteva fare contro il Covid è stato fatto, se invece l’ipotesi è la seconda bisogna recitare un clamoroso mea culpa collettivo e ammettere che con il panico si è un po’ esagerato andando in cerca di problemi che con il semplice buon senso potevano certamente essere evitati.

La questione è di stampo prettamente medico ed io me ne accorgo anche stando al campo sportivo e ne sono francamente preoccupato perché voglio pure capire se è più a rischio il soggetto che si è preso il Covid o il soggetto che si è solamente vaccinato e non ha mai avuto il Covid. Spero che venga fatta chiarezza sul tema ma, in ogni caso, non ho strumenti di indagine se non una modesta casistica che al momento non mi fa capire proprio un bel nulla perché, per esempio, ci sono soggetti con esiti di miocardite che si sono presi il Covid e sono pure stati vaccinati e di quelli è difficile fare ogni benché minima ipotesi se non che se anche la colpa è del Covid, come minimo il vaccino non ha avuto la capacità di evitare che quel Covid portasse ad una miocardite.

La diffusione di contrazioni al tricipite surale che può sembrare blasfema se portata in campo subito dopo il discorso delle miocarditi da Covid e/o vaccino è parente di questi in modo molto lontano perché collegata a questi dall’eccesso di competizione scolastica.

Non c’entra niente il tricipite surale con il Covid. Il problema della contrazione cronica del tricipite surale è un problema di educazione fisica di serie “B” e dipende dal fatto che troppe volte si legge il libro senza pensarci su. E’ quello che succede sistematicamente a scuola dove ancora nel terzo millennio è più importante prendere ottimi voti (il libro) che non averci capito qualcosa e dove questo atteggiamento è dettato da una competizione scolastica assolutamente insulsa, inutile ed inopportuna per giovani che hanno anche bisogno di vivere oltre che di frequentare la scuola (come be diceva in questi giorni in una bella intervista sul quotidiano della mia città anche il famoso Don Mazzi).

E’ quello che rischia di essere successo con i vaccini, ma, per carità, restiamo in attesa di conferme che non creaimo polemiche sulle quali sono pure capaci di denunciarti perché ci sono in ballo interessi economici da capogiro, dove, grazie ad un’informazione di massa semplicemente allucinante, una marea di giovani si sono vaccinati tanto per “non aver rotture di scatole” perché, vaccino più vaccino meno, cosa vuoi che sia e, con tutti questi impegni e con questa scuola soffocante se dobbiamo anche fare i conti con le limitazioni imposte ai non vaccinati… insomma non è il caso di “perdere” tempo.

“Perdere” tempo, questo è il concetto, tutto ciò che ci costringe a pensare, a tentare di capire se un certo comportamento di massa non è magari una cosa del tutto insensata, viene visto come una inutile “perdita” di tempo.

Così può succedere che allenatori, che hanno perso troppo tempo sui libri e troppo poco a ragionare, suggeriscano che è opportuno correre “sull’avampiede” a tutte le andature, anche a ritmo di corsa stracittadina perché se abitui l’atleta all’appoggio di avampiede dopo sarà più reattivo in tutte le situazioni. Peccato che la corsa a ritmi molto lenti con l’appoggio di avampiede tenda a sovraccaricare decisamente il tricipite surale e sia la maggior causa di contrazione cronica di questo muscolo che molte volte è affaticato, per fortuna (e dico proprio per fortuna perché queste fesserie si risolvono facilmente sul campo sportivo) con una casistica che è superiore a quella delle famigerate e temibili miocarditi sopracitate.

Non occorre aver studiato le scuole alte per capire che un’atleta che ha il tricipite surale sempre contratto e molto spesso dolente non beneficia di una tecnica di corsa che lo porta ad usare troppo l’avampiede. Quell’atleta ha semplicemente bisogno di rivedere la tecnica di corsa ed arretrare ad un umile e volgare “tallonaccio” almeno quando corre a ‘mo di corsa lenta e quella corsa con appoggio di tallone, per quanto poco elegante, sarà il miglior toccasana per il problema della contrazione del tricipite surale.

Continua a sfuggire il collegamento di tutto ciò con la scuola ipercompetitiva. Nella scuola di oggi non c’è più tempo per imparare, non c’è più tempo per ragionare, c’è un bombardamento tale di informazioni (come nella società in generale) dove se uno studente un po’ accorto seleziona le informazioni non ne viene più fuori e l’unica via possibile è obbedire, fidarsi ciecamente ed incamerare le informazioni così come sono, senza rielaborarle.

Accade così al tecnico che si ferma a quanto scritto sui libri ignorando che, per tradizione, nell’attività motoria quanto insegnato sul campo ha sempre avuto valore decisamente superiore di quanto indicato dai libri, accade così al cittadino comune che si ferma all’informazione di massa per prendere importanti decisioni quali quelle sulla vaccinazione, senza magari nemmeno consultare il proprio medico di base perché non c’è tempo e fidandosi delle indicazioni stereotipate di un collaboratore di un hub vaccinale che di te non sa proprio nulla perché non ti ha proprio mai visto.

Conosco ragazzi che non hanno tempo per fare le gare di atletica (almeno un po’ di allenamento trovano il tempo per farlo…) perché dicono che hanno troppo da studiare, poi, indagando, scopro che questa motivazione è terribilmente vera ma è anche rinforzata da un’altra che è pure peggio. Non solo questi ragazzi non hanno il tempo per “perdere” un pomeriggio ad una manifestazione sportiva ma sono pure stressati al punto tale che non hanno voglia di competizione oltre a quella già abbastanza esasperata di quella proposta costantemente dalla scuola.

Insomma, con un’uscita delle mie, dico che l’unica speranza, visto che non ci sono riforme all’orizzonte, è che i ragazzi facciano coraggio agli insegnanti e li invitino caldamente a discostarsi senza paura dagli ormai inservibili programmi ministeriali. Imparare è troppo importante per piegarsi alle esigenze di programmi che stanno frenando la scuola invece di aiutarla nel proprio compito di formazione dei ragazzi.

Ovviamente questa è folle utopia, se il ragazzo al campo sportivo in preda ai dolori al tricipite surale continua a bersi la favoletta della corsa di avampiede e poi va a vaccinarsi perché l’ha sentito dire per televisione senza nemmeno passare dal proprio medico per un necessario consulto.

Siamo immersi nella società del bombardamento di informazioni, in questa società la scuola, che dovrebbe dare gli strumenti al ragazzo per aiutarlo a sopravvivere, non fa altro che aumentare il bombardamento e renderlo pure competitivo e stressante. Chi ripete più cose vince.

Ah, giusto perché non si dica che è il solito articolo che critica la scuola senza accennare a cose concrete: il tricipite surale si decontrae efficacemente quando il tallone prende contatto per primo con il terreno per il semplice motivo che è più disteso per un tempo superiore nell’azione di corsa.

Cose da prima elementare, non c’è bisogno di aver studiato nelle scuole alte.