Ho un po’ un tarlo sugli automatismi ai quali ho dedicato parecchi articoli, forse per deformazione professionale perché il processo di allenamento si basa sul perfezionamento di alcuni automatismi, e mi piace accostarli al concetto, a volte incomprensibile, che “tutto accade una volta sola” che mina alla base l’idea dell’automatismo come elemento fondamentale per l’apprendimento.
In effetti se accettiamo l’idea che tutto accade una volta sola, e nella nostra storia pare che sia effettivamente così, facciamo fatica ad assumere il concetto di automatismo come elemento fondamentale per razionalizzare la nostra esistenza. Potremmo scoprire che la nostra esistenza ha abbastanza poco di razionale e anche solo immaginarla minimamente razionale, per esempio agendo con gli automatismi per semplificarla, è abbastanza folle.
Eppure gli automatismi esistono, eccome se esistono e anche le grandi rivoluzioni che sono forse il momento più traumatico per l’umanità, portano con loro tutta una serie di automatismi che le mitigano nei loro effetti di cambiamento. Nelle grandi rivoluzioni pare che cambi tutto ma poi arrivano degli adattamenti per cui la maggior parte dei cambiamenti rientrano e dei veri effetti della rivoluzione ne restano gran pochi.
La nostra società pare aver talmente automatizzato certe cose che il concetto di rivoluzione pare quasi superato. Ci sembra che quasi tutto vada in automatico e ci sia ben poco spazio per il cambiamento. In realtà tutto cambia, anche più velocemente di quanto possiamo pensare e viviamo questa contraddizione di un tempo che pare fermo ma che invece sta subendo una rapida accelerazione.
Un esempio di quanto sta accadendo ora è il rapido cambiamento del clima per problemi di inquinamento. Questo cambiamento sta avvenendo in tempi rapidissimi per colpa di un inquinamento che abbiamo lanciato secoli fa, dalla rivoluzione industriale, adesso si manifesta in modo drammatico in pochi anni e noi lo trattiamo come se fosse una cosa che può attendere come, per esempio, con le norme che prevedono che si possa usare ancora il gasolio per muovere le autovetture private addirittura fino al 2035 e oltre.
Questi cambiamenti molti rapidi sembrano in netta contraddizione con la mancanza di voglia di cambiamento dei giovani. I giovani di oggi non manifestano una urgente esigenza di cambiamento come quelli di qualche decennio fa e ciò forse dipende proprio dal fatto che il cambiamento è comunque in atto indipendentemente dai loro comportamenti. Pare che vivano nella consapevolezza di un cambiamento in atto e, al contrario, in un atteggiamento difensivo siano in una posizione conservatrice più rigida di quella degli adulti, generalmente sempre più inclini al mantenimento dello status quo.
Forse, mai come ine questa era, siamo alla ricerca di automatismi per proteggerci dall’idea di un cambiamento troppo repentino e l’uso compulsivo del telefonino che ci fa sembrare tutti degli automi potrebbe essere un sintomo di questa ricerca.
Anche lo sport è in evoluzione ma è un’ evoluzione un po’ mascherata. Mascherata da un sistema di informazione che è rigidamente conformato ai criteri della pubblicità.
Nello sport la ricerca dell’automatismo è fondamentale per favorire il processo di adattamento e innescare il miglioramento delle prestazioni ma è proprio lo sport a far capire che tutto accade una volta sola e che per quanto in allenamento si ricerchi il perfezionamento di alcuni automatismi poi i veri miglioramenti siano provocati da alcune variazioni dello schema motorio anche abbastanza casuali. Insomma, pur con tutta la buona volontà dell’allenamento ripetitivo siamo ad attendere quel terno al lotto della variazione casuale che può accompagnare anche la preparazione di chi si allena meno. Non c’è dubbio che chi si allena di più ha più possibilità di innescare queste variazioni ma non vi è una regola matematica a determinare la probabilità del loro accadimento.
Lo sport ci porta indubbiamente a studiare questa relazione fra messa a punto dell’automatismo e probabilità dell’evento che scatena il miglioramento delle prestazioni e così può farci comprendere forse un po’ meglio questa realtà di automatismi ricercati più o meno inconsciamente in questa società che pare altamente standardizzata. Pare, ma sotto sotto il cambiamento cova sempre anche nei momenti dove tutto sembra ripetersi con una ciclicità sorprendente. Tale sensazione in realtà è dettata anche da quello che ci raccontano i sistemi di informazione anche se con un po’ di fantasia non ci vuole molto a capire che se la temperatura media del pianeta aumenta in modo drammatico e chi pilota le grandi scelte in materia di contenimento dell’inquinamento decide che si può usare il gasolio fino al 2035 ed oltre vuol dire che c’è una piccola sfasatura fra i nostri automatismi e quanto sta realmente accadendo. In modo automatico, comunque, le cose cambiano…