Auguro a chi mi legge, ma anche a chi non mi legge, basta che chi mi legge giri gli auguri ad altri, un buon anno 2022.
Il 2022 non parte con ottime credenziali ma potrebbe essere un anno accettabile. Si tratta sempre di valutare il mezzo bicchiere pieno o il mezzo bicchiere vuoto.
Sì è visto che il vaccino non fa miracoli e non ci libererà dalla pandemia in pochi mesi, però si è visto che qualcosa fa e un certo numero di morti li ha certamente evitati. Un po’ per questo un po’ perché anche il virus si evolve e forse è in grado di darci una mano laddove non arriva il vaccino riducendo la sua letalità c’è da sperare che nel 2022 non si ripetano chiusure clamorose di quelle tipo “Tutti in casa con le finestre chiuse che il virus preme per entrare”.
E allora il 2022 potrebbe essere l’anno dove scopriamo davvero la gioia di fare attività fisica all’aperto perché possono vietarti le discoteche, possono vietarti i ristoranti, possono vietarti pure di prendere il mezzo pubblico per andare a trovare tua nonna, ma se ti vietano di fare attività fisica all’aperto vuol dire o che la pandemia ha assunto proporzioni bibliche che nemmeno la terribile spagnola raggiunse o che sono completamente deficienti e non si sono resi conto di quanti danni hanno fatto alla salute della popolazione quando hanno chiuso tutti in casa pensando che quello fosse il modo migliore per evitare la propagazione del virus. Il virus si trasmette meglio negli ambienti chiusi non occorreva questa esperienza per capirlo e bloccare un cittadino sano in casa con un malato non vuol dire salvare chi c’è fuori (per quello bastano altre precauzioni) ma soprattutto minare la salute del convivente sano che aumenta il suo rischio di ammalarsi in modo esponenziale se non ha la possibilità di uscire a respirare altra aria.
Probabilmente nel 2022 ci accorgeremo anche che il Covid non è l’unico problema del pianeta perché, anche se negli ultimi due anni hanno voluto farci credere questo, purtroppo altri problemi condizionano la nostra esistenza e prima ce ne rendiamo conto meglio è. Anche lì la possibilità di uscire all’aperto dovrà aiutare ad aprirci gli occhi.
Un mio auspicio è che trattino problemi ugualmente importanti con la stessa energia con la quale hanno trattato il Covid.
Faccio un esempio che riguarda la mia attività e coinvolge il problema numero uno del nostro tempo: quello dell’inquinamento. Attività fisica e lotta all’inquinamento vanno a braccetto. Per certi versi è più difficile combattere l’inquinamento che la pandemia perché con la pandemia basta che mettano a punto un buon vaccino, ti accerti di poterlo fare (a dire il vero questo è stato un po’ un problema in questi mesi…) e poi non fai altro che mettere li il braccio. C’è un apparato colossale (nei paesi occidentali, non nei paesi poveri) che si occupa di farti avere la tua dose di vaccino in tempi rapidi e con quella, se tutto funziona, hai ottime possibilità di scamparla al Covid. Per la lotta all’inquinamento non esiste un vaccino e dunque non è sufficiente mettere lì il braccio, però io sono convinto che chi ci governa dovrebbe utilizzare l’ottica che ha adoperato nei confronti dei vaccini. Il potenziale vaccino contro l’inquinamento si chiama bicicletta e non dico che dovrebbero costringerci tutti ad usarla, darci il green pass solo se la usiamo, ma almeno dovrebbero mettere tutti in condizione di usarla così come hanno messo tutti in condizione di vaccinarsi. Poi anche lì ci saranno i “no bici”, quelli che per qualche motivo non vogliono o non possono usarla e andranno rispettati come a mio parere (ed è per quello che a volte in modo veramente assurdo mi danno del “no vax”…) devono essere rispettati i no vax che vogliono semplicemente curarsi in modo diverso ma non impongono il loro sistema di cura a nessuno.
Il vaccino contro l’inquinamento si chiama bicicletta e sappiamo benissimo che gli automobilisti non sono assolutamente d’accordo ed hanno paura di perdere privilegi secolari ma, così come nessun no vax ha impedito a chi crede nel vaccino di vaccinarsi, nessun automobilista dovrà impedire ad alcun ciclista di usare la propria bici in tutta sicurezza nei centri urbani.
“Ma se tutti usano la bici io non riesco più a muovermi in città con l’auto come mi muovevo prima e mi tocca andare ai 20 chilometri all’ora”. Allora il no vax potrebbe dire che se tutti si vaccinano la malattia diventa rara e lui che non vuole vaccinarsi si trova con una classe medica meno pronta ad affrontare la sua malattia. Non mi pare che i no vax siano deficienti a tal punto. Se insisti ad andare in auto ti rassegni a far parte di una minoranza e dovrai rispettare i regolamenti che tutelano la maggioranza.
Il fatto è che in tema di mobilità urbana i “no bici” sono ancora la stragrande maggioranza e impediscono di fatto di usare la bici anche a chi vuole usarla rendendo le strade oltremodo pericolose a tutti i ciclisti.
Ecco, un auspicio del 2022 è questo che come l’Italia ha aderito in massa alla proposta del vaccino e pare che in qualche modo stia contrastando la pandemia, reagisca in massa anche ai problemi dell’inquinamento e capisca che il vaccino contro quelli si chiama bicicletta.
La possibilità che non ci chiudano più in casa è molto concreta, utilizziamo questo scampolo di libertà per muoverci all’aperto e conquistare nuove libertà nel tessuto urbano ancora fortemente monopolizzato dalle auto. E’ un augurio strano che rivolgo a tutti. A chi mi legge e “per contagio” anche a chi non mi legge.