La questione degli zaini pesanti degli scolari era teoricamente stata superata con una lettera di chiarimento del MIUR (protocollo 0005922) del 30 novembre 2009 con la quale si ribadiva l’importanza di osservare quanto indicato dall’ormai datata seduta del Consiglio Superiore di Sanità che, in data 16 dicembre 1999, aveva stabilito che il peso degli zaini degli scolari non avrebbe dovuto essere superiore al 10-15% del peso corporeo degli allievi.
Fatta la legge fatto l’inganno. Tale disposizione avrebbe potuto portare una rivoluzione nel modo di intendere la scuola, almeno nel modo di intendere l’utilizzazione dei libri e come tutte le rivoluzioni avrebbe potuto essere abbastanza sconquassante per il sistema scolastico italiano ma questa rivoluzione, come tante rivoluzioni, è stata repressa sul nascere. Così è nata l’era del trolley ovvero del grande equivoco e della derisione di tale disposto che poteva essere veramente decisivo per risolvere una volta per tutte tale annosa questione.
Perchè questo articolo si intitola “Asimmetrie, trolley e sport” e non semplicemente “La presa in giro del trolley”, come potrebbe apparire più auspicabile, è presto detto.
La questione va inquadrata in un contesto molto più ampio perché alla fine mette in discussione tutto l’assetto della scuola italiana.
E’ giusto precisare che siamo tutti normalmente asimmetrici. Bambini ed adulti. Questa è la nostra fisiologia, la nostra normalità e la scuola non ha certamente colpe su questa “fisiologica asimmetria”. E’ anche giusto ammettere che abbiamo tutti bisogno di giocare e/o fare sport, bambini ed adulti, asimmetrici (tanti) e simmetrici (pochi) e questo non dipende certamente dal peso degli zaini che abbiamo portato o che stiamo ancora portando (quelli dei nostri figli…) a scuola. Lo sport serve a tutti, sani e meno sani. Sulla questione sport ed attività motoria in genere la scuola si gioca un grosso polpettone che purtroppo ha dei limiti oggettivi che sembrano di impossibile superamento.
Questa premessa serve per inquadrare il fatto che il problema delle asimmetrie, patologiche e non, e dello sport necessario a tutti sono solo lontanamente correlati e comunque indipendenti rispetto al problema del trolley. Pertanto è inutile affrontare il problema del trolley dicendo che tutti siamo asimmetrici e che il problema va risolto facendo sport. Siamo tutti asimmetrici, dobbiamo tutti fare sport, non per questo dobbiamo trasportarci avanti e dietro da scuola trolley da 10 chilogrammi o poco meno come se stessimo andando all’aeroporto tutti i giorni. Non lo dobbiamo fare noi come adulti e tanto meno lo devono fare i nostri figli che hanno un fisico in costruzione che non deve sopportare pericolosi sovraccarichi.
Il grosso equivoco è sorto perché nelle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità è riportata la voce “zaino” e non “trolley” e pertanto si è ritenuto che con l’avvento del trolley il peso del materiale didattico da portare a scuola potesse tranquillamente raddoppiare o triplicare rispetto alle indicazioni piuttosto severe di quel chiarimento.
In pratica “Rompete le scatole con gli zaini? E noi ci inventiamo il trolley!”.
L’avvento del trolley ha sancito una grave incapacità di adattamento della scuola italiana di fronte a questo problema. Penso che non sia opportuno un nuovo chiarimento da parte del Consiglio Superiore di Sanità che spieghi che il trolley per certi versi è ancora più pericoloso dello zaino (visto che si trattava di asimmetrie il trolley è decisamente asimmetrico) ma occorre solo la buona volontà di mettersi a studiare soluzioni applicative che possano finalmente obbedire ai disposti del protocollo del MIUR del 2009.
Se la scuola italiana ha dei blocchi nella sua evoluzione che sono frenati da tanti limiti oggettivi tentiamo di farla evolvere almeno laddove le indicazioni espresse dal MIUR sono ben chiare. Occorre solo un po’ di buona volontà. Se il problema è delle case editrici dovranno essere le case editrici a cambiare i loro prodotti. Se il problema è dei dirigenti scolastici dovranno essere loro a risolverlo. Ci rifiutiamo di pensare che il problema possa essere degli insegnanti che devono coordinarsi fra loro per fare in modo che lo zaino sia meno pesante e non si trasformi in un trolley o peggio ancora dei genitori che devono mettersi a controllare cosa portano a scuola i loro figli. Se poi, come qualcuno si è sognato di dire, il problema è dei bambini che portano a scuola troppe cose inutili allora vuol dire che la scuola italiana ha dei problemi un po’ più seri del trolley. Ma a quello, da persone serie, non vogliamo crederci. Facciamo le persone serie e risolviamo una volta per tutte questa storia del peso della cultura che più che una questione pratica pare una leggenda da consegnare ai posteri che diranno: “Un tempo la cultura aveva un peso così importante che… ti spezzava la schiena!”.