ANCORA SULLA DICOTOMIA SPORT DI BASE – SPORT TELEVISIVO

“Non perdi occasione per dire peste e corna dello sport televisivo, anche la vicenda Caster Semenya te ne ha dato lo spunto e hai girato la frittata a tuo uso e consumo. Tutto sommato la faccenda della Semenya non c’entra con il doping, nessuno ha mai ipotizzato che sia dopata…”

 

Io do un bel “4”, allo sport televisivo e la sufficienza piena allo sport di base, anche se dico che andrebbe assolutamente migliorato nella capillarità e nella fruibilità perché ritengo che dallo sport televisivo non arrivi un buon modello.

E’ vero che la faccenda Semenya non c’entra direttamente con il doping ma c’entra in modo indiretto. Tale questione pare proprio l’accanimento di un sistema di controllo che non potendo controllare l’alta medicalizzazione dello sport si limita a controllare che l’immagine dello sport di alto livello resti candida. Il giorno più basso dello sport televisivo probabilmente è stato quel giorno che gli atleti hanno cominciato a gareggiare con il pettorale con sopra la scritta “Io gareggio pulito”. Scritto in inglese ma purtroppo inequivocabile. Quella scritta debitamente tradotta declassa l’intero sport di alto livello perché vuol dire più o meno così: “Io faccio parte di quel grande circo di atleti che ne fanno di tutti i colori per resistere in questo ambiente e quanti e quali farmaci prendo non lo saprete mai perché è un segreto di stato. In ogni caso sappiate che non potrò mai affrontare l’argomento che è molto delicato e me lo fanno scrivere addirittura qui sopra, sul pettorale”. Io se fossi un atleta che davvero non fa uso di farmaci mi rifiuterei di gareggiare con quel tipo di pettorale perché ritengo che un atleta che rifiuta in linea di principio ogni esasperazione di assistenza medica possa benissimo gareggiare senza iscritte idiote, false e tendenziose sul pettorale.

 

Quella scritta è pure offensiva per lo sport di base perché gli atleti che gareggiano davvero quasi tutti puliti sono quelli dello sport di base che non hanno motivo alcuno di cercare incremento del rendimento sportivo in protocolli farmacologici che sono semplicemente imbarazzanti.

A quel punto io proporrei una scritta sul pettorale degli atleti delle gare regionali e provinciali con scritto sopra _ – Io gareggio “davvero” pulito – per vedere cosa dicono quelli che gareggiano con il pettorale con scritto “Io gareggio pulito”. Insinuazione per insinuazione io insinuo che lo sport di base sia più pulito di quello di vertice e non penso di andare molto distante dalla realtà a fare questa osservazione.

C’è una eterna lotta in famiglia fra sport televisivo e sport di base e mentre quest’ultimo serve a combattere la sedentarietà il primo purtroppo aiuta a mantenerla.

La lotta è proprio fra attività fisica divertente e televisione. Se l’attività fisica divertente è quella che vediamo fare agli altri in televisione mentre noi siamo lì a guardare con bibita e patatine allora è una battaglia persa, se invece l’attività fisica divertente è quella che facciamo noi stessi a qualsiasi età a 8 anni come a 80 ma anche a 20 e 30 anni tanto per dire due fasce d’età dove dal lato pratico siamo messi molto male, allora la sedentarietà si combatte davvero ed è inevitabile che da questa lotta la televisione ne esca molto malconcia perché non c’è più tempo per guardarla.

Le lotte epocali per combattere la sedentarietà essenzialmente sono due: quella contro la televisione che deve diventare meno allettante dopo un’intensa giornata lavorativa o di studio rispetto all’attività fisica, e quella contro l’automobile che deve diventare meno conveniente del mezzo pubblico per spostarsi nella normalità delle faccende quotidiane.

Per vincere la prima battaglia occorre che l’attività fisica sia gratuita e divertente. Se non è gratuita e divertente difficilmente può battere la televisione. L’attività fisica nelle palestre molto spesso non è divertente e quasi mai è gratuita, per quello bisogna riscoprire il gusto dell’attività motoria all’aperto e diffondere lo sport davvero per tutti, per tutte le fasce d’età.

La battaglia contro l’inflazione del mezzo privato da una tonnellata e mezzo di peso per spostare un persona di 80 kg va combattuta semplicemente aumentando l’efficienza dei mezzi pubblici. Se i mezzi pubblici diventano più veloci ed economici dell’automobile allora la gente si stufa di stare inscatolata tre ore al giorno nel proprio mezzo privato ed accetta di camminare un po’ per servirsi del mezzo pubblico. Ovvio che deve essere lasciata la possibilità alle persone anziane e/o disabili di continuare a servirsi del mezzo privato perché purtroppo chi fa fatica ad affrontare anche brevi spostamenti a piedi fra una coincidenza e l’altra del mezzo pubblico non può essere costretto a tale impegno.

Questo concetto di aumento dell’attività fisica usando il mezzo pubblico non è ben chiaro: tutti credono che il mezzo pubblico serva solo a far diminuire l’inquinamento, in realtà serve anche a far camminare di più le persone perché è garantito che si cammina di più se si lascia a casa l’automobile. I tre giri che si fanno comunemente attorno all’isolato in attesa di trovare parcheggio non si fanno più con l’autobus e questo invece ti lascia in un posto che non è proprio attaccato a dove devi andare e quel tratto te lo devi fare a piedi, inevitabile che la proposta sia fattibile solo a chi ha un minimo di salute e per questo, come precedentemente precisato, non si può pensare di vietare dall’oggi al domani l’uso del mezzo privato. La gran mossa sarebbe operare in modo che il mezzo pubblico diventi più  conveniente, a quel punto uno è libero di scegliere senza divieti. Attualmente la scelta è fortemente orientata verso l’utilizzazione del mezzo privato, almeno in Italia, in  quanto il mezzo pubblico non è efficiente e nemmeno molto economico.

Anche se ne scrivo continuamente non mi occupo di trasporti ed è inevitabile che continui ad indirizzare la mia battaglia mediatica sullo sport di base. Lo sport di base è cento volte più sano di quello di vertice, serve di più, merita rispetto e quando ci prendono in giro con le fandonie dello sport di vertice (tipo che il suo candore si riacquista facendo fuori un’atleta che ha il testosterone troppo alto per suoi problemi personali…) è giusto che chi investe tempo, sentimenti ed emozioni sullo sport di base si ribelli a queste clamorose prese in giro.