Non è la prima volta che mi scrivono di esperienze fallimentari in palestra. Capita anche che gli stessi soggetti che narrano di queste evenienze mi riferiscano di tentativi più o meno riusciti di fare un po’ di attività motoria a casa propria e, da ciò che capisco, questi tentativi non sono poi del tutto maldestri. Alla fine il soggetto, fra il depresso ed il disperato, mi chiede perché non riesce a frequentare la palestra e/o consigli per fare qualcosa di sensato e razionale per conto suo a casa.
Io non ho nessuna intenzione di far pubblicità negativa ad alcuna palestra però non me la sento nemmeno di prendere in giro i miei lettori. Quando una persona qualsiasi non riesce ad affrontare una palestra per svolgere della normale attività motoria la colpa è sempre e semplicemente di chi gestisce la palestra. Se questo soggetto mi chiedesse perché non riesce a svolgere attività fisica in una farmacia gli risponderei che sarei preoccupato del contrario, ma in una palestra ci si va essenzialmente per una cosa che è svolgere della sacrosanta e salutare attività motoria. La palestra è proprio quello splendido luogo dove puoi svolgere attività motoria alla grande e dove trovi pure personale qualificato che ti fa gradire questa attività e te la propone nel modo più indicato alle tue esigenze personali.
Più semplice e chiaro di così si muore. Anzi faccio pure un po’ di plateale pubblicità come non è nelle mie abitudini per essere ancora più incisivo: “Per fare attività motoria come si deve andate in palestra e ne rimarrete soddisfatti…”.
Adesso, per essere un po’ più attendibile correggo un po’ il tiro perché se la lascio così qualcuno può pure sospettare che stia prendendo in giro i lettori e che me ne sto semplicemente lavando le mani su una questione che invece è molto importante e delicata.
E’ chiaro che la palestra dovrebbe essere il miglior luogo dove fare attività fisica però c’è pure da dire che… nessuno è perfetto. Però, e scusate la mia ostinazione a voler difendere in questi frangenti il mondo delle palestre che fin troppo spesso ho criticato in altri ambiti, se qualcosa non va voi dovete parlare e spiegare cosa c’è che non va. I tecnici di palestra, gli istruttori, sono lì per aiutarvi e voi dovete aiutare loro ad aiutarvi. Anche quando andate in una rinomata boutique per un bel vestito è pure possibile che il commesso, magari d’esperienza, vi proponga un qualcosa di poco adeguato alle vostre esigenze se non vi conosce e pertanto voi tentate di instradare verso la giusta scelta quel commesso fornendo preziose indicazioni sui vostri gusti e sulle vostre esigenze. A maggior ragione in palestra dove, anche se non sembra, le dinamiche sono molto più complesse che in una boutique per arrivare alla giusta scelta è decisamente opportuno e direi obbligatorio instaurare un rapporto di sincera collaborazione con chi deve confezionarvi questo prezioso abito.
Potrebbe essere finita qui se non fosse che queste domande, osservazioni, confessioni, vengono quasi sempre corredate dalla illuminante citazione che il malcapitato in realtà qualcosa per conto suo a casa ha fatto e stava quasi funzionando, è stato poi in palestra che è crollato.
Questa citazione è illuminante perché conferma una mia supposizione, che non è una mia supposizione ma addirittura un dato che si può certamente definire “scientifico”, qui su questo sito che, quasi per partito preso, di scientifico non riporta praticamente mai nulla. Ebbene, chiunque, anche il più impedito degli esseri umani e non dico “anche i disabili…” perché questi potrebbero denunciarmi (i disabili hanno un’amore verso l’attività motoria che molti considerati “normalmente abili” se la scordano…) nel momento in cui decide di farlo è sicuramente portato per un certo tipo di attività motoria che, ovviamente, deve essere ben calibrato sulle sue specifiche esigenze.
Per cui in queste confessioni è come se il lettore volesse istigarmi a delinquere e volesse volgarmente mettermi in bocca la banale risposta: “Ma manda a cagare tutte le palestre e gestisciti con fiducia ed entusiasmo la tua preziosa attività motoria”. No, io questa risposta posso darla solo per scherzo, per essere un po’ folkloristico ma la realtà è un altra. Purtroppo i malintesi sono all’ordine del giorno nella nostra società e certamente non solo in palestra ma prima di bocciare completamente un’ esperienza di attività fisica in una palestra che è il luogo ad essa deputato è proprio opportuno tentare di aver instaurato un rapporto chiaro con chi ha provato a proporvi un certo tipo di attività fisica.
Poi è giusto ammettere che se uno tutte le volte che va in palestra fallisce mentre a casa riesce a svolgere un piano di attività fisica che per certi versi pare pure azzeccato può anche mettersi in testa che lui riesce a fare di meglio a casa propria che non in palestra. Questa non è una eventualità impossibile, devo ammettere che succede e non si può certamente obbligare nessuno ad andare in palestra.
Quello che predico qui sopra e che deve essere ben chiaro è che il fatto che un esperimento in palestra sia fallito non è certamente un buon motivo per giustificare una sedentarietà assoluta. Il sedentario è il potenziale nemico numero uno delle palestre. Oppure può diventare quello che le fa elevare a nuova dimensione. Una palestra dove ogni sedentario sgretola tutti i suoi centomila motivi per non fare attività fisica è una grande palestra e si meriterebbe fior di contributi dallo Stato perché quella contribuisce a migliorare il livello di salute della popolazione.
Nel mio tentativo di semplificare per demolire le solite scuse dei sedentari io invito sempre a provare un po’ di sana attività fisica per conto proprio perché mi pare che serva a responsabilizzare di più se stessi. Molto spesso l’istruttore è il capro espiatorio di una situazione che non si vuole sbloccare. Il sedentario è in continuo conflitto con se stesso, è come il fumatore incallito che non vuole smettere di fumare, fa finta di smettere ma trova sempre nuove scuse per riprendere. E’ fin troppo semplice per il sedentario convinto trovare centomila istruttori che non hanno capito niente. In realtà questi non hanno capito solo una cosa: che si trovano di fronte un vero osso duro e, solo nel caso in cui l’abbiano capito ma fanno finta di niente possono essere dichiarati davvero colpevoli.
Io penso che per il buon istruttore il sedentario convinto sia una grande sfida ed un’occasione di crescita e non credo che nessuno voglia minimizzare la portata dei problemi con questi soggetti rischiando di provocare della pubblicità negativa per l’intera palestra.
Per cui, concludendo e sperando di non fare caos come al solito su questo argomento che è certamente molto complesso ma pure molto importante, io invito tutti i potenziali “ex sedentari” a non farsi traumatizzare da nessuna palestra. Li invito ad insistere con l’attività motoria in qualsiasi modo suggerito dalla loro fantasia. Li invito a tentare di costruire un rapporto di fiducia con un eventuale istruttore ma al tempo stesso di non sentirsi troppo vincolati dalle sue indicazioni. Insomma l’istruttore è uno strumento, se non funziona con voi possono esserci centomila motivi, voi provate a vedere se si riesce ad instaurare un proficuo rapporto di collaborazione, in caso contrario… non dovete mica sposarvelo. Ci sono centomila modi di affrontare l’attività fisica. Sì, forse uno estremo è proprio quello di sposarsi un istruttore ma certamente non l’unico…