Provengo dall’atletica leggera e dunque di allenamento situazionale dovrei capirci gran poco, però alcuni anni nel calcio a 5, come preparatore ed anche come allenatore, mi hanno aperto gli occhi sulle grandi possibilità dell’allenamento situazionale negli sport di squadra. Sono convinto che l’allenamento situazionale dell’intera squadra possa dare in termini di rendimento in partita risultati migliori di quello che può dare l’allenamento condizionale. Mentre il miglioramento dell’aspetto condizionale dei singoli giocatori non è una garanzia per il miglioramento dei risultati per l’intera squadra, il miglioramento nelle esercitazioni di squadra sull’allenamento situazionale è quasi sicuramente garanzia di miglioramento anche in partita. Il “quasi” è d’obbligo perché l’allenamento situazionale è altamente specifico e la situazione “perfettamente” specifica l’andiamo a creare esclusivamente nel momento della partita. Le centomila variabili di imprevedibilità degli sport di squadra si presentano anche per chi ha abbondato con le esercitazioni di allenamento situazionale in preparazione.
Tornando indietro un attimo sull’allenamento condizionale dei singoli è abbastanza facile far capire perché un miglioramento in tal senso può anche non dare alla fine un miglioramento sul rendimento dell’intera squadra. Il singolo che migliora come capacità atletiche ha certamente più possibilità di fornire un buon rendimento in squadra, ma già questo non è detto. Quel soggetto potrebbe aver anche migliorato le doti atletiche senza aver migliorato le sue capacità tecniche e ciò avviene molto spesso soprattutto nelle preparazioni atletiche molto consistenti quando si dedica molto tempo alla preparazione fisica e troppo poco al miglioramento delle doti tecniche specifiche.
Il calciatore più veloce o capace di saltare più in alto o capace di resistere meglio alla fatica non mi serve a molto se le sue doti tecniche non sono a livello di quelle degli altri giocatori. E’ vero che a parità di doti tecniche una miglior prestanza fisica può anche fare la differenza ma l’aspetto tecnico è sempre predominante su quello esclusivamente condizionale. Pertanto mi sta bene un miglioramento delle doti condizionali a patto che per migliorare queste non sia perso troppo tempo a scapito della preparazione tecnica. E questo è un discorso che riguarda il singolo giocatore. Poi c’è quello che riguarda la squadra nel suo insieme che è ancora più complesso. Può accadere che tutti gli elementi di una squadra migliorino sia fisicamente che tecnicamente ma che questa squadra non migliori il rendimento. E’ strano ma può accadere, perché il risultato della squadra non è dato dalla somma del valore dei singoli giocatori ma è un qualcosa di molto più complicato. Mi viene in mente una squadra milanese (non facciamo nomi altrimenti i tifosi si arrabbiano) che aveva un presidente molto generoso che acquistava grandi giocatori. Purtroppo aveva un po’ fretta di vedere i risultati e continuava a cambiare allenatore e a spendere sempre più soldi per giocatori sempre più forti. Cominciò ad ottenere risultati quando si calmò un attimo e quella squadra infilò poi una serie di stagioni notevoli senza più dover cambiare molto. Aveva trovato gli equilibri ideali. La squadra era forte anche prima ma non era “squadra”, era semplicemente la somma di un gran numero di campioni che non riuscivano a rendere assieme per quanto era il loro valore effettivo. Questo è il fascino degli sport di squadra, questa è la premessa perché l’allenamento situazionale possa essere molto importante, i campioni non si possono allenare individualmente, devono allenarsi nella squadra per “fare” la squadra e creare quelle situazioni specifiche che dovranno dare le sinergie giuste per il gesto corale.
Ovviamente questo, che è il vantaggio dell’allenamento situazionale è anche un po’ il suo limite: è necessario che i giocatori si allenino assieme perché altrimenti fanno fatica a far crescere la squadra e questo mi fa venire in mente i problemi delle squadre di rappresentativa nazionale che fanno fatica a crescere perché hanno pochi momenti per stare assieme da infilare in un calendario agonistico che è sempre più fitto di impegni e vede le squadre di club storcere il naso quando viene sottratto loro il campione per allenarsi con la nazionale.
Per sottolineare l’importanza dell’allenamento situazionale torno un attimo sull’atletica che di situazionale ha gran poco ma avendo dinamiche molto semplici può anche aiutarci a capire quanto quel poco di situazionale che c’è nella atletica sia importante pure lì.
Una volta tanto sono nazionalista e cito la staffetta 4×100 italiana. La confronto niente popo’ di meno con quella USA che è la staffetta 4×100 per antonomasia. Ebbene anche in tempi non preistorici la 4×100 italiana è riuscita ad avere rendimenti più che decorosi, tutto sommato da non sfigurare nemmeno al cospetto della stellare staffetta USA. Com’è possibile? Li ci sono quattro personaggi che corrono più veloce possibile, che allenamento situazionale c’è? C’è un piccolo dettaglio: che i quattro personaggi devono passarsi di mano un bastoncino (il cosiddetto “testimone”) e sembrerà anche una fesseria ma non lo è del tutto, perché se questo bastoncino se lo passano di mano quattro personaggi che abitano uno a tremila chilometri di distanza dall’altro è quasi come se il bastoncino dovesse fare quei tremila chilometri (ed è il caso della nazionale USA che a volte ha perso staffette che sembravano impossibili da perdere date le credenziali di partenza) ma se il bastoncino se lo passano di mano quattro ragazzi che parlano pure lo stesso dialetto (e se pensate che il dialetto in Italia cambia ogni circa trenta chilometri avete già capito che questi sono praticamente compaesani…) allora il testimone passa di mano molto più veloce di quello della nazionale USA che rischia di fermarsi per poi ripartire ogni 100 metri.
Pensate quante più occasioni di squadra ci sono in un vero sport di squadra e quanto diventa importante allenarsi assieme.
Non sono uno studioso di allenamento situazionale ma quelle brevi esperienze negli sport di squadra mi hanno permesso di capire di come sia ben speso il tempo a creare la squadra, più che a “costruire” fisicamente i singoli con super preparazioni atletiche. Mi sia consentita un’ulteriore complicazione finale, esiste poi un aspetto psicologico del gruppo squadra come capacità di stare assieme e divertirsi senza drammatizzare che è di una complessità sublime e dove l’allenatore che trova la chiave per gestire questo si gioca veramente il Jolly per poter essere un grande allenatore di squadra.