Chi spera di trovare utili consigli per le questioni d’amore da questo articolo resterà deluso perché sostanzialmente è una critica ai tentativi di rigida pianificazione della preparazione sportiva.
Nell’ultimo articolo mi sono trovato a categorizzare in modo maldestro di colpo di fulmine, infatuazione e innamoramento quasi a volermi proporre come novello Francesco Alberoni del quale non ho nemmeno la milionesima parte del talento nel trattare di questi argomenti. L’ho fatto in modo grottesco e buffo (per qualcuno forse patetico più ancora che buffo…) con l’intento di spiegare come alcune vicende della vita umana non siano prevedibili, evitabili e tutto sommato nemmeno categorizzabili, cadendo pure in contraddizione perché per tentare di spiegarmi ho operato una vera e propria categorizzazione e pure piuttosto netta scrivendo di tempi di accadimento di queste cose.
In realtà anche quando si dice “all’amor non si comanda” si dice una discreta fesseria perché se così fosse chi si fa prete ha completamente sbagliato mestiere ma anche chi si sposa commette un errore imperdonabile.
La parte difficilmente governabile dell’amore è proprio quella iniziale, la più tumultuosa ed irruenta perché poi l’amore si svolge in mille vicende quotidiane che in qualche modo riusciamo più o meno a condizionare. Per questo ho analizzato, ovviamente in modo maldestro, il cosiddetto colpo di fulmine del quale probabilmente ho azzeccato solo che si esplica in meno di un decimo di secondo e che trasporta una quantità di corrente “disumana” riferita al nostro essere. Nelle mie categorie non l’ho definito amore, sottintendendo, tanto per scimmiottare il grande Alberoni, come questo sia un qualcosa di molto più complesso.
Dunque tentando di essere più precisi “Al colpo di fulmine non si comanda” e non “all’amor non si comanda” come si dice nel detto popolare e, una volta tanto il popolo fa confusione forse perché fa pure comodo fare confusione su queste cose. E’ certo che se ad ogni colpo di fulmine noi ci sentissimo autorizzati ad invitare a cena o al cinema chi ci strafulmina forse i ristoranti ed i cinema sarebbero più affollati ancora di quanto sono ora ma i rapporti di coppia non durerebbero normalmente molto, forse un mese o poco più rispettando la nostra fisiologia. Dunque nell’articolo precedente mi sono permesso di dire che se il partner si scandalizza perché il compagno o la compagna ha subito un colpo di fulmine improvviso non ha capito niente di come funzioniamo, mentre se da questo costruisce i presupposti per una infatuazione (altra categoria molto discutibile che io per semplicità descrittiva ho messo uno scalino più su soprattutto come spazio temporale rispetto al colpo di fulmine se non altro perché fra un decimo di secondo ed alcune settimane c’è comunque una differenza abissale) già qualcosa c’è da ridire e mi sono spinto un po’ più in la affermando che se questo dall’infatuazione passa anche all’innamoramento vero e proprio vuol dire che prima non era effettivamente innamorato altrimenti il nuovo innamoramento non avrebbe trovato quelle porte aperte di cui necessita un vero innamoramento. Poi, tanto per andare sul pirotecnico, mi sono lasciato andare nel dire che per conto mio l’innamoramento vero lo scopri solo dopo alcuni anni ma questo essenzialmente l’ho fatto solo per far arrabbiare alcuni giovani che dopo poche settimane sostengono di essere innamorati in modo irreparabile e fanno progetti per la vita quando per conto mio sono semplicemente infatuati ma su questo glissiamo altrimenti non ce la caviamo più.
Il balzo sullo sport mi viene su una questione di vita vissuta, cosa recente, che riguarda un ragazzo che ha smesso la pratica dell’atletica per qualche mese. Torna al campo ed è più forte di prima, soprattutto corre meglio di prima ed insomma sembra che si sia allenato più di tutti gli altri. Se mi dicesse che si è innamorato e pure senza andare in discoteca, ci crederei e chiunque ci crede perché i giovani si innamorano, anche se non vanno in discoteca e dopo sarà il tempo a dire se è amore vero o solo infatuazione ma insomma, ciò che normalmente parte con un colpo di fulmine ma può partire anche senza questo, non è prevedibile, arriva quando meno te lo aspetti ed ha una forza propria che non dipende da tante cose o almeno, dipende da cose che facciamo fatica a capire. E qui avevo scomodato nientepopodimenoche Carl Gustav Jung ed il suo inconscio.
Non so nulla di quel ragazzo, non mi faccio gli affaracci suoi, da quel che mi racconta ha problemi con la scuola ed è per quello che fa fatica ad allenarsi e credo che sia proprio così perché lui, che almeno su questo mi conosce, sa benissimo che mi incazzo tantissimo e mi deprimo quando i miei allievi mi raccontano di problemi scolastici e non mi incazzo assolutamente con loro ma con la scuola arcaica che questi problemi li produce a valanga, più o meno in tutti i giovani.
Dunque non va più forte perché ha trovato la ragazza della sua vita, sarebbe fantastico e romanticissimo se fosse così, ma va più forte per il semplice fatto che nonostante la scuola che ti stressa è cresciuto fisicamente ed ha subito dei colpi di fulmine di tipo sportivo, io dico più di uno perché il ragazzo è migliorato in modo veramente sostanziale, che ne hanno modificato il rendimento. In poche parole lui è la dimostrazione tangibile dell’affermazione piuttosto sconcertante di alcuni esperti del movimento (uno per tutti il compianto prof. Walter Bragagnolo) secondo i quali i ragazzi riescono a migliorare il rendimento sportivo “nonostante” la presenza dei tecnici e non “grazie” al loro intervento.
Ecco già la gente fa fatica a capirmi quando faccio il novello Alberoni e parlo in modo strano del colpo di fulmine classico, se poi mi metto a disquisire del colpo di fulmine sportivo allora divento un marziano che parla una lingua tutta sua.
Il colpo di fulmine sportivo è quella cosa assolutamente difficile da capire e più ci ostiniamo a pianificare la preparazione sportiva e meno lo possiamo capire, secondo la quale improvvisamente l’atleta ha un bagliore, un informazione che lo porta a migliorare in modo imprevisto ed efficace un certo gesto sportivo. Semplicemente sconcertante che ciò possa avvenire anche senza allenarsi e solo grazie alla crescita fisica, ma tanto per citare il sottoscritto e non farsi gli affari degli altri, non posso fare a meno di citare la mia estate del ’78 nella quale dopo un periodo di bronchite cronica difficilissima da debellare nonostante una quantità industriale di farmaci provati (col senno di poi direi proprio per “colpa” di quelli…) ricominciai a correre trovandomi più forte di prima. I miei amici dicevano che andavo forte perché avevo le balle talmente girate da quel periodo che non poteva essere diversamente, io so che correvo con una facilità irripetibile e senza nessuna prova in allenamento ho scoperto dal nulla quello sprint finale che ha contraddistinto la maggior parte delle gare del mio periodo di fulgore agonistico.
Dunque esistono dei colpi di fulmine di tipo sportivo, difficili da spiegare, non associabili alla preparazione e tanto meno alla pianificazione della preparazione che non li considera assolutamente non essendo codificabili e pianificabili. Bello poter associare i colpi di fulmine sentimentali a quelli sportivi ma francamente mi pare che seguano strade indipendenti, certo che quando c’è una relazione fra i due è una cosa decisamente bella e romantica ed in proposito mi sento di dire che è più facile che il colpo di fulmine sentimentale scateni anche quello sportivo che viceversa anche se c’è da dire che se grazie allo sport uno sta bene fisicamente probabilmente è più portato a sentire bene tutte le cose belle della vita.
Ecco, ho scritto cose “belle” della vita e di questo ne sono fermamente convinto. Il colpo di fulmine è sempre bello a tutte le età che poi implichi un ragionamento per poterlo gestire nel migliore dei modi nella propria esistenza su quello non c’è dubbio ma io sono convinto che quando si è giovani non dovrebbero esistere freni di sorta e così se uno si innamora ed è corrisposto non vedo perché dovrebbe rimandare a quale altra esistenza una cosa così fantastica e se uno corre forte non ci dovrebbe essere nessuna stramaledetta scuola che ti impedisce di scoprire questa buona corsa e praticarla fin che sei su di giri perché poi come d’incanto la magia svanisce e con riferimento allo sport svanisce anche prima del sentimento.
Se devo finire con un finale romantico ovviamente scandalosamente ricercato e forzato ma nel quale tutto sommato credo, anche nello sport se vissuto intensamente esiste un certo sentimento e così nella vecchia cariatide come il sottoscritto la corsa anche se di qualità infima produce sensazioni molto belle ugualmente. Quando non ho dolorini io gusto la corsa come nel 1978 e mi pare di dover ancora buttar via le scatole di quei farmaci che ritardando la mia guarigione dalla bronchite mi hanno fatto girare le scatole in modo leggendario. Poi, anche se sono vecchio decrepito, posso vedere anch’io qualcosa di particolare negli occhi di una commessa al supermercato ma non la invito al cinema per una serie infinita di motivi, primo perché mi sentirei un cretino a proporre l’uscita con il matusa (anche se il mondo dello spettacolo ci propina queste cose tristi…) e fra gli ultimi il fatto che anche se questa avesse la perversione dell’uscita con il matusa dando un ottimo alibi a mia moglie che avrebbe finalmente il motivo per potersi sbarazzare di me, finirei inevitabilmente per raccontare a quella povera commessa dell’estate del ’78.
Non c’è dubbio: troppi colpi di fulmine fanno male alla salute, Io ne ho subiti di tutti i tipi e continuo a subirne continuamente quando cerco negli occhi di mia moglie la follia che l’ha portata a sposarmi. Ovviamente da ciò si evince anche che sono ancora terribilmente innamorato di mia moglie e questa è una vera malattia cronica ma posso scriverlo tranquillamente tanto non legge qui sopra, si annoia troppo…