Qualche decennio fa lo “sbarco” della ginnastica cosiddetta “aerobica” ha fatto un po’ di confusione sui termini aerobia ed anaerobia e poi ha portato ad idee strane in merito all’esecuzione di esercitazioni a prevalente carattere aerobico.
Diciamo subito che la categorizzazione dell’esercizio fisico in base alla tipologia di impegno aerobico oppure anaerobico è una classificazione un po’ brutale nel senso che praticamente tutto l’esercizio fisico ha una sua componente aerobica (senza ossigeno non si fa praticamente nulla) e con un po’ di fantasia si può pure dire che in qualunque gesto sportivo c’è comunque anche una componente anaerobica. In modo piuttosto grossolano si può affermare che tutto ciò che si produce in pochi istanti, a carattere esplosivo come un salto, un lancio, una corsa molto breve in sprint ha una componente prevalentemente anaerobica, cioè senza impiego di ossigeno, mentre tutto ciò che dura di più come una serie di salti, una corsa prolungata o comunque qualsiasi altro gesto a carattere ciclico che viene ripetuto più volte con continuità ha una componente prevalentemente aerobica. Sulla base di questa classificazione si è arrivati a dire che esisteva una ginnastica di tipo aerobico nel senso che nell’esecuzione di questa vi erano lunghe serie di ripetizioni dello stesso esercizio senza pause significative e pertanto il movimento acquisiva la tipica continuità delle esercitazioni di resistenza. Quando è nata la ginnastica “aerobica” pochi sapevano che non c’è nulla di più “aerobico” di una bella camminata e pertanto se volevano andare a stimolare il sistema aerobico più che mettersi a fare ginnastica ad un certo ritmo in una palestra al chiuso dovevano andare all’aperto a camminare.
Tant’è, si è trovato il sistema per mettersi a fare attività sportiva di tipo aerobico al chiuso e chi ci guadagnava? Non di certo chi voleva allenare nel modo migliore il sistema aerobico che aveva (ed ha…) bisogno di un ambiente salubre e più arieggiato possibile per svolgere quel tipo di attività ma probabilmente chi proponeva quel tipo di attività che, ammesso che l’attività motoria a prevalente carattere aerobico ha una grande importanza per la salute generale, aveva trovato il sistema per far svolgere anche questo tipo di attività in palestra. Così, passo dopo passo, si è arrivati anche alla diffusione di tapis roulant e della cyclette in palestra e la creazione del cosiddetto “cardio fitness”, che ha un nome che sa di autentica bufala, è stata la ciliegina sulla torta su questo processo di trasferimento dell’attività aerobica dai luoghi all’aperto ai luoghi al chiuso.
Forse una classificazione più interessante delle attività motorie andava fatta più che su aerobico ed anaerobico su quelle da fare all’aperto e quelle da fare al chiuso e allora si sarebbe scoperto molto semplicemente che le attività dove si ventila ossigeno in modo importante è più opportuno farle all’aperto anche se c’è freddo e magari viene poco spontaneo esporsi a temperature poco gradevoli ma comunque la qualità dell’aria generalmente è migliore. Si sarebbe potuto comprendere così facilmente il leggero equivoco della ginnastica aerobica che, nonostante sia un’ esercitazione con un grande impiego di ossigeno, viene tradizionalmente svolta in palestra per il semplice motivo che… l’insegnante lo trovi in palestra. La moda di svolgere lezioni di ginnastica aerobica all’aperto è una moda abbastanza sensata che ovviamente trova dei grossi limiti nella brutta stagione, al contrario la moda di svolgere al chiuso altre attività a carattere prevalentemente aerobico (cammino, corsa e bici) non ha molto senso anche se può trovare una sua spiegazione quasi razionale nella necessità di svolgere esercitazioni a carattere aerobico anche quando il clima non lo consente.
In sintesi quando si respira a fondo è meglio farlo all’aperto, se invece uno mette a punto delle esercitazioni particolari quali un piano di riabilitazione neuro muscolare o comunque esercitazioni dove è necessaria una grande concentrazione e magari pure l’utilizzazione di sovraccarichi e/o macchinari vari allora la scelta di un ambiente al chiuso s’impone.
Non fare mai nemmeno un po’ di ginnastica con la scusa che ci si allena solo all’aperto non è una bella cosa (al limite fatevela a casa se proprio odiate la palestra) così come stare troppo tempo in palestra a fare cose che andrebbero fatte all’aperto non ha nessun senso (cammino, corsa, bici). Per cui il consiglio che mi va di dare è questo: “Più che interrogarvi su aerobico ed anaerobico chiedetevi se nella vostra attività fisica c’è una buona componente di attività fisica all’aperto perché questa è fondamentale, se questa è poca vedete se non riuscite a fare all’aperto qualcosa che già state facendo in palestra ed altrimenti inventatevi comunque qualcosa da fare all’aperto perché l’attività di tipo aerobico è molto importante per la salute generale.” Poi le cose che si fanno meglio in palestra nessuno vi obbliga a farle all’aperto e una discreta quota di attività fisica di tipo “coordinativo-muscolare” ci può stare in un piano di preparazione fisica calibrato, queste cose forse riuscirete farle meglio in palestra (oppure a casa) per la gioia degli insegnanti di educazione fisica che hanno ancora qualche motivo per portarvi in palestra, anche se devono capire che non si può lavorare solo in palestra.