PERCHE’, A MIO PARERE, IL SENSAZIONALISMO NON FA TROPPO BENE ALLO SPORT

Ho visto anche Karsten Warholm, sbriciola il record del mondo dei 400 ad ostacoli abbassandolo di oltre sette decimi di secondo in un colpo solo. Eppure vince di poco e bastava un errore su un ostacolo per perdere l’oro olimpico, il secondo arriva infatti a meno di due metri di distacco, certamente non un distacco abissale.

Qualcuno afferma giustamente che molti quattrocentisti di alto livello non riescono a fare il tempo che lui ha fatto sugli ostacoli nemmeno senza ostacoli. ma non si può dire che chi riesce a correre in 400 piani in 45″9 non sia un grande atleta perché è certamente un ottimo atleta ed un allenatore che riesce ad averne tre o quattro di quegli atleti si sente un mago della specialità. Ma questo fa lo stesso tempo con gli ostacoli. La vera notizia per conto mio è che vince solo con due metri di distacco e se non stava molto attento poteva anche perdere questa gara fantastica.

Nel celebrare lo sport di alto livello dobbiamo ragionare con grande elasticità, quello ottenuto da Warholm oggi è uno dei più grandi risultati della storia dell’atletica, ciononostante c’è chi ha fatto anche di meglio (mi viene da pensare allo storico 8 metri e 90 nel salto in lungo di Beamon nel lontano 1968) ed in ogni caso tale risultato non deve mettere nell’ombra risultati meno clamorosi ma altrettanto significativi.

Si può ponderare molto attorno a risultati di tale portata ed ognuno sarà a dare maggior valore ad un record piuttosto che ad un altro. Io per esempio ho una mia fissa sul record dei 400 femminili di Marita Koch di 47″60 sui 400 piani che reputo uno dei record più inavvicinabili dell’atletica. Analizzando quel record ne viene fuori un po’ malconcio il record dei 400 ad ostacoli femminile che, pur essendo un signor record (51″9), lascia 4″ e tre decimi di margine alla distanza in piano. Allora o può arrivare anche un’ ostacolista stratosferica come Warholm che va vicina ai 50″ oppure ci tocca dire che il record che ormai è obsoleto è quello dei 400 maschili che è ancora sopra i 43″ (del resto Bolt ci ha fatto capire che se avesse considerato con vero interesse i 400 metri quei 43″ potevano essere abbattuti). Insomma tutto è sensazionale ed al tempo stesso riconducibile su binari di logicità e di razionalità che possono spiegare anche prestazioni apparentemente impensabili. Detto questo io sostengo che tutti i risultati sportivi sono sensazionali e lo sono in quanto danno sensazioni a chi li guarda ma soprattutto a chi li produce. Dunque il mio sensazionalismo non è quello di chi da del marziano al primatista del mondo ma quello della razionale distribuzione di sensazionalismo a tutto il movimento sportivo. E’ sensazionale lo sport in sé per sé poi che fra tanti ci sia chi ottiene prestazioni migliori degli altri è la cosa più logica che ci possa essere.

Se il sensazionalismo ci serve per gioire e per rendere gigantesca l’immagine di chi offre i risultati migliori allora, a maggior ragione, io dico che questo sensazionalismo deve essere distribuito in maniera equa perché il risultato veramente sensazionale può essere prodotto solo se c’è qualcuno di solo leggermente meno sensazionale che ti spinge al record. Dunque sensazionale Warholm, soprattutto il fatto che ci mancava un attimo che perdesse e pertanto di veramente sensazionale c’è il fatto che il secondo arrivato, tale Rai Benjamin, deve essere considerato a tutti gli effetti un grande campione come lui perché quei due metri che lo separano dalla vittoria in questa storica finale olimpica non sono certamente sufficienti a farci dire che c’è un grande campione assieme a delle comparse. No, qui ci sono ben due atleti che hanno massacrato il record mondiale precedente, di comparse proprio non ne vedo dal momento che il terzo classificato è andato ad un soffio dal vecchio record del mondo e che l’ottavo classificato di quella storica finale è il nostro Alessandro Sibilio capace di migliorarsi in un anno di oltre due secondi per arrivare a quell’appuntamento con la storia. Estendo il concetto: in questa storia proprio di comparse non ce ne sono perché anche l’ultimo dei quattrocentisti degli ostacoli bassi di qualsiasi società di qualsiasi periferia ne è un protagonista ed eventualmente le comparse sono i telespettatori, importanti pure loro per logiche legate allo sport moderno e che sono gli unici personaggi non protagonisti dell’intera vicenda. Il sensazionalismo buono a mio parere è questo, quello che esalta solo il grande Warholm capace di scendere sotto i 46″ nei 400 ad ostacoli come vero marziano non è un sensazionalismo che fa molto bene allo sport e se ne può fare anche a meno nel momento in cui per sua grossolanità intrinseca va a togliere la scena a chi si merita di averla per mille motivi validi.