Parlavo con un ragazzino che pratica l’atletica leggera nei giorni scorsi. Era in perfetta forma per fare le gare (alcune le ha già fatte) fino a poco fa poi gli è arrivata la tegola in testa di un compagno di classe positivo al Covid e così è finito in quarantena segregato in casa giusto giusto per il tempo per finire fuori forma. Questo lui non lo sa (o meglio lo sa ma non immagina che io abbia evidenziato il problema perché proprio non ci tengo ad ingigantirlo…) e tutto sommato spero che non legga questo sito per non riconoscersi qui sopra, almeno non prima della gara di domenica che gli ho consigliato ugualmente di fare anche se la prestazione non potrà ovviamente essere al top.
Anche se è giovane e forte ed era decisamente in forma prima della quarantena temo che non potrà avere un grande rendimento domenica in gara perché stare completamente fermo è un problema serio anche per un ragazzino che fa sport. I primi due o tre giorni non creano quasi nessun problema, anzi se è un po’ carico di allenamento è pure possibile che aiutino un buon recupero muscolare, ma dal terzo, quarto giorno in poi cominciano i guai e già dopo una settimana di inattività ci tocca dire che la situazione ideale è andata a farsi friggere. Giusto per capire quanto poteva essere stato il danno da quarantena gli ho chiesto: “Ma durante la quarantena hai solo guardato la televisione o hai anche fatto il giro della tavola?” E lui mesto, fra l’ironico ed il depresso: “No, televisione e computer… computer e televisione… alternavo…”.
Ho capito il disastro della clausura forzata e obiettivamente sul campo gli effetti di quella si vedevano. Comunque non disperiamo, l’atleta in questione è valido ed ha pure una maturità agonistica impensabile per la sua età pertanto sono pure convinto che saprà gestire anche questo piccolo deficit e saprà comunque rendere per quanto può fare ora.
Il punto non è quello perché la gara di domenica per quel ragazzino conta poco o nulla e, a maggior ragione conta poco perché, anche se dovesse andare male, lui ha la capacità di incassarla senza drammi ed è proprio per quello che l’ho invitato a partecipare perché ha certamente bisogno di uscire e divertirsi e non di stare a casa anche se lo stato di forma non è più quello di prima.
La cosa che mi ha fatto pensare è che quell’ironico “Televisione e computer… computer e televisione” che mi ha risposto è la tragica normalità per tanti ragazzini che non sono in quarantena e che passano molte giornate soprattutto invernali con il ritmo “Studio, televisione computer…”.
Se questa cosa che in pochi giorni ha fatto saltare il suo stato di forma per altri ragazzini è quasi la norma delle giornate invernali vuol dire che come abitudini di movimento tanti ragazzini sono messi veramente molto male e con riferimento a quel ragazzino in particolare io devo dire che quella risposta mesta tutto sommato è un bel segnale. Sarebbe stato molto peggio se tranquillo e sorridente mi avesse risposto “No stai, tranquillo, a parte aver saltato gli allenamenti è stato tutto come negli altri giorni…” ed una risposta simile anche se indicativa di uno stato di minor sofferenza in questi giorni critici sarebbe stata drammatica per il suo regime di vita normale.
Insomma, dobbiamo fare in modo che tutti i ragazzini patiscano in modo terribile la quarantena non perché vogliamo farli soffrire ma proprio perché gli vogliamo bene. Un ragazzino che in quarantena soffre e si sente in galera è un ragazzino sano, un ragazzino che affronta la quarantena con una facilità preoccupante perché cambia di poco le sue abitudini rispetto al suo normale regime di vita deve far pensare tutti quanti.
Non c’è dubbio che “Studio, televisione e computer” non possa funzionare perché questa non è un a gioventù che deve essere in grado di affrontare la quarantena con scioltezza, è una gioventù che deve crescere sana ed in caso di quarantena deve andare decisamente in crisi arrivando alla splendida mestizia del ragazzino che domenica gareggerà non si sa con quali risultati ma che una gara l’ha già vinta perché mi ha fatto capire che lui i numeri per fare il sedentario proprio non li ha. E quella è una sacrosanta difficoltà che può essergli utile per mantenere la salute ed incentivarlo a praticare sport anche quando mille vincoli sociali andranno a creargli problemi tosti. Il problema più grosso a quell’età è non fare sport, il resto passa in subordine.