Mi è capitato di vedere le teorie complottiste sul Covid su Internet ed ho pensato che veramente su Internet passa di tutto, o meglio, quasi di tutto.
Intanto permettetemi il mio punto di vista idiota sul complottismo sul Covid, dopo vengo al dunque che riguarda la corsa dove ho meno probabilità di scrivere cose allucinanti, al più discutibili ma non del tutto allucinanti.
La mia teoria sul Covid (una ce l’hanno tutti…) è che non può essere un complotto perché se così fosse vuol dire che è stata orchestrato da un gruppo di ricchi idioti autolesionisti. Io penso che per definizione un complotto di larga portata possa essere gestito solo da gente che muove grossi capitali. I poveri cani non hanno la possibilità di fare quelle cose e pertanto manco ci provano.
Facciamo finta che (come ho sentito dire) tutti abbiano capito che l’economia del petrolio è agli sgoccioli, tutti hanno capito che bisogna cambiare rotta altrimenti il pianeta va a remengo e pertanto non ci sono prospettive per il petrolio. Allora qualcuno dice (anche questa non me la sono inventata: l’ho vista su… Internet!) che bisognava buttare i capitali sull’industria farmaceutica che già sta benino e invade pure le nostre esistenze anche con la pubblicità in tv. Per accelerare questo passaggio di capitali e renderli immediatamente fruttuosi bisognava creare un grande stress alla popolazione di forte impatto tipo la pandemia per dare ossigeno ed importanza all’industria farmaceutica e promuovere così questa nuova economia dove ovviamente i ricchi ci guazzano perché essendo loro ad orchestrare tutto figuriamoci se non sanno quali sono le mosse di mercato da fare.
Il tutto potrebbe stare in piedi se non fosse che questo Covid ha mandato a puttane l’economia di un pianeta che stava già andando a puttane prima anche senza Covid, per colpa dell’inquinamento ormai non più negabile nemmeno dal più idiota dei negazionisti. Insomma, siccome c’è un problema che inevitabilmente procurerà un disastro dell’economia del petrolio ne creiamo un altro per fare in modo che questa cosa avvenga più velocemente. Io penso che un ragionamento del genere sia davvero il festival dell’idiozia.
Forse non ci arrivo ma non riesco a capire un complotto gestito da ricchi signorotti che comandano le multinazionali per cambiare un’economia che sta già inesorabilmente e drammaticamente cambiando.
Finito il Covid la gente scenderà nelle piazze perché è alla fame e anche se non finisce comunque ad un certo punto spegnerà la televisione e ci scenderà comunque in piazza, anche se c’è il pericolo di prendersi il Covid.
Guardate che di negazionisti del Covid in giro ce ne sono pochi, probabilmente ci sono più negazionisti dei cambiamenti climatici perché il morto di Covid più o meno l’hanno conosciuto tutti, mentre il tornado in casa per fortuna non ce l’hanno avuto ancora tutti (io ho avuto una vetrata che pensavo davvero mi entrasse in casa ma è restata su, però quel giorno ho visto letteralmente “esplodere”, sempre su Internet, un palazzetto dello sport a trenta chilometri da casa mia che ha avuto la sfortuna di prendere una sventata un po’ fortina…) ma la gente nelle piazze ci sta già andando perché è alla carità e fra crepare di Covid e crepare di fame non sa cosa scegliere.
Pertanto non credo in un complotto che crea lo scontro sociale perché nello scontro sociale chi ha i soldi ha sempre tutto da perderci. Se i soldi sono finiti bene o male dovrà metterceli chi ce li ha altrimenti possiamo ipotizzare che si mettano a crepare di fame popolazioni che fino ad ora possono aver avuto il problema dell’automobile e del telefonino ma non hanno mai avuto quello del panino o del minestrone. Questa lunga e lenta tortura sta danneggiando tutti e se qualcuno dice che è stato un complotto “riuscito male” allora ha una fantasia anche superiore alla mia. Detto questo, preferisco passare alla corsa dove ho meno possibilità di andare tanto distante dalla realtà e dove penso proprio che complotti non ce ne siano ma ciononostante avvengono comunque delle cose strane.
Se è vero che su Internet va di tutto sulla corsa purtroppo anche su Internet e, come in televisione e sui giornali, va solo un certo tipo di informazione. Praticamente esiste solo la corsa su strada.
Nel calcio ci sono 4 splendidi milioni di praticanti e ci sono circa 20.000 campi da calcio sparsi per il territorio nazionale. Qualcuno potrebbe dire che sono pochi ed ha perfettamente ragione perché è una media di un campo da calcio ogni 200 giocatori. Un po’ troppi per tenere in discrete condizioni quel campo e forse è anche per questo che stanno venendo su come i funghi i campi in erba sintetica che si possono usare 24 ore su 24 e pertanto possono essere utilizzati da più persone. Insomma in sintetico o in splendida erba autentica c’è da augurarsi che i campi da calcio aumentino perché il calcio è un gran bello sport, fa bene alla salute (forse a 70 anni è un po’ meglio l’atletica ma ci sono calciatori di 70 anni che giocano praticamente da fermi e giocano ancora bene e non hanno nessuna intenzione di darsi alla corsa ed hanno tutto il mio rispetto…) e se i giocatori diventano 5 milioni invece che 4 è meglio ancora. Nella corsa il discorso è un po’ diverso e qualcuno mi dirà che è diverso perché la corsa si può fare anche per strada ed il calcio no. Intanto mi preme dire che alcuni nostri campioni del calcio di qualche anno fa erano nati come calciatori proprio in strada poi è vero che per salvare le automobili dalle possibili botte delle pallonate dei campioncini in erba il calcio è stato sfrattato dalla strada, ma lì è proprio una delle cose nelle quali sarebbe bello tornare indietro. Sarebbe proprio opportuno che soprattutto in alcune periferie di grandi città (più che in piccoli paesi dove per fortuna ci si può arrangiare diversamente) i bambini si riprendessero la strada. Se se la sono ripresa le baby gang che rubano i telefonini non si vede perché non possano riprendersela anche i ragazzini che giocano a calcio e non rubano niente. Forse è perché le baby gang hanno l’accortezza di rispettare le auto altrimenti verrebbero sterminate subito…
Nella corsa la faccenda è un po’ diversa perché i praticanti anche se occasionali, probabilmente sono anche di più dei 4 milioni di calciatori ma hanno a diposizione si e no un migliaio di impianti per l’atletica. Parliamo di una pista ogni circa 4000 podisti. E’ veramente poco.
Allora mi viene in mente il discorso degli autobus dove c’è un continuo batti e ribatti fra chi dice che sono pochi perché la gente non li usa ed è inutile spendere soldi per niente e chi dice che invece la gente non usa gli autobus per il semplice motivo che il servizio più o meno sempre nelle città di piccole e medie dimensioni fa semplicemente schifo ed è utilizzabile solo da pensionati e gente che ha il buon tempo perché per trasferirti da un posto all’altro della città ci impieghi il doppio di quello che ci impieghi in auto.
Le piste di atletica più o meno è la stessa cosa. Lo scorso anno per la stesura delle norme anticovid qualcuno che non conosce la realtà dell’atletica italiana si è inventato che potevano accedere alla pista atleti nella misura di uno ogni 65 metri quadrati salvo diverse disposizioni più restrittive degli enti locali. Poteva sembrare una norma intelligente e facile da applicare invece è andata a finire che si sono sempre applicate disposizioni più restrittive a volte anche folli e terribilmente complesse che gli enti locali si sono sentiti di formulare più o meno dappertutto per il semplice motivo che per riempire una pista di atletica in allenamento con 308 persone quali risultano possibili in un impianto di medie dimensioni con la norma di carattere generale bisognava andare a cercare cento o duecento nuovi utilizzatori dell’impianto più o meno dappertutto. Insomma con la ragionevole norma generale per colpa del Covid non stava fuori proprio nessuno per il semplice motivo che gli impianti per l’atletica in Italia sono più o meno tutti sottoutilizzati.
Se si teneva quella ragionevole norma c’era il rischio che la frequentazione degli impianti di atletica vedesse raddoppiata l’utenza perché la gente che non può andare da nessuna parte da qualche parte ci finisce. Mi spiace che la Federazione di atletica non abbia vigilato su norme folli che hanno imperversato nelle varie realtà locali e se non si voleva concedere quel lusso dei 308 frequentatori per impianto si poteva semplicemente correggere al ribasso quel numero dicendo che so, massimo 200 utilizzatori per un impianto di medie dimensioni (circa 20.000 metri quadri sono circa 100 metri a testa, se non usi gli spogliatoi come era ed è effettivamente ancora vietato in tutta Italia per beccarti il Covid devi fare proprio il cretino). Invece da ogni parte si è creata una regola assurda per far vedere che si lottava con decisione contro il Covid ed impianti dove già andavano solo 50-60 persone (una mezza tristezza senza nessunissimo rischio di contagio) hanno visto ridurre la frequentazione dell’utenza abituale a 30-40 atleti perché un certo numero degli altri sono rimasti esclusi dalla frequentazione del campo per vincoli decisamente assurdi.
Alla luce di questo il fatto che io mi lamenti che a fronte di 4-5 milioni di podisti circa in Italia ci sia solo più o meno un migliaio di impianti per l’atletica è una cosa assurda. Prima pensiamo a riempire quegli impianti poi pensiamo a costruirne eventualmente degli altri.
Allora il fatto, e vengo al dunque, è che non esiste una vera cultura della corsa in Italia ma esiste sono una cultura della corsa su strada e non c’è nessun complotto su questo ma semplicemente un terribile vuoto culturale. Basta che vedete appunto in che termini si scrive di corsa su Internet. E’ sempre esclusivamente in termini di corsa su strada ed in termini di corsa sulle lunghe distanze. C’è gente che sa addirittura a che frequenze cardiache corre quando fa un certo sforzo ma non sa in quanti secondi è in grado di correre una corsa sui 100 metri oppure una sui 1000 metri. C’è gente che sa benissimo quanto può fare sulla mezza maratona che è una corsa di oltre 21 chilometri ma non ha la più pallida idea di quanto possa metterci a fare un solo giro di pista che sono i semplicissimi 400 metri che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero aver provato ed il tempo sui quali dovrebbe essere segnato, a mio parere sul tesserino sanitario come comunissimo indice di salute di rapida lettura. C’è gente che dice che per essere sani bisogna essere capaci di correre i 10 chilometri almeno in un certo tempo. quando ci sono quattrocentisti anche di alto livello che non hanno mai corso dieci chilometri consecutivi in vita loro eppure hanno una condizione di salute invidiabile.
Dunque il quesito è “Nessuno si sogna mai di fare una distanza medio breve perché mancano le piste e perché se corri cento metri per strada ad una buona andatura qualsiasi automobilista ti chiede se sei scemo e se hai preso la strada per una pista di atletica oppure nessuno corre i 100 metri, i 400 o anche i 1000 i 1500 e perché no i 5000 metri perché fanno male alla salute?” La risposta ve la do io in esclusiva su Internet, visto che non la trovate su Internet perché non gliene frega niente a nessuno, ed è che in realtà correre quelle distanze medie e brevi fa benissimo alla salute ma giustamente per strada non si può farlo perché ti stendono e quanto alla pista la maggior parte degli italiani non sanno nemmeno quale sia la più vicina a casa loro che è un po’ come non sapere dove sia la fermata dell’autobus. Per quanto riguarda l’autobus molti italiani non ci provano perché sanno che se lo usano ci impiegano di più che con l’auto e anche adesso che con il Covid dovrebbero aver aumentato il numero di corse per motivi igienico sanitari invece purtroppo non è cambiato nulla. Per quanto riguarda la pista di atletica io vi consiglio di informarvi e di andare a vedere qual’è quella più vicina a casa vostra che magari non è neanche così tanto distante come pensavate e poi vi consiglio di guardare se ci sono 308 persone che la stanno frequentando o se invece sono quatto gatti perché se è così, come è molto probabile che sia, vi consiglio di passare subito alla fase successiva che è quella di informarvi su cosa dovete fare per accedere all’impianto. Altra cosa che leggete qui sopra e basta perché queste cose su Internet non ci sono (ma non è un complotto, è solo pigrizia ed indifferenza…) è che al 99% quell’impianto sarà un impianto pubblico dato in gestione ad una società sportiva privata che deve agevolarvi in tutti i modi l’accesso al campo senza opporre strani vincoli anche se non siete dei campioni e che come unica cosa potrà chiedervi una quota di iscrizione che non potrà essere elevata, altrimenti fate un casino che la metà basta, perché quella società deve garantire al Comune che concede l’impianto l’applcazione di tariffe popolari altrimenti il Comune può requisire l’impianto in un amen per mancato rispetto degli accordi di assegnazione dell’impianto e poi potrà chiedervi la presentazione di un certificato medico per il quale, se non fate gare, vi consiglio di passare prima dal vostro medico di base che può farvi risparmiare soldi senza mandarvi da uno specialista. Se invece fate gare il certificato medico dovete avercelo già (altrimenti non vi accettano l’iscrizione alle gare) e pertanto quel certificato è lo stesso che vi serve per accedere al campo.
Sembrano cose facili e dovrebbero esserlo. La cosa più difficile da spiegare è che non è necessario essere dei campioni per avere la presunzione e la curiosità di vedere quanto ci si impiega per correre 100 metri o 400 metri o 1000. Quanto a tutti i possibili ostruzionismi che vi pongono per l’accesso all’impianto pubblico vanno semplicemente abbattuti con calma, non state facendo una rapina in banca chiedete solo di esercitare un vostro diritto di normale cittadino così come un normale calciatore prova ad utilizzare uno dei ventimila campi da calcio sparsi per l’Italia. Ultima dritta che non trovate sun Internet, quando finalmente avrete accesso al campo e di questi tempi non vi fanno accedere agli spogliatoi per le norme anticovid, appoggiate la borsa in un posto che non sia troppo isolato, che non rompa le scatole a nessuno ma che sia ben in evidenza (ovviamente abbiate l’accortezza di non portare mai oggetti di valore in campo…) e che sia un po’ distantina dall’entrata in modo da non agevolare troppo l’azione di eventuali malintenzionati, dopo di che, chicca che non trovate su Internet ma bisogna saperla per non fare la figura del pirla che va per la prima volta su una pista di atletica, la corsa di riscaldamento non si fa mai sulla pista (a maggior ragione in prima corsia che è la più affollata) ma su un percorso che generalmente è appena all’esterno della pista e lo vedete perché è quello dove tutti fanno la corsa di riscaldamento. Finalmente, se tutto funziona, avete a diposizione la pista e se non c’è nessuno a darvi consigli… ci sono pure io che posso darvene. Ma il primo consiglio è proprio di andare a vedere dov’è questa stramaledetta pista più vicina a casa vostra.