La corsa su strada è nata come fenomeno popolare ed è diventata in breve tempo “di moda” in seguito all’austerity dei primi anni ’70. L’austerity non era altro che una serie di provvedimenti per limitare il consumo di petrolio (cosa che adesso andrebbe assolutamente ripetuta per gravi problemi di inquinamento) che imponevano di limitarlo in quanto il prezzo dell’oro nero era andato alle stelle. Cosi sono nate le domeniche a piedi che erano veramente a piedi, non come quelle di adesso che fra mille deroghe non sono a piedi per niente e visto che la gente senza auto non sapeva cosa fare un po’ di pazzi disperati si sono inventati di fare la cosa più naturale che si poteva fare: correre e/o camminare per strada. Prima di allora, anche se i giovani di oggi fanno fatica a capirlo, chi correva per strada era considerato un fanatico, era già tanto che non fosse deriso e comunque era un eccentrico che faceva una cosa veramente strana. In breve se correre per strada non è più per niente strano e nessuno ti nota bisogna ammettere che è anche per quelle famose domeniche a piedi che sono state oggetto di grande contestazione da parte degli automobilisti e sono state prontamente eliminate appena il prezzo del petrolio è tornato su livelli più abbordabili quando invece dovevano essere tenute in modo perenne perché l’inquinamento esisteva già e bisognava già cominciare a considerarlo invece di fregarsene altamente.
Adesso una nuova emergenza, quella della lotta alla pandemia, potrebbe costruire i presupposti per una nuova moda: quella della ginnastica nei parchi. Siccome le palestre non si possono usare per motivi igienico sanitari perché non si riesce a mantenere il normale distanziamento necessario a proteggerci dal pericolo di contagio allora, anche in questo caso, si fa la cosa più normale che si possa fare: si porta l’attività fisica all’aperto e come è accaduto per la corsa in un primo tempo ci sono delle resistenze perché quella di creare gruppi spontanei di soggetti che fanno ginnastica in qualsiasi area verde della città che offra sufficienti spazi fino ad ora non era una cosa normale e qualsiasi insegnante che si fermasse con un gruppo di amici in una qualsiasi area verde era visto con curiosità e pure con un po’ di stupore. Era pure costretto a chiamarli “amici” anche se in realtà erano “allievi” che possono pure essere amici ma è triste essere costretti a chiamarli amici per problemi burocratici e oltre non vado oltre per non essere prolisso, polemico e noioso su argomenti che interessano solo mia categoria ma non la cittadinanza.
Aggiungo solo che la convivenza con i bambini (che qualcuno rivelava come potenzialmente conflittuale) in queste aree verdi è semplicemente fantastica mentre molto problematica si è rivelata invece la convivenza con i padroni dei cani (e sottolineo con i padroni dei cani e non con i cani che sono assolutamente innocenti…) che fanno quel che vogliono senza guinzaglio e lasciano ricordini che il padrone non riesce o fa finta di non vedere. Mi domando con che scarpe vanno a casa i bambini che normalmente giocano su quelle aree, chiudo l’argomento dicendo che con una bella candid camera vorrei vedere che faccia fanno quei padroni dei cani se io vado a farla nel bel mezzo delle aree riservate ai cani (io, non il cane…) e dopo la lascio lì il tutto in bella evidenza.
Superato il problema escrementi cani io penso che l’esperienza attività fisica all’aperto possa essere una cosa davvero fantastica a può diventare una nuova moda decisamente salutare per tutta la popolazione. Se non è partita prima probabilmente è proprio perché per problemi burocratici gli allievi devono essere chiamati amici e se è partita adesso forse è perché le forze dell’ordine ben consapevoli della situazione attuale e che si rendono conto di quanto la gente ha bisogno di muoversi per motivi di salute non stanno certo a verificare se quelli sono tutti realmente amici oppure in quel gruppo c’è pure qualcuno che non ha mai visto quello che gli sta tre metri a fianco (tre metri e non due , perché c’è tutto lo spazio che si vuole e questa è la cosa fantastica…).
Insomma in questa fase nella quale non si può andare ancora in palestra al chiuso ma si può essere anche in più di quattro gatti in un ampia area verde all’aperto la possibilità di far dilagare questo tipo di attività è veramente notevole.
Io insisto sul fatto che era una cosa che doveva nascere già ben prima che arrivasse il covid perché si è sempre esagerato nel tenere troppo gli allievi segregati in palestra e non si è mai fatta pressione per orgainzzare queste belle attività all’aperto per motivi che io che ho una testa particolare ritengo politico-economici.
Sono motivi politico economici perché è molto più facile gestire un gruppo piuttosto ristretto di benestanti all’interno di una palestra privata che non un numero molto vasto di persone, fra le quali ci possono essere anche dei pericolosi “squattrinati”, all’aperto.
Gli squattrinati che fanno attività gratis all’aperto sono il manifesto di un mondo ideale dell’attività motoria che deve nascere e che non ci vuole molta fantasia per inventare, basta partire dal presupposto che l’attività fisica deve essere gratis per tutti.
E l’insegnante chi lo paga? Se quel gruppo di amici è molto numeroso anche se sono squattrinati state tranquilli che qualche modo per ottenere il rimborso spese all’insegnante lo trovano e può essere diretto se non hanno voglia di star lì a rompersi le scatole, ma può anche essere indiretto se questi cittadini hanno un minimo di dimestichezza con le questioni burocratiche.
In breve, ci sono oltre 200 miliardi di fondi europei disponibili per questioni che riguardano un nuovo tipo di economia verde, credete che non si trovino i 20 euro per rimborsare il pirla dell’insegnante che ti porta 30-40 persone a fare ginnastica gratis in un parco pubblico?
L’attività fisica all’aperto è una di quelle tante cose che non sono mai state organizzate in modo sistematico ed efficiente dagli enti pubblici anche se reclamata a gran voce dalla direttive europee.
Se gli enti pubblici non ci sono arrivati per incapacità e farraginosità della loro azione c’è da augurarsi che ci arrivino degli insegnanti lungimiranti con vero piglio imprenditoriale, dove per impresa in tema di attività motoria non intendo studiare nuove strategie per fare soldi ma semplicemente nuove strategie per staccare le persone dal divano, perché quando hai trovato il metodo per coinvolgere la popolazione dopo il tuo rimborso spese deve essere l”ultimo dei problemi visto che il servizio sanitario nazionale risparmia molti più soldi di quelli necessari per remunerare l’insegnante.
La questione burocratica è l’ultima della questioni ed il Covid ce l’ha fatto capire, non a caso quando le forze dell’ordine controllano questi gruppi controllano se gli allievi sono ben distanziati e non certo se sono amici o magari non si conoscono nemmeno.
E’ una moda che deve partire ed io spero che possa dilagare per restare anche dopo il Covid perché il concetto dell’attività motoria del futuro è che l’attività specialistica si fa in palestra individualmente o con piccoli gruppi, purtroppo anche in modo oneroso, ma per lo stretto numero di lezioni necessario a sistemare gli allievi che poi vengono spediti nei grandi gruppi di attività motoria generica appena possibile mentre questa attività generica deve essere fatta prevalentemente all’aperto quando è possibile, per grandi gruppi e nel modo meno oneroso possibile per la popolazione avendo riguardo in questo modo di raggiungere più gente possibile anche in modo eccentrico e facilmente visibile come nel caso dei grandi gruppi all’aperto.
Fra l’altro il grande gruppo di ginnastica all’aperto ha anche un altro effetto che è quello che io chiamo l’effetto “gelateria”. Pare strano ma la gente si ferma a pigliare il gelato proprio dove c’è più coda da fare (con il Covid non è una bella cosa ma purtroppo è così). Il motivo è semplice, se c’è coda tutti pensano che ci sia un buon gelato ed in genere è così altrimenti si sparge la voce che il gelato non è buono e quella coda finisce. In un gruppo numeroso da 20-25 persone arrivare a 30-40 è un attimo perché la gente è incuriosita, se poi si sparge la voce che quell’attività è gratis il gioco è fatto perché c’è gente che si ferma per il solo fatto che è gratis, se poi la lezione è divertente e fa pure bene alla salute perché l’insegnante è bravo allora quell’attività ha un futuro e non ci sarà nessun idiota a chiedersi se con quell’attività butta giù mezzo chilo o nemmeno un grammo perché in un contesto simile anche la cultura dell’attività motoria migliora e non si fa più attività fisica solo per dimagrire, come fanno la maggior parte delle persone attualmente abbindolate dall’attività fisica mercificata, ma si fa attività fisica consapevolmente perché è divertente e perché fa bene alla salute.
Tali cose potrebbero sembrare cose del futuro ma io spero che siano cose del presente perché nei parchi le vedo già. E’ chiaro che devono essere incentivate e non represse anche se la loro incentivazione potrà portare a problemi enormi nella gestione dell’attività fisica per la cittadinanza nel periodo invernale.
Il rovescio della medaglia infatti è che mentre per la bella stagione c’è spazio per tutti, per quanto riguarda la brutta stagione il nostro territorio può disporre di un numero colossale di palestre private ma non può disporre di un numero altrettanto valido di palestre pubbliche. Se la gente che vuole fare attività fisica aumenta bisogna pensare anche ad incrementare le strutture pubbliche. Quanto a trovare gli insegnanti non c’è problema, possono essere benissimo quelli che lavorano sottopagati nelle strutture private che possono trovare motivo di migliorare le loro competenze professionali invece di obbedire a logiche che sono regolate da questioni di mercato e non da questioni di deontologia professionale.
Se si lavora per il benessere della cittadinanza si lavora in un certo modo se si lavora per gli interessi degli imprenditori dell’attività motoria si lavora in un altro. Io dico sempre che l’attività con i “lustrini” fa bene agli imprenditori ma non alla cittadinanza.
In termini pratici in tema di attività motoria occorrono tanti tecnici che sanno seguire con competenza l’allievo nei momenti critici della sua attività fisica, anche quando è infortunato e che lo sappiano seguire con altro spirito quando è libero di muoversi senza problemi. Il tutto senza vendere niente. La riabilitazione si fa solo quando necessaria per il tempo stretto necessario e sperando di poter comprimere quei tempi grazie ad un intervento mirato ed efficace di un professionista preparato e competente, l’attività fisica normale si fa con tutt’altro spirito come cosa di tutti i giorni che possibilmente non ci deve costare un occhio altrimenti finisce per essere meno divertente. Chiaro che, almeno in questa seconda fase (ma io dico anche in quella riabilitativa che dovrebbe far parte dei capitoli di spesa del sistema sanitario nazionale) gli enti pubblici devono intervenire.
Intanto speriamo che la moda ci venga in soccorso. Accorrete alle lezioni gratuite nei parchi che chissà che qualcosa non si smuova fuori.