E SE DECIDESSIMO TUTTI CHE CI PIACE L’ATLETICA LEGGERA?

La domanda è provocatoria, ovviamente e proviene da uno che ha praticato l’atletica ed è convinto che sia uno sport che tutti i ragazzi dovrebbero praticare in affiancamento ad un altro sport ed è talmente importante che tutte le scuole dovrebbero essere dotate di un impianto per la pratica dell’atletica leggera.

Ecco, la risposta alla domanda posta nel titolo l’ho già data: se a tutti piacesse l’atletica leggera e non si accontentassero di guardarla in televisione bisognerebbe aprire una marea di impianti per l’atletica, tipo uno per ogni scuola, tanto per dire. E come per incanto avremmo risolto il problema della mancanza di strutture per l’attività fisica dei ragazzi oltre a dare l’opportunità a tutta la popolazione di praticare uno sport sano che si può praticare dai 10 ai 100 anni e oltre.

Purtroppo nell’immaginario collettivo c’è che l’atletica vera si pratica fino ai 15-16 anni e poi si continua solo se si è molto dotati fino ai 30-35 anni, fintanto quindi che il nostro organismo non è in grado di dare il top dei risultati, poi ci sono i master che sono quegli svitati che non si arrendono all’evidenza dell’età che avanza ma, fondamentalmente, dopo i 30-35 anni l’atletica non esiste più ed il massimo che si può fare è andare a correre per strada per poi sfogare l’eventuale ardore agonistico nella miriade di corse su strada che organizzano su tutto il territorio nazionale per tutti i tipi, per tutte le età.

Se a tutti piacesse l’atletica ci sarebbe un’ improvvisa evoluzione della cultura dello sport perché l’atletica è cultura dello sport ed è la base anche degli altri sport.

E’ per quello che se un giorno si dovesse fare la rivoluzione dello sport del terzo millennio (che probabilmente potrà avvenire solo nel quarto millennio) volendo liberarsi una volta per tutte della farmacologia e del mito del campionismo, mi piacerebbe che tale rivoluzione partisse proprio dall’atletica. Il mito del campionismo produce qualche migliaio di gladiatori che rischiano un po’ troppo con i farmaci a fronte di milioni di telespettatori che si accontentano di guardare gesta quasi impossibili per televisione senza avere la presunzione e la curiosità di provarle sulla propria pelle perché “visto che sono talmente clamorose ed inarrivabili non ha nessun senso mettersi a provarci come se si fosse atleti veri…”.

In fin dei conti l’atletica, assieme al nuoto, al ciclismo e ad altri sport dove la componente energetica è decisiva, è lo sport dove storicamente il doping è apparso prima e dove storicamente si sono tentati i trattamenti sistematici con approccio scientifico abbandonando il goffo approccio dei pionieri. Poi, grazie alla diffusione del professionismo in tutti gli sport, il doping sistematico si è diffuso anche in tutti gli altri sport ma visto che all’atletica, assieme a pochi altri sport spetta il primato di sperimentazione sul doping potrebbe anche essere che all’atletica spetti di diritto il primato di una sperimentazione al contrario. L’audace tentativo di uno sport senza farmaci restituito ai suoi antichi valori.

Tutta questa è fantascienza ma potrebbe diventare realtà se tutti diventassero esperti di atletica invece che telespettatori. E questa potrebbe essere la vera rivoluzione: uno sport che abbia più praticanti che spettatori cosa che in Italia fino ad ora è quasi riuscita solo al calcio e se non ci si è riusciti è stato per un soffio, solo perché i bambini che giocavano normalmente a calcio tutti i giorni in tutte le strade d’Italia sono stati sfrattati dalle auto, simbolo del boom economico e poi simbolo dei nostri tempi anche dopo che il boom economico è finito da più di mezzo secolo. Insomma forse l’unico sport più praticato che visto per televisione è la pesca sportiva e, piuttosto di niente, va bene anche quello. A me, che provengo dall’atletica che alcuni osano definire addirittura la regina degli sport, piacerebbe che tale cosa potesse succedere anche all’atletica: dieci milioni di telespettatori e dodici di praticanti. Il grande sorpasso, quello per cui dopo ti possono anche raccontare quella dell’orso in tema di attività fisica che non ci caschi più perché la conosci per esperienza diretta sul tuo fisico.