STEFANO MEI, PRESIDENTE CORAGGIOSO

Non lo scrivo perché era lì un paio di secondi davanti a me nella miglior gara della mia vita (fra l’altro quel giorno anche lui fece il suo miglior 800 metri di sempre) ma perché non ho mai sentito un alto dirigente della Federazione Italiana di Atletica Leggera spendere parole di solidarietà per Alex Schwazer. Hanno sempre avuto tutti una paura fottuta a esprimere dubbi sul trattamento riservato fino ad ora al marciatore altoatesino ed il fatto che chiare parole di conforto giungano ora proprio dal presidente della Federazione mi da motivo di speranza per una questione che ritengo di grande portata e che vada ben oltre la riabilitazione come persona e come atleta di Alex Schwazer. C’è in ballo una questione ben più complessa della quale per conto mio il marciatore è rimasto vittima e come lui altri atleti che hanno dovuto fare da parafulmine in un sistema che non funziona.

Può darsi che non accada proprio nulla. Io spero almeno che l’atleta sia riammesso rapidamente alle competizioni e possa quanto prima, se lo riterrà opportuno, rimettersi in gioco. In ogni caso il fatto che se ne parli senza omertà è già una bella cosa perché di tutte le omertà in fatto di farmacologia applicata allo sport ne abbiamo tutti le scatole piene.