Io sono un accanito sostenitore della bici elettrica. Ho già scritto che se dovessi a tutti i costi andare a cercare uno sponsor andrei volentieri a cercarlo nell’ambito dei rivenditori di bici elettriche. Anche i fruttivendoli mi entusiasmano ma il mio slancio verso i fruttivendoli pare quasi polemico verso la moda dell’integrazione alimentare, invece quello verso la bici elettrica non è polemico contro nulla è solo la constatazione di come il vero mezzo del futuro, dopo l’auto, possa diventare proprio la bici. L’auto non verrà sostituita ma dovrà assolutamente essere affiancata. La bici servirà proprio a non far sparire l’auto.
Però anche lì ci sono i “però”. Io tratto la bici elettrica da insegnante di educazione fisica, non da rivenditore. Da insegnante di educazione fisica ho degli argomenti importanti, che probabilmente i rivenditori stessi trascurano, che potrebbero essere uno dei motivi del vero boom delle bici elettriche. Quando si sarà compresa la reale utilità della bici elettrica da un punto di vista proprio salutistico, allora il mercato probabilmente si adeguerà e si attrezzerà a soddisfare le vere esigenze dei cittadini.
Allora, sempre dal punto di vista dell’attività motoria e non del business, affermo che è importante che le bici elettriche possano scendere di prezzo. Devono essere alla portata di tutti. Esteso il mercato è auspicabile che anche i costi di manutenzione possano essere ridotti e quindi che anche le batterie possano diventare più resistenti ed economiche. Detto questo ho ancora delle osservazioni tecniche che potranno certamente essere integrate da chi vende il prodotto ma che rispondono ad una precisa analisi di qualità del movimento.
Chi le vende potrà certamente dire che un prodotto è di qualità superiore ad un altro perché le conosce. Io tratto di categoria merceologica sottointendendo che la qualità del prodotto poi certamente dovrà fare i conti con la serietà dei vari produttori.
Allora a chi mi chiede consigli sulla bici elettrica, pur sottolineando che sono consigli di possibilità di utilizzazione più che sulla qualità del prodotto, dico che certamente il sottoscritto sulla bici elettrica di riflessioni ne ha fatte un tot..
Saranno anche consigli di una persona stravagante ma non sono certamente opinioni di uno che alla bici elettrica non ci ha mai pensato. Opinioni strane ma ben ponderate di chi si sente parte in causa nel giudizio di questo importante mezzo.
Per andare sul dettaglio dividerei la questione in tre parti proprio tecniche che riguardano: 1°) Potenza del motore elettrico. 2°) Autonomia della carica. 3°) Modalità di assistenza del motore sul ciclista e quindi possibilità di utilizzazione di questa energia. Questo terzo punto mi pare il più importante oltre che il più complesso e preferisco partire dalle semplici riflessioni che riguardano i primi due punti.
1°) Potenza del motore: A meno che non abbiate da fare percorsi molto scoscesi con pendenze rilevanti non occorre una gran potenza del motore. Il motore potente serve essenzialmente a chi è costretto ad affrontare pendenze significative. O abitate in zone collinari o queste sono nei vostri obiettivi per problemi logistici e/o di progetti cicloturistici e, trattando di cicloturismo mi aggancio al secondo punto.
2°) Autonomia della carica: A meno che non abbiate da fare per lavoro lunghi tratti quotidianamente non vi serve una grande autonomia salvo che, e qui arriva il discorso del cicloturismo, non abbiate l’intenzione di usare la bici elettrica come mezzo per fare del cicloturismo. In quel caso può tornare utile anche scegliere per quei modelli (ed esistono) che possono garantire autonomie di carica della batteria molto considerevoli. Su questo punto mi va di spendere una parola in più. Io sono assolutamente d’accordo sulla scelta di utilizzare la bici elettrica come strumento per rendere possibili delle vacanze in bici che con la bici normale potrebbero risultare un po’ pesantine, però, a mio parere, l’aiuto dell’elettricità deve essere visto non come quell’opzione che ci consente di fare più chilometri nell’unità di tempo e pertanto come quel “doping” che ci fa andare più veloci, bensì come quell’ausilio che ci consente di risparmiare fatica. E quindi premesso che la velocità di crociera è quella di una normale gita cicloturistica, grazie all’elettricità io riesco a viaggiare a quella velocità con minor fatica e pertanto potrò stare sulla bici, per esempio un’ora in più. Tanto per dare i numeri, se con la bici normale faccio 60 chilometri in tre ore e dopo sono stanco con quella elettrica potrò farne 80 oppure 90 alla stessa velocità senza fare più fatica. Non è che mi metta a farne 90 nello stesso tempo che con la bici normale ne facevo 60 altrimenti vado a tradire lo spirito “turistico” della bici con un discorso di prestazione che stravolge il mio modo di viaggiare. Il turista che sfreccia a 25 km/h su piste ciclabili affollate (e per fortuna che sono affollate perché è un grande indice di civiltà ed è la vera premessa per l’ulteriore ampliamento della rete ciclabile…) non è una cosa carina, mentre il turista che viaggia al ritmo degli altri ciclisti ma fa meno fatica degli altri perché è aiutato da un motore elettrico potrà anche essere sbeffeggiato da chi non ci capisce nulla di bici elettriche e di fisico che non va al 100% per molte decine di anni, ma comunque non può essere antipatico a nessuno e tanto meno oggetto di caos del normale traffico ciclistico.
Il terzo punto è molto complesso e per trattarlo serenamente devo premettere che io mi rivolgo sempre a soggetti sani, magari anche anziani ma comunque sani. Questa è una premessa fondamentale perché se parliamo di bici elettrica come di strumento di riabilitazione cardiologica andiamo su un argomento che è di competenza dei medici dove la salute è certamente più importante delle velleità turistiche.
Allora 3° punto: La mia bici elettrica semplice e non “strumento di riabilitazione cardiologica” (come tale potrebbe anche perdere la sua semplicità per una serie di motivi che sono essenzialmente di ordine medico) è una bici che fa quello che voglio io e non quello che vuole lei. Questa curiosa frase esclude in toto tutto un certo tipo di prodotti che io giustifico solo in presenza di precise patologie. Allora tanto per non prendermi denunce da chi produce questo tipo di bici diciamo subito che anche come soggetto perfettamente sano posso avere il desiderio di acquistare una bici supercomputerizzata che una volta inseriti i miei dati mi dice anche quando devo andare in bagno e pure quando mi conviene girarmi a vedere la ragazza che mi sta superando. Io esprimo solo un’ opinione personale e affermo che come esistono le vetture con il cambio automatico e quelle con il cambio manuale, secondo il sottoscritto i soggetti sani possono avere più soddisfazione e consapevolezza della guida del mezzo utilizzando una semplicissima bici elettrica che ti da energia come e quando vuoi tu e non una bici elettrica che una volta impostato un certo programma fa tutto lei. Esistono pure le auto che si parcheggiano da sole, quando ho fatto la patente io ci insegnavano a parcheggiare e non ho bisogno di quel tipo di vetture. Certamente sono una persona di altri tempi, non sono un soggetto del terzo millennio. Per me la bici che fa tutto lei è una noia mortale, ben venga l’elettricità ma voglio usarla come voglio io altrimenti, se devo andar via “computerizzato” preferisco comprarmi un bel ciclomotore e non pedalo nemmeno.
Cosa c’entra questo consiglio con l’attività motoria: è il solito discorso della consapevolezza del movimento. Se posso permettermi il lusso di fare la fatica che voglio io perché sono sano voglio essere io a decidere quando fare fatica e quando non farla, in base al mio estro ed in base a quello che sento in quel momento. Se invece non posso mai permettermi il lusso di superare un certo tipo di fatica allora sarò costretto a rinunciare al “libero arbitrio” di sentire la mia pedalata e sarò costretto a rassegnarmi alle scelte di un mezzo computerizzato che sulla base di mie informazioni (e questo è un po’ assurdo…) decide quanta fatica posso fare. Ripeto, entrando in questo campo rischiamo di affrontare discorsi di carattere medico. Per i soggetti sani io pubblicizzo con molto entusiasmo i mezzi semplici che danno anche maggior soddisfazione nel movimento per quanto riguarda i soggetti meno sani… spero solo che non si creino delle folle di malati immaginari per far soldi a palate con mezzi ipertecnologici che non servono per conoscere meglio il proprio organismo.