La dipartita di Maradona porta a nuove considerazioni sulla disputa fra arte e scienza nel mondo sportivo. Se per molti lo sport è un’ arte che può essere affrontata in modo scientifico per altri come arte può essere affrontata solo con grande talento artistico sia nella produzione della prestazione che nel processo di allenamento.
Per me, che sono veronese è fin troppo facile ricordare le gesta del calciatore Gianfranco Zigoni, in arte Zigo-gol. Zigoni era un soggetto che rendendo al 10% di quello che rendeva Maradona faceva impazzire le folle, come non pensare che nella sue prestazioni non ci fosse una componente artistica decisamente importante? Se per Maradona la continuità di rendimento era importante ma non la cosa più importante in assoluto pur avendo una continuità decisamente apprezzabile per un talento di tale caratura, la parola “continuità” per Zigoni proprio non esisteva eppure nessuno si è mai sognato di contestarlo per questa sua grande lacuna. La gente andava allo stadio per vedere Zigoni, oltre che per vedere il Verona, poi poteva succedere che Zigoni non lo vedevi nemmeno se era in campo ma quella volta che c’era sul serio era indimenticabile ed erano vere e proprie pennellate più che giocate.
In tutti gli sport c’è l’artista che ha soluzioni tecnico tattiche che non ci sono scritte sui libri, poi ci sono anche i ragionieri, ci sono i Valerj Borzov che sembrano costruiti in laboratorio più che sul campo ma se crediamo che nella messa a punto anche di un atleta come il leggendario velocista sovietico che sembrava una macchina per vincere ci siano stati solo calcoli e progetti scientifici ci sbagliamo di brutto.
Lo sport sfugge nelle sue sfumature decisive ad ogni schematizzazione scientifica. Al limite un approccio scientifico è possibile per chi voglia programmare su vasta scala la diffusione di una certa disciplina sportiva ma i dettagli esecutivi della pratica sportiva vera e propria hanno poco a che fare con l’approccio scientifico. Questa cosa va tenuta ben presente se vogliamo considerare l’importanza dell’aspetto ludico dello sport altrimenti ci orientiamo verso l’attività motoria “farmaco” che potrebbe essere anche una scelta di civiltà in una società che ha bisogno assoluto di combattere la sedentarietà ma, in ogni caso non è che si possa somministrare l’attività fisica con le stesse modalità di un farmaco, si può ammettere che questa ha l’importanza di un farmaco ma poi le modalità di applicazione vanno inesorabilmente a fare i conti con la fantasia del soggetto destinatario di quell’intervento. Abbiamo la sensazione che l’approccio scientifico sia più idoneo ad informare la preparazione dei campioni (non casuale la citazione sopra riportata del mitico Borzov) ma alla fine proprio perché si tratta di campioni devono fare i conti con situazioni che nei protocolli scientifici non sono minimamente previste. Il campione è solo e unico per definizione altrimenti non è un vero campione e come tale non è soggetto ad indagine statistica. Ogni suo gesto entra nella storia, nel caso di Diego Armando Maradona le gesta sono in un grande numero, nel caso del nostro Zigo-gol sono certamente una selezione più ristretta ma non per questo meno entusiasmanti, leggendarie e da consegnare alla storia.