Ho visto su Internet l’ultima gag del governatore della Campania, De Luca.
Si può essere d’accordo con lui oppure contestare i suoi punti di vista ma su una cosa dobbiamo essere tutti d’accordo: è un grandissimo comunicatore, direi ancora di più, un grandissimo comico perché un comunicatore semplice comunica e basta, questo ti fa morire dalle risate, come comico avrebbe fatto i soldi a palate, non so cosa stia lì a rompersi le balle a tentare di governare la Campania.
La gag della bambina che piange perché non può andare a scuola ha un terribile fondo di verità ed è per quello che io voglio cercare un bambino che piange perchè gli hanno chiuso la scuola calcio. Purtroppo io non ho le doti di comico di De Luca e poi sarebbe comunque impossibile far ridere con la storia del bambino che piange perché hanno chiuso la scuola calcio: è troppo triste per far ridere.
C’è un fondo di verità nella storia tragicomica della bambina che piange perché non va a scuola e, venendo subito al sodo, mi viene da scrivere in stampatello (cosa che faccio molto raramente su questo sito abbastanza monotono anche nella sua grafica…) una cosa che penso sia molto importante indirizzata a molti, troppi genitori italiani di quest’era di supercompetitività: SMETTETELA DI INTROMETTERVI NELLA SCUOLA DEI VOSTRI FIGLI E LASCIATE CHE LA VIVANO COME UNA COSA LORO E SERENA E NON COME UN DRAMMA FAMILIARE.
Questa cosa purtroppo non accade solo a sei anni, che è l’età presunta della protagonista della fantastica gag di De Luca, ma accade anche a ragazzi in età da morosa. La mamma va a controllare che il ragazzo prima di andare dalla morosa abbia fatto i compiti. Il risultato è che visto che giustamente non vuole mollare la morosa (non è uno sciupafemmine…) molla l’attività sportiva.
Io sono quello che dice che l’attività fisica anche a 20 anni, e pure a 25, deve trovare il giusto spazio nelle giornata, credete che non pensi che l’attività fisica di chi è in età scolare non abbia come minimo la stessa dignità delle altre materie di studio?
“Altre materie di studio” ecco la mia vera blasfemia, ritengo l’attività fisica talmente importante che la ritengo una materia di studio quando comunemente l’attività fisica viene ritenuta “ricreazione”, momento di riempimento di un vuoto lasciato dalle materie “vere”.
Se una bambina piange perché non può andare a scuola il problema non è della bambina ma del genitore che ha enfatizzato talmente tanto la scuola che l’ha resa un qualcosa di improcrastinabile e nella nostra società purtroppo è così perché una bocciatura è una disgrazia cento volte peggio del Covid, un brutto voto è una tragedia familiare e non una cosa sulla quale sorridere e sdrammatizzare. Non dico che bisogna buttare tutto in vacca, nemmeno la scuola calcio va buttata in vacca e, come minimo, il bambino deve avere un comportamento educato per fare in modo che l’allenatore non diventi scemo per organizzare gli allenamenti (cosa molto attuale questa dove pare che la maggior parte delle scuole calcio abbiano gettato la spugna proprio per la difficoltà di organizzare gli allenamenti più che per l’impossibilità materiale di svolgerli in sicurezza), però, così come il genitore non deve drammatizzare se il pargolo a scuola calcio non è un vero e proprio Roberto Baggio, non deve nemmeno drammatizzare se a scuola non si rivela uno studente modello.
O meglio è proprio questo il punto. Lo studente modello viene ritenuto quello che va bene a scuola punto e basta quando lo studente modello invece è uno che riesce ad organizzarsi a scuola e anche nel resto della vita che non è solo scuola e udite, udite, con tanta educazione riesce anche a dare gli strumenti ai suoi insegnanti per far capire loro quando stanno esagerando.
Lo studente modello non ha bisogno della mamma che gli fa i compiti e riesce a gestire con gli insegnanti un rapporto autentico senza intermediari anche se il suo rendimento non è eccelso. Purtroppo nella scuola italiana l’allievo è il bambino che fa il Pierino e si inventa tutte le strategie per spuntare un voto in più pur non avendo studiato (le famose e leggendarie “copiature” dal compagno di banco) e anche gli insegnanti non fanno nulla per scendere dal piedistallo e impostare un rapporto più autentico e produttivo arroccati nella loro tana dei voti che sono uno strumento obsoleto di mantenimento della scuola arcaica.
La vera ricerca non si fa e non si va mai oltre quanto scritto sul libro. Siamo ancora bloccati su “Studiate da pagina 124 a pagina 145” e così se a pagina 130 c’è qualcosa di incomprensibile è giusto scomodare i genitori invece che discuterne apertamente in classe.
Questa scuola produce il genitore della bambina che piange ed il problema è proprio la rigidità del genitore, non il pianto della bambina.
Sto cercando un bambino che pianga per i problemi organizzativi della scuola calcio e che abbia addirittura i numeri per far capire ai suoi genitori che questa è una cosa importante. Un vero campione, più ancora di Ronaldo.