LO SPORT E’ TUTTO DI SERIE “A”…

Fra le mille e mille castronerie che ho scritto forse quella che appare in questo titolo è una delle più grosse, ne sono perfettamente consapevole ma questo è un titolo indubbiamente provocatorio.

Sappiamo tutti che lo sport non è tutto di serie “A” se non altro perché su un certo tipo di sport gravitano flussi finanziari da far paura mentre su un altro tipo di sport si muovono interessi economici tristemente irrilevanti.

Così accade che vi sia una distinzione ben netta anche quando si va a legiferare in materia di prevenzione alla diffusione del corona virus.

Potresti immaginare che se uno sport è potenzialmente pericoloso per i contagi lo è sia ad alto livello che a basso livello ed invece viene fuori che un determinato sport, che a livello dilettantistico amatoriale viene definito troppo pericoloso, a livello di sport spettacolo professionistico sia tollerato e si faccia di tutto per farlo andare avanti. Ogni riferimento al grande calcio è puramente voluto. Il calcio è uno sport fantastico, soprattutto nella sua espressione amatoriale che coinvolge milioni di persone (ognuno la vede a modo suo, per conto mio quello amatoriale è ancora più sano e bello di quello professionistico) ma pare che abbia qualche problemino con la trasmissione del Covid, anche i professionisti, che sono super controllati, pare che se la passino male nella limitazione del contagio. Viene da pensare che ciò possa valere anche per i non professionisti che evidentemente l’uno contro uno se lo fanno anche loro e non giocano certamente tutto “di prima”. Poi però scopri che fermano solo il calcio amatoriale e non quello professionistico. Vuoi vedere che hanno scoperto da un’indagine tecnico-statistica che gli amatori giocano meno “di prima” (senza affrontare il dribbling… per chi mastica poco di calcio) e dunque sono più a rischio dei professionisti?!? Temo che la motivazione non sia quella ma sia piuttosto che se togli il calcio dalla tv la azzoppi e fai crollare un certo tipo di consumi mettendo pure in crisi il sistema della pubblicità mentre se fai fuori il calcio amatoriale tutto ciò non accade.

Nelle direttive per la prevenzione del Covid ho sentito che verrà data la precedenza alle cose necessarie. Mi domando se queste cose sono necessarie per la tutela di questo sistema economico o per la tutela della salute.

Con riferimento ai ragazzi ho sentito dire che si farà di tutto per garantire la loro presenza a scuola mentre con riferimento alla loro attività fisica si sta studiando cosa si può ancora fare e ciò che è meglio evitare. Già questa distinzione mi disorienta. La cultura è essenziale, l’attività fisica no. Allora questo è proprio un fatto culturale, siamo immersi in una cultura dove la salute non si tutela facendo sport ma guardando la televisione. A quel punto  è fondamentale salvare lo sport spettacolo perché altrimenti la televisione va in crisi e se anche i gladiatori dello sport spettacolo rischiano un po’ la salute chi se ne frega, tanto con tutti i soldi che prendono…

Quando mi innervosisco tendo ad attaccare la scuola. Probabilmente sono tare giovanili di una scuola che purtroppo non  mi ha mai agevolato nella mia pratica sportiva. Io non ero un professionista, niente televisione e niente titoloni sui giornali, ma mi allenavo come un professionista, questa cosa che negli Stati Uniti mi avrebbe dato un vantaggio sugli altri qui mi ha creato un problema grosso come una casa ed ho dovuto fare i miracoli per non essere mai bocciato o rimandato (per me rimandato sarebbe stato quasi peggio che bocciato: voleva dire minare la preparazione nel pieno del periodo agonistico, in estate).

L’attacco di oggi è quanto mai singolare. Se dobbiamo dare la precedenza alle cose necessarie e pertanto la scuola non si tocca, lo sport spettacolo non si tocca e al più chiudiamo lo sport amatoriale che non serve niente a nessuno, siamo proprio sicuri che la marea di verifiche che si continuano a fare sempre i nostri ragazzi a scuola siano del tutto necessarie? Il Covid non è riuscito a scalfire minimamente il sistema delle verifiche. Questa è una scuola che si fonda ancora inesorabilmente sul sistema delle verifiche. Gli studenti non devono imparare ma devono costantemente dimostrare di aver imparato. Anche se magari non hanno imparato nulla nel momento in cui dimostrano che hanno imparato sono a posto. Inevitabile che una situazione di tale tipo porti all’allenamento della “mente magazzino” dove non è importante rielaborare le informazioni ma buttare dentro una grande quantità di nozioni da fermare nella memoria a breve termine per il tempo strettamente necessario a dimostrare agli insegnanti che si è appreso ciò che era “doveroso” apprendere.

Chiudiamo pure lo sport amatoriale. Se si è scoperto che i rischi sono più consistenti dei benefici chiudiamolo. A quel punto mi sorgono dei grossi dubbi anche sullo sport professionistico ma i dubbi più terribili mi vengono ancora, come molto spesso accade, sulla scuola che non insegna ai nostri ragazzi a ragionare. Se vengono presi in giro da un sistema che ritiene la cultura necessaria e la salute superflua allora penso che devano ragionare su questa scuola.

Lo sport non è tutto di serie “A”, non c’è dubbio, ma fa tutto bene alla salute e pertanto è necessario come lo è la scuola.

Se dobbiamo fare dei tagli perché non possiamo più permetterci il lusso di fare tutte le cose che facevamo prima è giusto che questi tagli vengano fatti sulle cose non necessarie. Qualcuno ritiene che lo sport non sia necessario. Nelle mie visioni perverse io vedo lo sport necessario anche se la componente agonistica può pure venire sospesa nei momenti in cui presenta problemi organizzativi insormontabili. Nel momento in cui anche altre cose importanti quali la scuola creano problemi organizzativi seri, alludo per esempio al problema dei traporti congestionati in un unico orario, si può tentare di mediare salvando la scuola ma spostando anche alcuni orari troppo difficili da sostenere.

Visto che chi non ci capisce molto di attività fisica si è permesso di dire che l’attività fisica non è essenziale io, che non ci capisco molto di scuola, ipotizzo che il problema degli orari di entrata da risolvere per evitare il rischio Covid con i mezzi pubblici sovraffollati si possa risolvere tagliando alcune verifiche potenzialmente inutili. Gli insegnanti devono soprattutto insegnare se poi c’è anche tempo per verificare tanto meglio ma così come la competizione sportiva in certi momenti può essere sospesa per concentrarsi sul solo allenamento anche la verifica scolastica può essere sospesa per concentrarsi sul solo apprendimento che conta più della verifica. Gli insegnanti sono più allenatori che giudici. Almeno secondo la mia visione distorta della scuola.