SULL’UTILITA’ DEL DIARIO DI ALLENAMENTO NEGLI SPORT INDIVIDUALI

Ritengo che il diario di allenamento sia uno strumento molto utile negli sport individuali, con riferimento agli sport di squadra non so quanto possa essere utile ai singoli atleti ma penso che sia fondamentale per l’allenatore.

Negli sport individuali il diario di allenamento è uno strumento tecnico che deve avere molti dati interessanti impossibili da ricordare a memoria senza una trascrizione puntuale ma deve essere anche un sostegno psicologico se corredato anche da annotazioni che possono sembrare poco tecniche ma hanno una grande valenza motivazionale. In un buon diario di allenamento ci sono più parole che numeri e somiglia più al diario di un adolescente che al rendiconto per il bilancio familiare.

Il diario di allenamento è importante per gli atleti di tutti i livelli e per certi versi si potrebbe anche dire che forse è ancora più importante per gli atleti di livello non elevatissimo che non per i numeri uno. I numeri uno hanno tutta una serie di sovrastrutture attorno che si occupano della loro attività sportiva e per assurdo potrebbero anche non beneficiare dell’ausilio del diario di allenamento perché loro, pressati come sono dall’ambiente circostante, si occupano molto spesso di sopravvivere più normalmente possibile più che di andare a rivedere continuamente dettagli del processo di allenamento. Al contrario le seconde schiere possono anche essere seguite da allenatori meticolosi che riportano più dati possibile per iscritto ma la completezza del diario di allenamento del singolo non potrà mai essere eguagliata neanche dal tecnico più pignolo ed attento.

A certi livelli il diario di allenamento è anche una cosa intima della quale l’atleta può servirsi per comunicare meglio con il tecnico ma che l’atleta stesso non è tenuto per nulla a far visionare a nessuno. Non a caso ho portato l’esempio con il diario di un adolescente. Se una gara è andata male perché quel giorno è andata male con la morosa o almeno questa si pensa che sia la motivazione non è assolutamente detto che questa possa essere una informazione alla mercè di tutti e anche con l’allenatore stesso possono esserci motivi diversi per non andare molto su quel dettaglio.

A volte il diario di allenamento è intriso di dati tecnici di poco conto, poco male, l’importante è che non manchino informazioni essenziali per capire alcuni andamenti dello stato di forma e della preparazione. Faccio un esempio: se un mezzofondista riporta i tempi delle prove ripetute al centesimo di secondo quella è una discreta perdita di tempo e fatica sprecata ma non è un’abitudine che inficia la qualità del diario di allenamento. Al contrario se un atleta tralascia di riportare informazioni fondamentali per capire il contesto dell’allenamento quali condizioni ambientali particolari o situazioni di studio e/o di lavoro in continua evoluzione allora vengono a mancare degli elementi che sono determinanti nella valutazione attenta del processo di allenamento.

In ogni caso torno a dire che molte volte il diario di allenamento ha una funzione di supporto psicologico più che di supporto tecnico ed in questo senso può essere molto utile all’atleta che non è fortemente motivato dall’esterno nella prosecuzione della sua pratica agonistica. Se minaccia il ritiro dalla pratica agonistica un atleta di alto livello scattano una grande quantità di sistemi di controllo pronti a fargli cambiare idea. A meno che quell’atleta non sia fortemente motivato ad abbandonare la carriera agonistica viene convinto  tornare sui suoi passi e non ha bisogno di consultare il diario di allenamento per trovare gli stimoli per continuare. Può essere, invece, che per rinforzare la sua personalità e la sua autonomia arrivi a scrivere sul suo diario di allenamento frasi del tipo: “Questa volta non insisto a gareggiare nemmeno se mi fanno un contratto stellare… basta, non ne posso più, cambio vita.”.

L’atleta in ombra, dimenticato dal pubblico e che addirittura l’attenzione del grande pubblico non ce l’ha mai avuta ha bisogno di qualcosa in più per rinforzare e rinnovare la sua motivazione alla pratica sportiva dell’insieme di dati raccolti dall’allenatore o dagli allenatori che l’hanno seguito. Un atleta che scrive a chiare lettere sul suo diario di allenamento che se il professor tal dei tali lo interroga il giorno dopo della gara fatta in tanta malora troverà il coraggio per mandarlo a quel paese a costo di farsi bocciare non è  molto propenso a divulgare in giro tale genere di informazioni. E quando tempo più tardi le riprenderà potrà anche pensare se ha fatto bene a reagire al comportamento di quel professore o se invece ha fatto bene ad ingoiare tutto facendo finta di niente ma in ogni caso troverà più spunti di riflessione da tali annotazioni che non dall’analisi dei tempi delle prove ripetute fatte in quei giorni e trascritte al centesimo.

Insomma la storia di ogni singolo atleta è una storia fatta di parole più che di numeri. I numeri sono la scusa per redigere il diario di allenamento e sono quelli che più delle sensazioni tendono ad essere cancellati dal tempo ma le sensazioni anche se talvolta restano senza aver bisogno di essere trascritte sono quelle che certamente possono fornire nuovo carburante se sono rinfrescate in momenti nei quali la motivazione è offuscata da mille situazioni sociali che talvolta non fanno assolutamente i conti con il diritto ad una sana attività fisica per tutti i cittadini.

Se riuscite a trovare quei pochi minuti necessari io vi consiglio di redigere il diario di allenamento, soprattutto se siete atleti agonisti ma anche se siete atleti amatori che vogliono tentare di capirci qualcosa sulla pratica sportiva. Ci sono persone che perdono un sacco di tempo a fare schede preventive che non stanno né in cielo né in terra, trovate pochi minuti per confrontarvi con il consuntivo che è quello che più facilmente ci può far crescere partendo da ogni situazione individuale e senza perdersi su assurde astrazioni.