IL PROBLEMA DEL NOSTRO TEMPO E’ LA COMUNICAZIONE

Io spero che almeno una cosa questa disgrazia del covid ce l’abbia insegnata: che nel nostro tempo stiamo vivendo una situazione di comunicazione inefficiente, grave, intollerabile e molto pericolosa.

Alcuni scienziati stanno facendo la figura dei deficienti e non so se sia colpa loro o colpa dei giornalisti ma la cosa certa è che c’è una continua distorsione di ciò che vogliono trasmetterci e di ciò che ci viene effettivamente trasmesso. Mi viene da pensare che su questo continuo caos ci sia qualcuno che ci marcia perché la situazione è piuttosto paradossale.

L’altro giorno è circolata la notizia di uno studio sulla differenza del comportamento del droplet a seconda dell’umidità dell’aria. Era una notizia che poteva essere anche interessante che è stata completamente travisata nei suoi contenuti. Mentre lo studio si limitava a dire che gli effetti del droplet possono addirittura essere peggiorati dal clima asciutto la notizia alla fine, dopo imperscrutabili manipolazioni, andava a sentenziare che il clima asciutto favorisce la propagazione del virus.

Ora sappiamo tutti che la Pianura Padana, che è stata una delle zone più martoriate dal virus, sia una zona piuttosto umida e il lettore un po’ sprovveduto, dopo la lettura di questa notizia potrebbe anche pensare: “Accidenti, per fortuna che la Pianura Padana è umida, pensa se era anche asciutta che ecatombe che veniva fuori…!”.

E questo accade perché le notizie vengono riportate in modo molto maldestro. La notizia vera era che il droplet può anche aumentare la sua efficacia in ambiente asciutto ma non che l’ambiente asciutto favorisce la propagazione del virus. Pertanto, con riferimento a quella notizia la vera notizia, a mio parere, è stata che ancora una volta si è riportata una notizia di carattere scientifico in modo poco attendibile, impreciso e potenzialmente pericoloso per l’informazione.

Mi vengono in mente quei giorni, che probabilmente hanno segnato le possibilità di riconferma dell’attuale presidente degli Stati Uniti, quando fu riportata la notizia che lui consigliava l’uso di disinfettanti contro la diffusione del virus assunti non so in che modo e pochi giorni dopo venne fuori che qualcuno si era presentato al pronto soccorso in gravi condizioni perché quei disinfettanti se li era pure bevuti. E’ possibile che la notizia sia stata sparsa proprio con l’obiettivo di screditare l’immagine di questo presidente molto eccentrico che ormai ha stressato un buon numero di americani, ma in ogni caso spargere quella notizia così come se nulla fosse è stato un atto criminale e mi sembrano quasi più responsabili i giornalisti che l’hanno fatta girare del pirla che se l’è fatta scappare ed ha permesso che potesse girare così pericolosamente.

Nei nostri programmi televisivi c’è la moda di invitare due infettivologi che pare che la pensino in modo diverso per fare lo spettacolo televisivo. Così come una volta la tribuna elettorale funzionava e faceva ascolti perché vedeva un candidato di destra che faceva finta di proporre cose diverse da quelle proposte dal candidato di sinistra, creando una contrapposizione, adesso si crea la presunta contrapposizione fra scienziati per far finta che dicano cose diverse. Sono lì che continuano a ripetere entrambi che c’è un problema di informazione scorretta e pertanto è anche un problema di mezzi di informazione e questi continuano a travisare sui contenuti delle dichiarazioni.

Nel mio campo ravviso un’ assoluta superficialità dell’informazione che ritengo che sia una delle più grandi cause di diffusione di sedentarietà patologica.

Per fare un esempio piuttosto banale segnalo quando in molti servizi televisivi viene riportato che il cammino per far bene alla salute deve essere assolutamente veloce, in quei servizi scorrono immagini di persone in discrete condizioni di salute che sbuffano camminando in modo molto rapido per lo più in parchi pubblici o anche su terribili tapis roulant. L’immagine che passa in quei servizi è che bisogna assolutamente camminare veloci (e lo dicono pure) e che se volete che serva qualcosa alla salute dovete assolutamente mettervi in tuta e andare al parco oppure in palestra. La realtà è che il cammino in moltissime situazioni fa bene pure lento, anzi in certe situazioni è proprio meglio lento che rapido ed il problema degli italiani è che per mille motivi non riescono a spostarsi a piedi o in bicicletta per le normali cose di tutti i giorni. Per cui non è necessario mettersi in tuta e andare al parco o in palestra bensì chiedere ai nostri amministratori che abbiano il coraggio di applicare quei provvedimenti che possono di fatto incentivare la gente ad andare a piedi non per andare al parco o in palestra (cosa che fa benissimo alla salute ma non è nelle disponibilità organizzative di molti) ma per andare al lavoro, a scuola, dal panettiere, e in banca. Camminare e andare in bici deve essere la normalità e non l’eccezione. Nella nostra cultura invece (e questo non viene mai sottolineato ed evidenziato abbastanza) la normalità è stare chiusi in macchina e suonare a quello davanti se non è molto rapido a fare quelle manovre che ci liberano la strada.

L’informazione passa anche da queste cose, dalla rilevazione di una normalità che non funziona. La normalità è di una informazione superficiale che ci informa solo sulle cose che fanno comodo a sé stessa, una informazione che reclami che è ora di finirla con questo tipo di informazione è un po’ difficile immaginarla.