Sarebbe interessante applicare il “M.A.E.” per un problema che io ho sempre tentato di scavalcare a piè pari, deludendo i miei lettori, e trincerandomi dietro al fatto che io non sono né un dietologo e né uno psicologo. E’ il terribile, diffusissimo, inarrestabile e devastante problema estetico-psicologico gonfiato a dismisura dalla società dei consumi per fare soldi a palate e creare nuove necessità nella gente comune.
Ho sempre detto che dovevo chiamarmi “Consulente per l’attività motoria gratuito” o “Insegnante di educazione fisica gratuito” perché dietro all’etichetta “Personal Trainer” si nasconde un caos interpretativo gigantesco. Chiamandomi “Personal Trainer Gratuito” forse ho contribuito ad alimentare questo caos. Purtroppo l’interpretazione letterale del termine “Personal Trainer” che è allenatore personale (e allora il nome corretto era proprio “Allenatore Personale Gratuito” e non ero più “PTG” come mi conoscono la maggior parte dei miei lettori, bensì “APG”…) mi serviva per far capire che mi rivolgo soprattutto agli adulti che non possono contare sull’assistenza dell’insegnante di educazione fisica di stato come i ragazzi e se non si rivolgono ad un privato brancolano nel buio più totale.
“Insegnante di educazione fisica di stato”: è attorno a questa figura da terzo millennio e tutt’ora inesistente che ruota tutto questo discorso che rischia di essere piuttosto lungo ed incomprensibile ai più. “Insegnante di educazione fisica di stato” è una voce che non esiste perché gli insegnanti di educazione fisica, teoricamente, sono tutti di stato e sono quelli che insegnano a scuola, dai 13 ai 19 anni (perché alle elementari e all’università, non si capisce perché, ma proprio non esistono, e io sottolineo che mancano più all’università che alle elementari perché, bene o male, a 7-8 anni il bambino in qualche modo prova a giocare ma a 22-23 anni ci sono certi giovani che proprio tirano i remi in barca e hanno già la panza…) sono a disposizione degli studenti poi, alla fine della scuola ti dovrai arrangiare, sperando che ciò che ti ha insegnato l’insegnante di educazione fisica ti possa servire per tutta la vita, ma purtroppo non è quasi mai così.
L’insegnante di educazione fisica a scuola viene visto più o meno come tutti gli altri insegnanti, non come un’opportunità ma come un potenziale fastidio. Se l’insegnante di educazione fisica fosse visto come un’opportunità sarebbe perseguitato dalle telefonate a casa degli studenti anche e soprattutto nel periodo estivo, quando c’è più tempo libero per praticare attività fisica, dovrebbe staccare il telefono per sopravvivere. Invece l’insegnante di educazione fisica “comune” dorme sogni tranquilli perché ci sono pure i giovani che si rivolgono al personal trainer privato per i loro dubbi esistenziali sull’attività fisica e dunque funziona proprio nel modo opposto a quello che vedrei io: non gli adulti che possono contare sull’assistenza gratuita di un insegnante di educazione fisica di stato bensì i giovani, che già possono contare sulla presenza di un insegnante di educazione fisica, che si servono di un personal trainer privato come se l’insegnante di educazione fisica fosse inesistente ed inservibile.
Perché vorrei usare il M.A.E. (Metodo dell’Amplificazione dell’Errore) per il problema estetico-psicologico? Perché la maggior parte delle domande che mi arrivano escono dalla mia presunzione di voler aiutare i lettori con consigli che riguardano l’utilizzazione dell’attività fisica per stare bene. Al giorno d’oggi l’attività fisica viene vista come quella cosa che ti può servire per aumentare di massa muscolare o per diminuire di peso a seconda dei gusti, viene vista come uno strumento per risolvere problemi essenzialmente psicologici, più ancora che fisici o dietologici.
Allora io, smarcandomi da quello che è l’atteggiamento tipico del “Personal Trainer” moderno che si fa carico del problema e diventa ottimo psicologo (quand’anche non dietologo e lì c’è tutta una problematica professionale che non voglio toccare per non fare polemiche, ma è inutile che pretendiamo il rispetto dei medici se dopo ci mettiamo a fare i dietologi…) deludo i miei lettori sbottando che “l’attività fisica non si fa per dimagrire o per diventare grossi ma per stare bene”.
Da cui se ne deduce che “Personal Trainer Gratuito” non da consigli interessanti, non è un vero personal trainer.
Se il concetto di personal trainer è quello di persona che ti consiglia come fare per dimagrire o per “diventare grosso” io mi smarco completamente da questo concetto e marcio tantissimo su quella “G” finale. Leggi bene, c’è scritto “Gratuito”. Gratuito vuol dire che per dimagrire o per diventare grosso devi pagare, hai sbagliato sito.
E purtroppo in questa insinuazione grottesca c’è parte notevole di questa realtà artefatta.
La società dei consumi ha traslato il problema dell’attività fisica su un piano estetico-psicologico. Ho scritto ingiustamente “problema” perché così intesa, l’attività fisica è diventata un problema, o meglio è la complicata soluzione di un problema. Invece l’attività fisica originariamente era una specie di gioco e aveva molto a che fare con lo sport (la cui etimologia vuol dire divagazione e non “risultato a tutti i costi perché se non diventi un campione tanto vale che lasci stare troppa fatica” e scusatemi se uso questo stile enfatico e senza punteggiatura ma quando ci vuole ci vuole…) e pertanto non era un problema, bensì un’opportunità, non si faceva attività fisica perché si “doveva” farla ma perché era bello e divertente e poi si era ancora più contenti del fatto che faceva pure bene alla salute.
Adesso l’attività fisica non è più una divertente opzione, uno svago, bensì una necessità e questa trasformazione se da un lato l’ha resa vendibile perché la si va a comprare da chi te la vende di qualità superiore, dall’altro lato l’ha snaturata e umiliata a ruolo di strumento svuotato dei suoi contenuti ludici.
Il carburante per questo motore che è il business dell’attività fisica “necessaria” è il conflitto psicologico relativo all’apparire e pertanto il problema da risolvere non è più una capacità prestativa che ti fa vincere una competizione o che comunque ti fa praticare con soddisfazione un determinato sport bensì l’immagine del proprio corpo che deve assolutamente essere modificato secondo i canoni estetici della moda e non secondo i principi scientifici della salute. Un certo tipo di attività fisica ci può aiutare a raggiungere questi modelli, poco conta che questa attività sia noiosissima, talvolta nemmeno salutare e che non porti a nessun miglioramento di capacità fisiche ma è l’attività che con più probabilità può suggerire quegli adattamenti strutturali che ci possono portate vicino al nostro modello fisico rigorosamente aderente ai dettati della pubblicità.
La questione è molto spinosa, di portata rilevante ed io ho sempre tentato di evitarla dichiarando che mi occupo solo di attività fisica che fa bene alla salute e che serva per il raggiungimento di un qualche obiettivo sportivo o comunque al miglioramento di qualche capacità fisica.
L’applicazione del “M.A.E.” a tale problematica può apparire esercizio funambolico ma se il problema è tanto sentito si può provare ad accennarne.
Andando per esclusione è chiaro che un soggetto qui non può amplificare l’errore andando a tirare già 15 chili di peso per dimostrare a sé stesso che quella via è sbagliata. Occorre agire per immagini, per modelli fittizi. Stiamo trattando di immagine, insistiamo su quello. L’allievo ti chiede di fare una certa pratica fisica per dimagrire o per mettere su massa muscolare. Per fagli capire che il vero problema non è quello dovresti porlo di fronte ad un’immagine di sé esageratamente spinta nel senso richiesto. Praticamente è una specie di terrorismo. La pubblicità gioca su un certo tipo di terrorismo fine per venderti l’immagine vincente (se sei fuori da questi canoni non sei alla moda), in modo fittizio noi dovremmo giocare su un terrorismo ancora più ad effetto per superare il valore persuasivo del sistema pubblicitario. Devo convincerti che la salute conta più dell’aspetto fisico. Allora qui la faccenda si fa delicata perché entrano in campo situazioni anche drammatiche che forse non è giusto evocare per raggiungere l’obiettivo, però è chiaro che l’estremizzazione di chi vuole dimagrire è l’anoressia mentre l’esasperazione di chi vuole mettere su massa muscolare è la flaccidità di una massa muscolare spropositata che non si riesce più a mantenere e l’evidenziazione di problemi cardiovascolari innescati da questa condizione di iniziale ipertono.
Praticamente con il “M.A.E.”, solo con un gioco di immagini, noi potremmo andare a proporre stimoli più forti di quelli che propone la pubblicità che vuole convincerci che l’attività fisica ci deve servire a raggiungere il modello estetico alla moda.
Il percorso, oltre che fittizio, appare molto fantasioso e ci si domanda se sia comunque un percorso che deve riguardare l’insegnante di educazione fisica e non invece lo psicologo, perché, e qui casca l’asino, la questione è stata spostata veramente su un piano psicologico e dunque si va su reazioni di adattamento che probabilmente sono più facilmente comprensibili dallo psicologo che dall’insegnante di educazione fisica.
Insomma quando uno mi chiede come fare per diventare grosso o per tirare giù tot. chili e me ne lavo le mani rispondendo che potrò aiutarlo solo quando mi chiederà come affrontare un preciso compito motorio, non è che faccia del tutto lo gnorri. Ammetto candidamente che la questione è complessa ed ha scavalcato già l’ambito relativamente ristretto delle mie competenze.
Siccome la realtà delle cose è di una marea di persone che hanno un’immagine di sé falsata dai miti della pubblicità, bisogna ammettere che il nostro campo di competenza va decisamente in conflitto con quello della comunicazione di massa ed è per quello che in una gran parte dei miei articoli mi sentite trattare del tema “tv” con un’asprezza di toni un po’ inusuale.
Come insegnanti di educazione fisica non possiamo cambiare la qualità delle domande, possiamo solo pubblicizzare un modello di attività fisica che si è un po’ perduto nel tempo ma visto che era più autentico e salutare di quello attuale ha molte possibilità di essere riscoperto.
E’ su questa cosa che esperti del movimento e medici devono assolutamente trovare una linea comune, altrimenti la gente continuerà a credere che l’attività fisica sia quella cosa noiosa che si fa per dimagrire o per diventare grossi.