Tratta “solo” l’attività motoria potrebbe essere l’ammonimento che recito io a buona parte dei miei colleghi che hanno il vizio di “arrotondare” dispensando consigli sull’integrazione alimentare a destra e a manca anche se non sono dietologi.
Ai vecchi tempi all’ISEF mi hanno insegnato che uno sportivo è una persona in salute e pertanto non ha bisogno di integrazione alimentare che è una cosa che può servire (con molta attenzione) ad alcune persone anziane che hanno perso la capacità di assimilare bene i cibi e che l’atleta ha bisogno solo di un’alimentazione varia e calibrata rispetto al suo tipo di impegno sportivo. Evidente che un ragazzino africano che mangia poco e male perché la sua famiglia è decisamente alla fame non ha le stesse possibilità di esprimersi nello sport di un ragazzo che non ha problemi si alimentazione.
Forse i tempi sono cambiati e forse qualcuno vuol farci credere che abbiamo bisogno di integrazione alimentare anche nei nostri paesi occidentali dove si mangia di tutto e dove, salvo eccezioni del tutto particolari, abbiamo pure i danari per acquistare ciò che è necessario per impostare una sana alimentazione. Resta il fatto che questo è un problema da dietologi. Avevamo anche all’ISEF un esame di scienza dell’alimentazione che però non ci dava la patente di dietologi ed anzi, già allora, con largo anticipo sui tempi, serviva a farci capire come l’atleta doveva stare attento a false suggestioni suggerite dal mercato. In breve, ci istruivano su come far passare all’atleta incubi che non erano “incubi naturali” ma erano dettati da un tam tam mediatico che già allora (sigh) stava cominciando a seminare il caos in tema di informazione sull’alimentazione.
Questa lunga premessa, doverosa perché anche il sottoscritto viene tediato abitualmente con quesiti sull’integrazione alimentare come se in quanto insegnante di educazione fisica fossi depositario di tale scienza, non c’entra nulla con il titolo perché il titolo è invece riferito al sottoscritto che non si occupa praticamente mai di alimentazione se non per difendersi dalle domande insistenti di chi cerca i miracoli nell’integrazione alimentare appunto, ma si occupa troppo a parere di molti di politica connessa alla distribuzione di attività motoria, politica che finisce per trasbordare su questioni che riguardano l’intera società. Si arriva alla critica piuttosto forte del tipo: “Non sembra nemmeno un sito che riguarda l’attività motoria, sembra un sito di politica, anche se non si capisce da che parte sta e non si capisce proprio chi cavolo potrebbe essere lo sponsor politico di posizioni così strane…”.
Il fatto è che mai come ora l’attività fisica in generale è stata condizionata da politiche o da “non politiche” che ne limitano in effetti la sua distribuzione sul territorio. E’ per quello che non si capisce da che parte sto, perché uno sponsor politico dell’attività motoria non esiste. Se esistesse mi limiterei ad appoggiarlo e magari nell’imminenza delle elezioni a raccomandare in modo subdolo il tal partito, per poi potermi occupare più concretamente delle questioni terra terra dell’attività motoria. Invece ravviso una situazione sociale bloccata e ciò che più è peggio non do indicazioni di voto… “Ma segnalaci chi votare punto e basta!” Non lo so proprio per chi votare e se vi dicessi che più di qualche volta, pur recandomi alle urne (ci vado sempre per esercitare il mio diritto) ho votato scheda bianca e pure arrabbiandomi con chi dice che scheda bianca è un voto idiota, un non voto che lascia carta bianca ai prepotenti. Se dovessi sponsorizzare qualcuno politicamente sponsorizzerei davvero il partito delle schede bianche, se non trovo nessuno che mi va bene avrò il diritto di non votare nessuno. “Prefersisci l’arsenico o il cianuro?” – “Nessuno dei due, grazie…”.
Pertanto finisco di occuparmi molto di politica connessa all’attività motoria proprio perché questa non la tratta nessuno, non è nei programmi di partito di nessuno. Se ci fosse non avrei bisogno di fare il “doppione” di nessuno.
Avete visto l’attenzione con la quale è stata trattata la questione delle “casette avanzate” per un’ utilizzazione più sicura delle biciclette nei centri urbani? Appena hanno capito che era rivoluzionaria e che davvero lanciava un messaggio forte ed inequivocabile sull’utilizzazione della bicicletta come mezzo veramente decisivo per decongestionare le città super inquinate hanno mollato l’osso. C’è stato qualcuno che ha protestato? Non mi risulta. La casetta avanzata? Cos’è? Quanti giornali se ne sono occupati? Potrebbe dare un grande vantaggio ai ciclisti? Eh no eh, allora. Sia mai che gli automobilisti devano rallentare per questa stramaledetta invenzione. E’ giusto che l’automobilista continui a passare “sopra” al ciclista per sancire una volta per tutte il primato dell’auto. Il ciclista va “asfaltato” e deve essere ben chiaro il suo status di soggetto inferiore nel traffico urbano. Anzi, sono troppo pericolosi, andrebbero eliminati per favorire un traffico automobilistico più veloce. In certe vie cittadine ormai non si riescono più a fare nemmeno i 50 chilometri all’ora con tutti ‘sti ciclisti, non fai tempo a lanciarti ai 50 (sgasando bene) che già trovi un ciclista che ti costringe a frenare, non se ne può più.
Lo so che questa è politica e di quella fastidiosa per di più, ma non possiamo prenderci in giro sull’importanza dell’attività motoria. Andare a piedi e andare in bici è fondamentale per mantenere la salute. Poi si può anche andare in palestra ad integrare tale movimento (si integra il movimento, non l’alimentazione che per la maggior parte dei cittadini è già sovrabbondante, quello che manca è il movimento, non il cibo…) ma se uno non si muova mai nelle faccende quotidiane ha poco da integrare con pesi e cyclette fatti in palestra, resta comunque in deficit di movimento.
Mai come ora l’attività motoria è un fatto di politiche di distribuzione dell’attività motoria presso tutta la cittadinanza. Si può considerare questa cosa e allora c’è da rimboccarsi le maniche perché dopo lo stop forzato (che alcuni non hanno nemmeno sofferto perché… erano già fermi prima) siamo all’anno zero dell’attività motoria oppure si può far finta di niente e continuare a ponderare su che pesi siano più utili per aumentare la massa muscolare (con che finalità?) e con quali sporcherie integrare per poter raggiungere più in fretta tale risultato.
Mi occupo di attività motoria, quella dei cittadini, non quella delle riviste patinate. Quella per tutti necessita anche di battaglie politiche anche se non si sa come affrontarle perché nessuno ascolta i diritti di chi vuole muoversi. L’integrazione alimentare è un altro capitolo e per me è la dimostrazione di quanto il mercato sia abile a spostare la gente dai veri problemi. Il mercato crea nuovi problemi inesistenti, a volta anche per tutelare sé stesso.