LA RIFORMA DELLA SCUOLA

Si fa un gran parlare, in questi giorni, della riforma della scuola. E si parla di aria fritta, perché la “riforma” della scuola non esiste, è una finta riforma.
Facendo un parallelo con una Federazione sportiva, altra istituzione che spesso in Italia ha problemi non trascurabili, sarebbe come se si decidesse che da oggi i vari dirigenti di società sportive hanno più autonomia nella scelta dei tecnici che guideranno la preparazione degli atleti. Cosa vuol dire? Che in virtù di questa scelta quella Federazione sportiva sarà trasformata in una Federazione molto più efficiente che porterà ad un grande sviluppo dello sport che è portata a diffondere?

Il problema delle Federazioni sportive in Italia è che non hanno fondi, non hanno strutture, non hanno mezzi per diffondere capillarmente lo sport di base. Così a volte vengono criticate anche ingiustamente perché nell’impossibilità di fare altro si concentrano sulla produzione di quel campione che da tanto lustro allo sport in campo internazionale. Accade che in uno sport dove siamo praticamente assenti produciamo il campione da medaglia olimpica e questo è un miracolo sportivo oppure una mezza sventura perché, se da un lato quel campione porta qualche mancia a quella Federazione che l’ha prodotto, dall’altro, a livello di opinione pubblica, si instaura la malsana idea che in quello sport non siamo a zero, perché mancano le strutture e quindi i praticanti, ma siamo forti perché abbiamo il campione olimpico.

Così è la scuola. Produciamo i migliori talenti che esportiamo in giro per il mondo ma non abbiamo le strutture. Viene da pensare che quei talenti sarebbero venuti fuori anche in una scuola peggiore, anche in una scuola senza presidi tanto per toccare sul vivo uno degli argomenti che fa infuriare in questi giorni chi critica la riforma.

La mia provocazione è un’altra. Se non abbiamo i mezzi per sostenere la scuola togliamo di mezzo i presidi. Tutto sommato gli insegnanti sono più essenziali dei presidi. Quando la scuola è pulita (nessuno si è sognato di dire che c’è un bisogno terribile di personale ausiliario…) ed ha gli insegnanti che vanno nelle classi a far lezione a cosa serve il dirigente scolastico? E’ una inutile struttura in più, un costo evitabile…
Ovviamente questa è una provocazione, non ho alcuna intenzione di proporre l’azzeramento della categoria dei dirigenti scolastici però non è nemmeno giusto prenderli in giro come non è giusto prendere in giro gli studenti facendo credere che il problema della scuola inefficiente sia un problema organizzativo.

A scuola non si fa prevenzione. E la scuola dovrebbe essere il primo e più importante anello della catena della prevenzione. La prevenzione in Italia è scoprire le neoplasie prima possibile ed in quello abbiamo fatto passi da gigante e stiamo salvando una infinità di vita umane. Ma quella non è prevenzione ma efficienza della struttura sanitaria. Intervengo sul malato prima che sia morto, perché quando è morto non è più nemmeno un malato.

La vera prevenzione è un’altra cosa e non la può garantire il Sistema Sanitario Nazionale. Quello che mi garantisce questa struttura è che il paziente venga curato prima possibile e nel modo più efficace possibile. Da cittadino del terzo millennio ho un’altra presunzione che è ancora superiore: desidero che lo Stato faccia in modo che io mi ammali meno possibile. Se questo mega progetto va in porto abbiamo operato la vera prevenzione e lo Stato può addirittura risparmiare sugli esorbitanti costi del “Sistema Sanitario Nazionale” (oltre 100 miliardi l’anno) perché ci sono meno soggetti a rischio da curare.

La vera riforma della scuola, forse impossibile nell’attuale congiuntura economica, è quella di una scuola che si dota di strutture per migliorare la qualità di vita dello studente. La scuola di oggi produce “campioni” dello studio ma anche studenti depressi che se non si inventano qualche attività extrascolastica rischiano di rovinarsi la salute sui libri un po’ troppo presto. Sarò troppo sbilanciato sul futuro in tale ambito (cosa piuttosto strana per il sottoscritto) ma il Giacomo Leopardi che ci lascia il fisico sulla materia della mente è una cosa un po’ anacronistica.

Uno studente, un giorno, quando gli ho chiesto se non si sentiva uno studente di serie “B” rispetto agli americani in tema di organizzazione sportiva scolastica, mi ha risposto: “Eh, ma gli americani sono ignoranti!” Praticamente siamo perfino orgogliosi di un sistema scolastico che ti prepara solo a livello “competitivo” nella produzione del genio ma non ce ne frega nulla se questo sistema ha una falla terribile in relazione alla crescita armonica dell’individuo.

Ho un’ulteriore provocazione in chiusura di questo articolo polemico. Visto che i danni peggiori, in questa situazione, li provoca la televisione, togliamo i fondi alla TV di Stato e destiniamoli alla scuola. In fin dei conti la TV di Stato attualmente non è altro che un doppione di quella privata: ci bombarda di pubblicità e ci propone gli stessi programmi, non ha certamente una funzione educativa. Allora andiamo a trovare qualche soldino per le strutture scolastiche su quei bilanci. Se proprio quei soldi saranno ben poca cosa per aiutare la scuola italiana almeno avremo frenato un pochino l’altro flagello che provoca tanta sedentarietà: la cultura della televisione come simbolo della cultura di Stato. Se ben pensate anche la polemica di questi giorni è un fatto meramente televisivo. Data questa situazione non si può cambiare proprio nulla. Prevenzione a scuola non se ne fa. Le ore di educazione fisica resteranno irrimediabilmente due alla settimana, diamo la bacchetta magica ai presidi che andranno a scovare in giro per l’Italia gli insegnanti che fanno i miracoli, che mentre ti insegnano il Leopardi ti danno anche gli stimoli per andare a fare un po’ di sana attività motoria al pomeriggio. In fin dei conti cosa ci vuole? Basta dire che il Leopardi oltre ad essere uno dei più grandi poeti apparsi sulla faccia della terra era pure malaticcio. Speriamo che gli studenti non ne deducano che per diventare dei grandi poeti sia proprio opportuno essere malaticci. Altrimenti quello studente che mi ha preso in giro dicendo “Eh, ma gli americani sono ignoranti!” aveva proprio ragione.