ATTIVITA’ FISICA DA REGALARE E ATTIVITA’ FISICA DA VENDERE

L’attività fisica per stare bene è più importante di quella per dimagrire soprattutto quando quel dimagrimento è un capriccio estetico più che una reale esigenza di salute. Non c’è dubbio che non tutta l’attività fisica proposta dai vari fornitori abbia la stessa importanza e considerare l’obiettivo per il quale viene proposta è molto importante per capirne l’essenzialità.

Per lo stato avere una cittadinanza che ha buone abitudini in tema di attività fisica è una cosa molto importante, non da ultimo perché consente di risparmiare cifre importanti sull’assistenza sanitaria. Non è altrettanto importante avere una cittadinanza che gioca con le varie proposte di movimento seguendo i capricci della moda e disinteressandosi del fatto che l’attività fisica praticata possa essere effettivamente utile per la salute.

Così, sempre dal punto di vista dello stato, potrebbe essere opportuno interessarsi alle scelte di attività fisica dei cittadini e arrivare a condizionarle orientandole sempre più verso scelte razionali e di profilassi sanitaria invece che verso scelte impulsive dettate dalla moda e senza vera utilità.

Queste scelte dovrebbero essere condizionate adottando una politica di incentivi economici per chi si adopera per portare a destinazione degli utenti l’attività fisica effettivamente utile.

Ovviamente non è facile distinguere fra le scelte veramente razionali e vincenti e quelle meno opportune e occorrerebbe un pool di tecnici per poter valutare attentamente le varie situazioni. E’ chiaro che più che incentivare la meccanizzazione della miriade di palestre sparse sul territorio che assomigliano sempre di più a dei supermercati, bisognerebbe aiutare la sopravvivenza e incentivare il lavoro di quelle tantissime palestre che lavorano ancora sulla competenza dei gestori più che sul numero di macchine utilizzate. Molto spesso queste sono le palestre che fanno più fatica a restare sul territorio perché sono quelle che lavorano all’antica e non riescono ad avere canali di pubblicizzazione efficaci quali quelli delle grandi palestre.

Sarebbe il caso di mettere a disposizione della cittadinanza degli insegnanti più che dei macchinari e questi potrebbero essere incentivati creando una rete tipo medici di base predisponendo un piano capillare per l’assistenza sul territorio. L’insegnante che individua le esigenze di movimento dei vari soggetti e li indirizza verso particolari attività senza necessariamente appoggiarsi ad una palestra dovrebbe essere una realtà facilmente reperibile, nelle varie strutture pubbliche siano essi impianti sportivi pubblici, uffici comunali o anche parchi cittadini.

Purtroppo molta gente al giorno d’oggi è disabituata al movimento e non è più sufficiente mettere a disposizione della popolazione un parco urbano, una palestra pubblica o un percorso della salute, occorre proprio offrire una figura di riferimento per dare le prime indicazioni perché chi si accosta al movimento dopo lunghi anni di sedentarietà non sa proprio da che parte cominciare. Tale figura di riferimento al momento è offerta e molto spesso a caro prezzo solo dalle strutture private e ciò che è più grave è che tale soggetto quasi sempre da solo consigli parziali riferiti all’esclusiva attività che l’allievo può svolgere presso la struttura privata, disinteressandosi pressoché completamente del piano generale di attività fisica più opportuno per quella persona a prescindere dalle ore passate in palestra.

Lo stato non può e non deve intervenire su quelle innumerevoli attività che vengono “vendute” essenzialmente per alimentare il business dell’attività fisica creato dalla moda ma deve ragionevolmente sorvegliare ed incentivare tutte le opportunità di movimento effettivamente salutare per la popolazione, dal gioco del calcio per i bambini alla ginnastica a corpo libero per la terza, età dalla corsa agonistica per gli adulti (tristemente confinata nel fenomeno “maratona” dal business dei privati) alle camminate organizzate per i non agonisti (molto spesso confinate ad episodi sporadici nel fine settimana più che organizzate in modalità di abitudine quotidiana).

C’è un’attività fisica che è opportuno continuare a vendere ed il prezzo della quale può anche salire perché tanto non è essenziale per migliorare il livello di salute della popolazione e c’è un’attività fisica che è opportuno regalare perché è il miglior regalo che lo stato può fare a se stesso indirizzando la popolazione versi stili di vita sani che possono nel medio e nel lungo periodo portare ad un sensibile contenimento della spesa sanitaria.

La medicina ci ha consentito di aumentare in modo considerevole il numero di soggetti che arrivano a 90 anni, l’attività fisica deve fare in modo che questi soggetti siano contenti di essere arrivati a quell’età e non la reputino invece una disgrazia. La medicina ci può aiutare ad allungare la vita, l’attività fisica ci deve aiutare ad “allargarla” e come tale, nei limiti del possibile dovrebbe essere gratuita, almeno nella forme che concretamente possono portare ad un miglioramento della qualità di vita della collettività.